Mercato tutelato, Il Sole 24 Ore: “4,5 milioni di bollette infiammano l’asta”

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mercato tutelato luce

Oggi, 10 gennaio 2024, si svolge l’asta per l’assegnazione di circa 4,5 milioni di clienti dell’energia elettrica rimasti nel regime della maggior tutela, il mercato tutelato. L’altra metà dei clienti, circa 5,5 milioni, sono considerati vulnerabili e il loro destino sarà deciso entro fine 2024.

Sulla vicenda approfondisce oggi Il Sole 24 Ore in edicola con una disamina dello stato dell’arte a cura di Laura Serafini (approfondisci).

A partecipare all’asta sono 20 operatori, tra cui Enel, Acea, A2A, Hera e Iren. Il criterio di selezione sarà lo sconto sulla quota fissa di commercializzazione, e cioè il margine di guadagno che l’operatore ha dall’erogazione del servizio.

La competizione sarà molto agguerrita, perché i clienti non vulnerabili sono considerati molto appetibili, anche perché sono ottimi pagatori. Il rischio è che operatori più piccoli possano tentare il colpaccio per fare il salto dimensionale, ma il rischio è che essi non siano preparati ad affrontare la complessità della gestione informatica e della fatturazione e non siano in grado di garantire il servizio.

L’esito dell’asta sarà reso noto il 6 febbraio 2024. Tuttavia, potrebbe essere messo in standby da ricorsi e contenziosi.

Infatti, il processo di transizione dal mercato tutelato a quello libero libero per l’energia elettrica si svolge in un contesto di grande incertezza. L’Arera ha sollevato vari aspetti critici, tra cui la necessità di far passare al nuovo operatore, assieme ai clienti, anche i lavoratori che oggi sono dedicati al servizio della maggior tutela.

Le modifiche potrebbero portare a sconti minori da parte degli operatori, in quanto dovrebbero assumersi anche i costi dei lavoratori. Inoltre, potrebbe portare a ricorsi da parte degli operatori che hanno perso l’asta, in quanto non avrebbero potuto offrire gli stessi sconti se avessero dovuto assumersi anche i costi dei lavoratori.

Inoltre, il Decreto Energia, ora in fase di conversione in Parlamento, potrebbe introdurre modifiche sostanziali rispetto al meccanismo previsto per le aste.