Nicola Amenduni, la scomparsa dell’imprenditore pugliese che ha scritto la storia di Vicenza: i messaggi aggiornati mentre arrivano

I messaggi di cordoglio di Zanni (Cgil Vicenza), Ciambetti (regione Veneto), Possamai (Pd), Rucco (Comune di Vicenza, Zaia (regione Veneto), Cecchetto, Finco, Maino, Giacomin, Zecchinato (Lega/LV), Fondazione San Bortolo, Zanni (Cgil Vicenza)

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Nicola Amenduni (dalla Fondazione S. Bortolo)
Nicola Amenduni (dalla Fondazione S. Bortolo)

Ore 17.11 Morte Nicola Amenduni – Zanni (Cgil Vicenza): “Aveva a cuore il lavoro, le persone e il territorio”

Il Segretario Generale della Cgil di Vicenza Giampaolo Zanni esprime il cordoglio dell’organizzazione e la vicinanza alla famiglia per la scomparsa di Nicola Amenduni, «una persona ed un imprenditore che aveva davvero a cuore il lavoro, le persone che lavorano ed il territorio».

Ore 16.34

Il commosso saluto della Fondazione San Bortolo al suo Socio Fondatore nonché primo sostenitore l’Ing. Nicola Amenduni

Il Presidente, il Comitato Esecutivo di Gestione, il Consiglio d’Indirizzo, i volontari e la Fondazione San Bortolo tutta si uniscono al cordoglio della famiglia Amenduni per la perdita del padre Ing. Nicola.

L’ingegner Amenduni è stato il nostro primo sostenitore, uno dei Soci Fondatori della Fondazione San Bortolo nel 2008 e ha espresso la decisa volontà che ne fosse Presidente Gian Carlo Ferretto, suo fraterno amico.

Erano due Grandi, legati da un’immensa reciproca fiducia e da una stima profonda, che insieme hanno realizzato grandi progetti a favore di tutti i vicentini.

Innumerevoli gli interventi diretti dell’ing Amenduni che ci hanno permesso di acquistare materiali innovativi e ristrutturare completamente interi reparti, come l’Unità Spinale e Gravi Cerebrolesioni con la relativa zona living, il reparto di Oculistica e quello di Chirurgia Generale.

Ricordiamo poi varie borse di studio, il contributo per la clinicizzazione della Nefrologia e per la Terapia Intensiva Pediatrica e perfino il contributo derivante dalla vendita del suo libro “Olio Acciaio e… Fantasia”.

Ma oltre alle donazioni, l’ingegner Amenduni è stato capace di coinvolgere e sensibilizzare i propri dipendenti e tante altre persone a riservare una particolare attenzione nei confronti della Fondazione e del suo impegno nel sostenere la sanità vicentina.

Presente fino all’ultimo con telefonate, pressoché quotidiane, per seguire da vicino tutto ciò che vedeva protagonista la Fondazione, ha continuato a stimolare e proporre progetti sempre nuovi, ultimo dei quali l’allestimento della Terapia Semi Intensiva Pediatrica

Era una persona profondamente buona, per lui aiutare il prossimo era una gioia.

Personaggio di altri tempi, la parola data e una stretta di mano valevano più di ogni contratto, molto carismatico, ma sempre disponibile per un consiglio e uno scambio di idee, era un esempio di grande padre di famiglia, grande capitano di industria, grande mecenate, vero punto di riferimento per l’intera città e per più generazioni.

Ci mancherà, don Nicola

#SIpuòfaredipiù #FondazioneSanBortolo #OspedalediVicenza #NicolaAmenduni

Ore 15.24 

Cecchetto, Finco, Maino, Giacomin, Zecchinato (Lega/LV): “Con la scomparsa di Amenduni perdiamo un pezzo di storia e di quell’imprenditoria che ha fatto grande il Veneto”

“Esprimiamo cordoglio per la morte di Nicola Amenduni, 103 anni (ne avrebbe compiuti 104 in aprile), patron delle Acciaierie Valbruna e del gruppo Amenduni di Vicenza, un patriarca storico dell’industria veneta”.
Con queste parole, i consiglieri regionali vicentini dell’Intergruppo Lega – Liga Veneto, Milena Cecchetto, Silvia Maino, Stefano Giacomin, Marco Zecchinato, assieme al vicepresidente del Consiglio regionale, Nicola Finco, ricordano l’imprenditore scomparso.

