Voragine Pedemontana, Cristina Guarda e avv. Destro preoccupati: “silenzio di Zaia è atroce”

321

Il cratere e movimento franoso con una ampia voragine che si sta aprendo nelle vicinanze del cantiere della Pedemontana Veneta a poche decine di metri da alcune abitazioni, testimoniano la preoccupante situazione della vallata interessata dalla costruzione della superstrada.

A denunciare ciò che sta avvenendo sono la consigliera regionale vicentina Cristina Guarda e l’avvocato Giorgio Destro, che rappresenta una delle famiglie in località Cracchia a Cornedo Vicentino e hanno effettuato un sopralluogo nell’area (video sopra).

“Il solito silenzio di Luca Zaia è atroce – è il grido lanciato da Guarda in una conferenza in piazza Duomo a Vicenza – non può solo parlare della data di scadenza dei lavori della Pedemontana con criticità come queste che continuano ad affiorare”.

“Chiediamo lo stop immediato dei lavori – è invece la ferma posizione espressa dall’avvocato Destroe una cauzione di 750 mila euro a garanzia di eventuali crolli nelle abitazioni di due famiglie

Di seguito il comunicato con la posizione ufficiale della consigliera Guarda

Pedemontana Veneta: le famiglie vicentine lasciate sole di fronte a voragini e frane inquietanti per il territorio attraversato dalla costosissima strada a pedaggio

Quanto costerà la Pedemontana veneta? Che prezzo dovranno pagare i territori che vengono feriti dal passaggio di questo terremoto che si sta mangiando il terreno e rischia di travolgere le case? Sono le domande a cui la Regione non sta rispondendo e che la Consigliera regionale Cristina Guarda pone facendosi portavoce dei cittadini abbandonati da Zaia ad un braccio di ferro impari contro le ruspe del consorzio Sis che non si fermano nemmeno di fronte alle voragini.

“Temiamo che le tecniche costruttive usate siano inadeguate sia in termini ambientali (falda e terreno) che per la sicurezza delle famiglie – spiega Cristina Guarda che già più volte in ricognizione sul territorio attraversato dal cantiere – in località Cracchi o Vallugana le persone che vivono e lavorano in zone che erano fino a pochi mesi fa dei piccoli paradisi con fossati e siepi a dividere i campi, ora vedono l’acqua sparire e i terreni abbassarsi e franare come nei casi documentati da me alla Regione ed al ministero. Chiedo che la Regione in quanto concedente non parli con la bocca del Consorzio Sis: è uno schema che abbiamo già visto con il Mose e sappiamo com’è finita”.

Gli effetti collaterali dell’avanzamento dei cantieri mostrano effetti inquietanti, documentati dal Consigliere regionale d’opposizione con foto e riprese dall’alto che mostrano a Cornedo Vicentino la voragine che ha inghiottito una porzione di fossato classificato habitat 3260, e interessato parte del prato ricompreso nell’area. A pochi metri da essa, venerdì 17 gennaio 2020, è stata la stessa Consigliera con i cittadini locali a verificare un via vai di camion e una ruspa all’opera, senza che vi sia ancora un progetto di ripristino del fornello approvato dalla Regione dato che il tutto si trova all’interno della zona di conservazione speciale delle poscole (identificata con codice IT3220039).

E’ la seconda voragine che si apre nel sito rete natura 2000. L’area è altresì sottoposta a vincolo paesaggistico perché compresa nella fascia di 150 metri dal torrente poscola.

“Chi ha case ed attività produttive a Cornedo Vicentino vive ore di ansia – spiega Cristina Guarda e sono lasciati soli dall’amministrazione regionale che non li sta ascoltando. Ritengo urgente aprire un tavolo di confronto tra la Regione e la popolazione per capire il perché di questi danni e sapere se siano previsti azioni in tutela delle famiglie, per i danni che appaiono ormai inevitabili.

Sono Veneti che hanno il diritto di vedere tutelata una formula compensativa, visto che gli abitanti della zona del cantiere rischiano di subire danni ingenti a causa delle criticità che emergono nel proseguimento dei lavori. Con questi cedimenti, che anche se fossero di pochi centimetri, rischiano danni enormi le case e quindi le vite di chi ha sacrificato tutto per costruire un tetto per la propria famiglia, una stalla o una attività e rischia di vedere tutto compromesso da fornelli e cedimenti che si stanno mangiando i campi circostanti. Oltre al prezzo del biglietto di transito i veneti rischiano di pagare altri danni incalcolabili, molti, io credo, evitabili se solo si avesse l’umiltà minima richiesta a un politico: l’ascoltare e rispondere alle preoccupazioni di chi sul territorio vive, anche da generazioni”.