Festival di Sanremo 2022 tra rap e hip-hop. “New Musical Tales”: tra scandali e successi da Eminem a Junior Cally

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Festival di Sanremo 2022
Festival di Sanremo 2022

Ogni anno in questo periodo dell’anno si tiene il Festival di Sanremo, il festival della musica italiana, e ogni anno si ripropone il tema della presenza del rap all’interno della kermesse. Il festival di Sanremo è, come abbiamo detto, il festival della musica italiana, deve perciò rappresentare tutta la scena musicale contemporanea e nell’ultimo decennio la musica di strada è entrata di prepotenza nel panorama italiano, dominando le classifiche e diffondendosi soprattutto tra i giovani. Tra Sanremo e il rap però non c’è mai stato un rapporto idilliaco.

Il Festival di Sanremo è un evento che va in onda sulla tv nazionale, deve coinvolgere tutte le fasce d’età, ma ha un target che, sebbene si sia avvicinato ai giovani nell’ultimo triennio, è prettamente direzionato per una fascia di popolazione di età superiore a quella della maggior parte dei fruitori di musica hip-hop. Inoltre, un altro problema significativo è quello che riguarda i testi e le esibizioni degli artisti in gara.

La musica rap punta molto sui propri testi, che usano talvolta terminologie ed un linguaggio non allineato a quello che è il concept politicamente corretto del Festival, e questo vale anche per gli argomenti trattati dal testo. Il rap nasce come denuncia sociale e, come detto, vede il proprio punto di forza nei propri testi e nella coesione di questi con la base. Sanremo è un festival, invece, caratterizzato prettamente dalla musica pop, che tende a sacrificare un testo ricco di contenuti e con una metrica accurata a fronte dell’orecchiabilità e della musicalità della canzone. Da qui anche la problematica delle esibizioni; un rapper è generalmente un autore, ed è bravo ad andare a tempo sulla base, i loro concerti puntano ad esaltare la folla, ma generalmente non si tratta di individualità con una dote canora importante, a differenza di cantanti di musica leggera, che invece caratterizzano la kermesse, che hanno invece come punto di forza quello di saper intonare i loro brani.

Possiamo vedere quindi come il Festival di Sanremo e la musica rap siano piuttosto incompatibili, tant’è che nel passato non sono mancati momenti bui.

Nel 2001 fu invitato a Sanremo Eminem, uno dei rapper più importanti di sempre e nel periodo forse migliore della sua carriera; nonostante ciò la risposta del pubblico, come il modo in cui è stato trattato sul palco, furono veramente imbarazzanti.

Più recente (2020) è invece la sterile e leziosa polemica nei confronti di Junior Cally, accusato di istigare alla violenza sulle donne per alcune rime dei suoi testi (in particolare quelle del pezzo Strega). Polemica veramente fine a sé stessa in quanto i testi della musica di strada sono volutamente allineati su dei toni alti e con un certo tipo di registro linguistico, senza però voler istigare a compiere alcun tipo di azione illegale. Si potrebbe andare avanti ancora per molto, la questione più recente è quella dello scorso anno legata a Willie Peyote, criticato per la parola Peyote (una pianta da cui si produce una particolare sostanza stupefacente) nel suo nome.

Il rap ha vissuto però anche momenti di gloria al Festival; negli anni le varie partecipazioni di artisti come Rocco Hunt, Clementino, Anastasio, Ghemon, Madame e Willie Peyote hanno convinto pubblico e giuria posizionandosi anche spesso e volentieri nelle zone alte della classifica, alle volte vincendo anche premi individuali; la scorsa edizione i sopracitati Madame e Willie Peyote sono stati premiati rispettivamente con il premio al miglior testo e quello della critica. Addirittura nel 2019 Mahmood ha vinto quell’edizione del festival con un brano trap (prodotto da Dardust e dal genio dietro la trap italiana, Charlie Charles) arrivando poi secondo all’Eurovision e con il singolo Soldi, divenuto una hit internazionale.

Dopo la vittoria di Mahmood al Festival il cast è stato ringiovanito e anche in questa ne vediamo uno con un’età media più bassa degli scorsi anni. Quest’anno il rap avrà probabilmente come unici rappresentanti il veterano Dargen D’amico e Highsnob, che gareggerà in coppia con Hu; ancora ci sarebbero altri artisti affiliabili all’hip-hop come il vincitore dell’edizione 2019, il sopracitato Mahmood, che però verosimilmente porterà un brano pop, vista la sua evoluzione artistica e il suo sodalizio con Blanco nella kermesse; anche Rkomi potrebbe portare un brano rap essendo un rapper di spessore, ma la sua evoluzione (a cui è dedicato lo scorso articolo) suggerisce piuttosto la partecipazione con un brano pop.

La musica hip-hop e Sanremo vivono un rapporto burrascoso e la sensazione è che i due viaggeranno su binari paralleli per un bel po’, ci sono ancora troppe incongruenze tra le due cose che difficilmente vedranno le loro strade incrociarsi nel breve periodo. Dovranno farlo prima o poi: il rap è la musica del presente, ma anche quella del futuro e col passare del tempo la sua presenza a Sanremo dovrà per forza essere sdoganata per restare al passo coi tempi, ad oggi però questo non è ancora avvenuto, ma è alle porte una nuova edizione del Festival e con questa un altro capitolo della burrascosa storia del rapporto rap-Sanremo.

Questa rubrica è il frutto della collaborazione tra il giornale Vipiù.it e il Liceo Scientifico, Scienze Applicate, Linguistico e Coreutico “Da Vinci” di Bisceglie (BT) per i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO). Qui troverai tutti gli articoli del PCTO del Liceo “Da Vinci” di Bisceglie (BT).


Qui troverai tutti i contributi della nuova rubrica New Musical Tales (Nuovi Racconti Musicali) che prova a nascere con studenti liceali partecipanti a un progetto di scuola-lavoro a cui contribuisce ViPiu.it sotto la guida del prof. Michele Lucivero, per poi magari allargarsi ad altri studenti, ad altri giovani e ad appassionati di musica.