“Amenduni era di origini pugliesi – ricordano i consiglieri – un Veneto d’adozione che ha portato lustro e onore alla nostra imprenditoria nel mondo. Le Acciaierie vicentine erano state fondate da Ernesto Gresele nel 1925, di cui Amenduni sposò la figlia. Le acciaierie Gresele erano già una potenza, un’eredità che Nicola ha saputo brillantemente sviluppare e trasformare in impero: basti pensare che il Gruppo oggi conta 2.500 dipendenti, con 42 filiali nel mondo”.

“Amenduni era un uomo di grande tempra e resistenza, sopravvissuto alla guerra, che ha saputo farsi strada dal nulla, rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, in silenzio – aggiungono i consiglieri regionali – Credeva nell’impresa. Amenduni, con spalle larghe ,ha affrontato periodi alti e bassi della vita e delle finanze. Esprimiamo vicinanza alla famiglia: è stato un ottimo esempio e un modello destinato a far scuola perché è grazie all’ottima guida di persone così resilienti e capaci che l’industria veneta è grande nel mondo”.

Ore 13.45

Scomparsa di Nicola Amenduni. Il cordoglio del presidente della regione Veneto Zaia

“Con la scomparsa di Nicola Amenduni se ne va una figura storica nel panorama industriale non solo veneto ma anche nazionale. Figura dalle capacità imprenditoriali pioneristiche, ha attraversato il Novecento dimostrando non solo di saper superare un conflitto mondiale e le sue conseguenze, ma anche di saper cogliere le opportunità delle trasformazioni economiche del dopoguerra, spostandosi dalla sua regione d’origine, la Puglia, al Veneto, dove ha trasformato le Acciaierie Valbruna in un’azienda leader nel mondo nella produzione dell’acciaio. La sua vita racconta in modo illuminante come una storia personale fatta di determinazione, perspicacia e acume riesca a farsi storia collettiva, non solo di una regione e del suo tessuto sociale e produttivo, ma anche di un’intera nazione”.

Con queste parole il Presidente della Regione Luca Zaia esprime il suo cordoglio per la morte di Nicola Amenduni, patron delle Acciaierie Valbruna, scomparso oggi all’età di 103 anni. Pugliese di nascita, vicentino di adozione, nel 1957 aveva fatto il suo ingresso nell’azienda fondata da Ernesto Gresele, fondata nel 1925, dopo averne spostato la figlia Mariuccia. Sotto la sua guida l’azienda seppe trovare lo slancio decisivo, puntando sugli acciai inossidabili e diventando un impero che conta oggi 2.500 dipendenti e 42 filiali nel mondo.

“Nicola è stato un grande imprenditore, che ha trascorso la sua vita dietro la scrivania e che con la sua azienda ha dato e sta ancora dando un apporto straordinario all’economia veneta e migliaia di posti di lavoro. Ma anche un grande uomo, un filantropo, uno che non si tirava mai indietro dove c’era bisogno. Ci siamo sentiti spessissimo e ogni volta mi chiedeva se c’era qualche necessità e se poteva essere utile. Per la sanità, ad esempio, ha fatto tantissimo”, ricorda Zaia.

“Sono convinto che la sua storia possa essere letta non solo come esempio di un modello di imprenditoria, ma anche come la dimostrazione del fatto che la dimensione economica non possa prescindere da un contesto culturale ed etico di riferimento. Solo così si potranno scrivere ancora storie di grandi capitani d’industria come quella di Amenduni. Ai suoi familiari, in particolare ai figli, Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella, esprimo le mie più sincere condoglianze”.

Ore 13.44

Scomparsa del commendatore Nicola Amenduni, il sindaco proclama il lutto cittadino

Francesco Rucco: “Una figura straordinaria, grande imprenditore e benefattore”

(qui anche quello di ViPiu.it)

Si è spento nella notte, all’età di 103 anni, Nicola Amenduni storico titolare delle “Acciaierie Valbruna” e dell’omonimo gruppo che conta 2500 dipendenti e 42 filiali nel mondo.

Il sindaco di Vicenza ha deciso di proclamare in sua memoria il lutto cittadino.

“Nicola Amenduni rappresenta l’esempio dell’industriale d’altri tempi, brillante nella conduzione imprenditoriale e generoso con la sua comunità – lo ricorda il primo cittadino Francesco Rucco – perché ha amato come pochi Vicenza e i vicentini. Oltre a dare una concreta risposta occupazionale con l’opportunità di lavoro data a migliaia di persone, è stato anche un uomo dal grande altruismo dando vita alla fondazione Valbruna Onlus con la quale ha contribuito a varie donazioni a scuole e associazioni, e tra i fondatori della fondazione “San Bortolo” che si dedica al sostegno dell’ospedale cittadino favorendone l’ampliamento strutturale e l’ammodernamento delle dotazioni sanitarie. Si era preso cura delle famiglie vicentine espulse dalla Libia di Gheddafi aiutandole nell’accoglienza e nell’inserimento in città. E’ stato anche un appassionato sostenitore del Vicenza calcio facendo del marchio “Acciaierie Valbruna” uno sponsor storico ed immancabile.

