Questori e sicurezza, Il Sole 24 Ore: “Nei primi 9 mesi del 2023 provvedimenti in aumento”

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La Questura di Vicenza

Dai rimpatri ai Daspo e fino agli ammonimenti, gli interventi dei questori italiani sono sempre più numerosi. È quanto emerge dall’analisi sui dati da gennaio ad agosto 2023, gli unici finora disponibili forniti dalla Polizia di Stato, sui provvedimenti adottati dalle questure, proposti o eseguiti, ed al centro di un approfondimento de Il Sole 24 Ore, oggi in edicola.

Il tutto, ovviamente, con le ipotizzabili ricadute sulla sicurezza nelle città italiane: un tema molto sentito anche a Vicenza, come dimostra il dibattito politico degli ultimi mesi.

Nel novero dei provvedimenti ci sono inoltre quelli legati a misure legislative molto recenti, come decreto legge “Caivano” contro il disagio giovanile e la legge contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, che hanno ampliato il raggio d’azione dei questori.

Fanno segnare un un incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2022, ndr) provvedimenti come gli avvisi orali, rimpatri con foglio di via obbligatorio, Daspo, divieti di accesso alle manifestazioni sportive, divieto di accesso o stanziamento all’interno o in prossimità a locali pubblici, divieti di accesso alle aree urbane e divieti per denunciati o condannati per stupefacenti. E ora il decreto Caivano consente di applicare i divieti di accesso anche ai minorenni con almeno 14 anni.

A questi interventi si affiancano gli ammonimenti riporta Il Sole 24 Ore -, con cui il questore invita chi compie fatti non (ancora) penalmente rilevanti a modificare i suoi comportamenti: in nove mesi ne sono stati adottati 2.007 per violenza domestica (+32% sul 2022), 1.378 per stalking (atti persecutori, in crescita del 18,6%) e 26 contro il cyberbullismo (+36,85).

Il decreto legge Caivano ha ora esteso lo strumento ai casi in cui un minorenne (con almeno 14 anni) commette i reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minaccia e danneggiamento nei confronti di un altro minorenne. Per i reati più gravi (puniti nel massimo con almeno cinque anni di reclusione) l’ammonimento scatta anche per i minori tra i 12 e 14 anni. L’obiettivo è intervenire in via anticipata anche nei confronti della criminalità giovanile: ora le nuove disposizioni sono fresche (ad oggi, fa sapere l’Anticrimine, sono solo due gli atti di questo tipo emessi), ma nei prossimi mesi si potrà valutare il loro impatto.

Dallo scorso 9 dicembre la legge 168/2023 contro la violenza sulle donne ha ampliato il novero dei reati di genere per i quali è possibile procedere all’ammonimento e ha stabilito che rilevi anche un solo episodio, se commesso in presenza di minori. In parallelo, ha introdotto la possibilità di revocare i provvedimenti, su istanza dell’ammonito, dopo aver valutato la partecipazione ai percorsi di recupero che dovrebbero essere offerti da servizi sociali e consultori.

In generale, trattandosi di provvedimenti amministrativi, per chi ne è colpito si apre la strada del ricorso al prefetto o al giudice amministrativo, che può portare all’annullamento della misura di prevenzione.

Per quanto viaggino fuori dal circuito penale, va detto che i provvedimenti dei questori possono avere conseguenze sul piano penale: ad esempio, per i reati di violenza di genere, se l’autore è già stato ammonito – anche se la vittima è diversa – la pena è aggravata e si procede di ufficio”.

Fonte Il Sole 24 Ore