Mercato del Lavoro, l’analisi di Bergamin (Cgil): “cosa succederà scaduti gli ammortizzatori sociali?”

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Di seguito l’analisi della responsabile del dipartimento per il mercato del lavoro della CGIL Vicentina, Marina Bergamin, sul primo trimestre di quest’anno dai dati Veneto Lavoro nel vicentino 1° trimestre 2020 e durante il Covid

Siamo preoccupati: già prima del Covid i dati dell’occupazione vicentina erano ‘lenti’. Con il Covid si sono persi 4.200 posti di lavoro. La Cassa integrazione a maggio passa da otto a sette cifre, sempre tante! Sbloccati i licenziamenti e scaduti gli ammortizzatori sociali cosa accadrà? A breve chiediamo di rifinanziare gli ammortizzatori sociali e di tenere bloccati i licenziamenti.

Ma sta diventando impellente una riforma radicale degli ammortizzatori in senso universalistico, ripensare al nostro modello di sviluppo e di relazioni industriali, continuare ad investire da parte del pubblico e del privato.

I dati che seguono, frutto della disamina dei dati regionali prodotti da Veneto Lavoro, risentono, almeno per il mese di marzo, dell’evento traumatico del Covid-19 e dei provvedimenti di lockdown che hanno interessato quasi tutte le attività, salvo quelle ‘salvavita’. I settori dei trasporti, del turismo e del commercio hanno subito tracolli gravissimi e, a differenza di quelli manifatturieri (pur non usciti immuni dalla pandemia) vedono la ripresa della normalità molto lontana dal venire.

Grazie al blocco dei licenziamenti e all’estensione degli ammortizzatori sociali non si sono registrate uscite traumatiche ma un sostanziale crollo delle assunzioni, in particolare a tempo determinato e stagionale.

A livello regionale Veneto Lavoro ha calcolato in 65.000 i posti di lavoro persi nel periodo compreso tra il 23 febbraio e il 14 giugno, 4.200 sono vicentini.

Resta da vedere cosa accadrà al momento in cui scadranno sia il blocco dei licenziamenti che gli ammortizzatori sociali. Veneto Lavoro per l’intera regione, ha calcolato in circa 10.000 i licenziamenti possibili a partire dal mese di agosto.

Nei mesi di maggio e giugno, per fortuna, si sono registrati segnali incoraggianti di ripresa.

Premesso che si tratta di dati amministrativi dei Centri per l’Impiego e non si parla di teste ma di contratti accesi o cessati, per quanto riguarda i movimenti del mercato del lavoro a Vicenza nel primo trimestre 2020 il saldo tra assunzioni (24.275) e cessazioni (21.215) è positivo per 3.060 unità. Ma nel 2019 era stato di 5.635 unità, quindi si registra un segno meno di quasi 45 punti. Rispetto all’anno precedente c’è un calo di oltre il 16% nelle assunzioni e di oltre il 9% nelle cessazioni.

Come in tutto il Veneto, sono stabili i contratti a tempo indeterminato: 22,6%.

I contratti a termine e somministrati rappresentano sempre il 69,5% delle assunzioni. Fermo l’apprendistato al 7,4%.

Stabili anche i part-time: 31,8%. Si tratta, ancora una volta, di di p.t. soprattutto femminili, spesso non volontari.

Le cessazioni sono attribuibili in larga parte (54,9%) al fine termine dei contratti, seguono le dimissioni (29,6%), mentre i licenziamenti individuali e collettivi sono il 6% del totale.

Al 31 marzo 2020 i disoccupati/inoccupati iscritti nei Centri per l’Impiego della provincia sono 56.000 (i dati non sono del tutto ‘puliti’ e quindi il dato è nettamente inferiore).

Nel frattempo si utilizza fortemente la Cassa integrazione : dalle drammatiche otto cifre di aprile (24.331.331 ore autorizzate) siamo passati alle sette cifre di maggio (9.422.220 ore autorizzate di cui: 6.587.191 di cassa ordinaria e 2.835.029 di cassa in deroga).

In testa il settore metalmeccanico, seguito dal tessile/abbigliamento/pelli e quindi chimica/gomma plastica. Ma anche il commercio supera i 4 milioni di ore di cassa in deroga.

Ribadiamo : servono interventi urgenti nell’immediato, ma è altrettanto urgente pensare bene al rilancio del nostro tessuto produttivo e dei nostri servizi, serve continuare ad investire sia da parte del pubblico che del privato.

E’ urgente rivedere gli ammortizzatori sociali che in questo frangente hanno dimostrato tutta la loro inadeguatezza.


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