Tutto questo lo ha sempre fatto per la terra che lo aveva adottato, senza chiedere e pretendere nulla in cambio; è per questo che la città gli deve essere grata e riconoscente proclamando il lutto cittadino e stringendosi alla famiglia in questo momento di dolore.

A tutti i familiari vanno le mie più sentite condoglianze”.

 

Ore 12.34

Possamai (Pd): “Addio a Nicola Amenduni, volto storico dell’imprenditoria vicentina”

“Con la scomparsa di Nicola Amenduni perdiamo una grande figura dell’imprenditoria vicentina e non solo. Sono vicino ai familiari in questo triste momento”. Così Giacomo Possamai consigliere regionali del Partito Democratico ricorda l’ingegnere barese, ma vicentino di adozione, al vertice del gruppo Valbruna e scomparso nella notte a 103 anni.

“A ‘don Nicola’ si deve il rilancio delle Acciaierie vicentine, trasformate nel colosso di oggi, con 2500 dipendenti e filiali in tutto il mondo. Lontano dai riflettori, era comunque un esempio e un punto di riferimento: basti pensare che fino poco tempo fa continuava ad andare in ufficio ogni giorno. Oltre al lavoro va ricordato anche il suo grande impegno sociale: in particolare con la Fondazione San Bortolo, di cui è stato uno dei promotori e generoso sostenitore, per aiutare l’omonimo ospedale e poi tutti quelli dell’Ulss n. 8 Berica, Il fatto che sia stato dichiarato lutto cittadino spiega meglio di tante parole chi fosse Amenduni e la sua importanza per Vicenza”, conclude Possamai.

Ore 12.27

Ciambetti: “Nicola Amenduni, seppe interpretare e accompagnare la rinascita dell’Italia credendo nel lavoro e nell’impresa, creando benessere e occupazione. Un esempio straordinario”

“Un grande, un esempio, un modello. Questo è stato ed è Nicola Amenduni, simbolo di quell’Italia vincente grazie al lavoro, allo spirito di sacrificio, alla capacità di avere un sogno e fare il possibile per concretizzarlo”. Così il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ricorda Nicola Amenduni “l’uomo che da Bari arrivato a Vicenza seppe interpretare la voglia di rinascita del nostro Paese e del nostro Veneto dopo due Guerre Mondiali che avevano lasciato macerie non solo materiali e tanta povertà – ha detto Ciambetti – Nicola Amenduni giunto a Vicenza negli anni Cinquanta, sposandosi con Mariuccia Gresele, seppe credere nel lavoro e nell’impresa, onorando così la figura di suo padre Michele che gli aveva lasciato in eredità non solo l’impresa olearia pugliese, in cui fin da bambino s’era formato, quanto la coscienza, la genialità, la perseveranza  imprenditoriale: la sua vera università fu la dura vota quotidiana in un Mezzogiorno assillato da mille problemi. Nicola Amenduni trovò in una Vicenza ancora povera il suo humus ideale, in cui poter sviluppare la sua tempra in cui la passione di uomo del Sud e il calore della sua Puglia, la coscienza e fantasia imprenditoriale, convivevano con il rigore, l’impegno e lo spirito di sacrificio quasi calvinista del Vicentino. Ciò a cui dette vita lo sappiamo bene: un impero che oggi vede nei suoi figli, Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio e Antonella, legittimi e autorevoli continuatori di una storia straordinaria, una storia che è segnata, anche, dalla capacità di comprendere i bisogni dei più deboli.Con intelligenza e straordinaria discrezione, fu anche uomo generoso e altruista. Io spero che i nostri giovani sappiano guardare al suo esempio, soprattutto oggi quando siamo chiamati noi a ricostruire l’Italia uscita devastata dalle crisi del 2007, dai disastri delle banche popolari, dalla pandemia. Dobbiamo guardare all’esempio di un grande capitano d’industria ma anche uomo sensibile e coraggioso: grande imprenditore di grandissime imprese, culturali, etiche e morali prima che economiche, di ingegno e fantasia, prima che di fisica e meccanica,  capaci di creare occupazione, benessere e ricchezza.”