Pandemia Covid: Israele approva la terza dose di vaccino anti-Covid per gli over 60, la chiusura dei negozi nel Regno Unito

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Covid, Israele: terza dose di vaccino anti-Covid
Covid, Israele: terza dose di vaccino anti-Covid

(Fonte The Vision, qui altre notizie cronologiche sul covid pubblicate da ViPiu.it, ndr).  Israele. Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha annunciato che il Paese somministrerà una terza dose di vaccino anti-Covid a tutte le persone che hanno già completato il ciclo. Israele è la prima nazione a rendere ufficiale una decisione simile, arrivata a seguito di un incremento dei casi e delle recenti evidenze che l’efficacia dei sieri ha una portata temporale limitata. “La realtà dimostra che i vaccini sono sicuri e che proteggono da morte e gravi patologie. E come il vaccino antinfluenzale va rinnovato di tanto in tanto, anche con quello contro il coronavirus sarà lo stesso”, ha dichiarato Bennett in un discorso sulla televisione nazionale. La terza dose è rivolta alle persone over 60 vaccinate da almeno 5 mesi e il nuovo presidente Isaac Herzog sarà il primo a sottoporvisi. Né gli Stati Uniti né l’Unione europea hanno al momento approvato la stessa strategia, non essendo ancora chiaro se sia davvero necessaria e, in caso affermativo, chi ne avrebbe bisogno e dopo quanto tempo. Bennett ha però affermato che un team di esperti consultato dal Paese ha concordato quasi all’unanimità sulla necessità di prevedere il richiamo, e che la decisione è arrivata  dopo “ricerche e analisi considerevoli” che presto saranno condivise con il resto del mondo.

Covid: chiusura dei negozi del Regno Unito
Covid: chiusura dei negozi del Regno Unito

Regno Unito. Negli ultimi mesi, il cambiamento delle abitudini d’acquisto dei consumatori dovuto a un incremento delle vendite online e a una traslazione della spesa verso l’intrattenimento digitale, la telefonia mobile e tutto ciò che rientra nel più ampio campo delle “esperienze”, ha portato al fallimento di molte aziende. Nel Regno Unito, secondo una ricerca della Local Data Company e del British Retail Consortium, nelle strade principali più di un negozio su sette è vuoto. È la percentuale più alta dal 2015, in quanto la pandemia di Covid-19 ha aumentato la pressione sui rivenditori fisici già indeboliti. Nei centri commerciali, gli spazi vuoti sarebbero un quinto del totale. Helen Dickinson, amministratrice delegata del British Retail Consortium, ha ribadito al governo la necessità di modificare le imposte sulla proprietà riguardanti i negozi, che costituiscono un ostacolo nella concorrenza con i rivali online. In tutta risposta, il governo ha dichiarato che pubblicherà una revisione delle tariffe commerciali in autunno, dopo aver sollevato i rivenditori dai pagamenti tributari per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria