Processo Veneto Banca, lettera BCE a giudici e legali su limiti testimonianza suoi ispettori. Giovanni Schiavon: “pretende di sostituirsi al giudice?”

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Direttrice Generale del Servizio Legale di BCE, prof. Avv. Chiara Zilioli (da un video postato dal Ministero della salute https://www.youtube.com/watch?v=AIHmQ_MBy5k)
Direttrice Generale del Servizio Legale di BCE, prof. Avv. Chiara Zilioli (da un video postato dal Ministero della salute https://www.youtube.com/watch?v=AIHmQ_MBy5k)
Giovanni Schiavon (a sx nella foto) audito dalla Commissione parlamentare di indagine sul sistema bancario e finanziario
Giovanni Schiavon (a sx nella foto) audito dalla Commissione parlamentare di indagine sul sistema bancario e finanziario

Si è venuti a conoscenza tramite altri media di una lettera inviata dalla Direttrice Generale del Servizio Legale di BCE, prof. Avv. Chiara Zilioli, ad Ermenegildo Costabile, l’avvocato difensore di Vincenzo Consoli (unico imputato nel processo di Treviso su Veneto Banca) e al presidente del Collegio giudicante del tribunale dott. Umberto Donà, contenente l’indicazione delle decisioni dell’Unione sulla convocazione in esso, quali testimoni, di tre ex ispettori di Bankitalia, attualmente funzionari BCE (la foto di Zilioli è un frame di un video postato dal Ministero della salute https://www.youtube.com/watch?v=AIHmQ_MBy5k, (per tutte le udienze e notizie sul processo Veneto Banca clicca qui).

iferimenti ufficiali e pubblici della Direttrice Generale del Servizio Legale di BCE, prof. Avv. Chiara Zilioli
iferimenti ufficiali e pubblici della Direttrice Generale del Servizio Legale di BCE, prof. Avv. Chiara Zilioli

Con tale lettera (ora anche in nostro possesso, ndr) BCE  ha dettagliatamente descritto le presunte prerogative riservate al personale BCE dai Protocolli europei, tra le quali l’immunità di giurisdizione e “l’immunità dal testimoniare in giudizio per gli atti compiuti in veste ufficiale”, cioè riguardanti eventi scaturiti dalle loro funzioni svolte per BCE; ed altresì il loro obbligo di conservare il segreto professionale.

Frontespizio lettera BCE su testimonianze suoi ispettori al processo Veneto Banca
Frontespizio lettera BCE su testimonianze suoi ispettori al processo Veneto Banca

In definitiva – ha sottolineato la Direttrice del Servizio Legale dell’Unione – per i funzionari BCE  non esisterebbero limitazioni all’obbligo di testimonianza solo con riferimento ai fatti appresi nello svolgimento del ruolo ricoperto durante il periodo in cui erano ispettori di Banca d’Italia (cioè fino al 1° marzo 2014 per Corradino, fino al 15 febbraio 2014 per Mastrodomenico e fino al 1° gennaio 2015 per Silvestri).

Tuttavia – essa ha aggiunto – pur con riferimento a tale specifico periodo, la loro testimonianza sarebbe inutile in quel processo perché altri ispettori di Bankitalia sono già stati sentiti nel processo e perché il tribunale di Treviso ben potrebbe trarre il suo convincimento sulla vicenda di Veneto Banca da una serie di documenti, riguardanti questo specifico argomento, trasmessi, con la debita autorizzazione di BCE, alla Procura della Repubblica di Roma e a quella di Treviso.

Come dire: il materiale probatorio già acquisito al processo è più che sufficiente per decidere, talché le ulteriori testimonianze dei tre (attuali) ispettori di BCE sarebbero inutili e sovrabbondanti!

Una tale considerazione è sorprendente e fuori luogo perché finisce per bypassare le scelte discrezionali dell’Autorità giudiziaria italiana, alla quale soltanto spetta la decisione sulla sufficienza del materiale probatorio acquisito al processo. È il Tribunale che valuterà (nel contesto del giudizio penale e con l’osservanza del principio del contraddittorio, come è d’obbligo in ogni Paese civile) la fondatezza o meno dei rilievi e l’estensione delle prerogative dei testimoni di provenienza BCE.

Ma come può questa istituzione pretendere di sostituirsi al giudice, scrivendogli che dovrebbe accontentarsi delle testimonianze già assunte? Per di più, scopriamo, ora, che BCE pretende di interpretare i Protocolli europei (che pur prevedono varie prerogative, a protezione del proprio personale) nel senso di dover valutare l’opportunità di autorizzare i propri funzionari a testimoniare nei processi radicati negli Stati dell’Unione e solo dopo aver conosciuto, in via preventiva, l’ambito delle domande che dovessero venire loro rivolte, in udienza; e l’autorizzazione dovrebbe anche essere accompagnata da una (incomprensibile) “revoca dell’immunità” loro riservata e da un’autorizzazione alla comunicazione “delle informazioni confidenziali ottenute nell’assolvimento delle loro funzioni professionali”.

Quello di rendere testimonianza è un dovere giuridico e morale, dal quale non può essere esentato nessun cittadino, neppure se fosse davvero destinatario (ma, in realtà, non è proprio così) delle prerogative previste dai contorti Protocolli europei, già malamente interpretati.

La pretesa di BCE (di dover esplicitamente autorizzare i propri funzionari a testimoniare), peraltro non esercitata, a nostro sapere e per lo meno in queste forme, nel precedente processo BPVi contro Zonin & c., è un significativo esempio dell’opacità comportamentale che spesso ha connotato il suo operato. Proprio essa dovrebbe essere, invece, la massima Autorità di garanzia per la trasparenza della politica bancaria, nell’interesse collettivo ed a tutela dei cittadini.

Ed, invece, è proprio questa ostinazione a voler tenere tutto sotto controllo e sottoporre all’esplicita autorizzazione dei propri organi decisionali la stessa richiesta di far testimoniare, nei processi penali, i suoi ispettori che indispettisce ancor più i cittadini (soprattutto se vittime delle discutibili politiche bancarie europee). In un clima opaco come questo, come sperare di venire a capo di una vicenda processuale il cui esito dipende essenzialmente dalla lealtà e dalla collaborazione delle Autorità preposte (sulla carta) alla tutela del risparmio?

È questa l’Europa immaginata dai cittadini europei? Quella che è stata fondata per offrire a tutti i suoi cittadini libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne?

Giovanni Schiavon

ex magistrato

Già presidente dei tribunali di Belluno e Treviso


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