Rinnovo contratto dipendenti pubblico impiego, Cavion (Confartigianato Vicenza): “beffa per chi non arriva a fine mese”

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Imprese a rischio svuotamento
Imprese a rischio svuotamento

Venti giorni fa il premier Mario Draghi e il Ministro Renato Brunetta hanno firmato con le organizzazioni sindacali un accordo, anche economico, denominato “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Il commento del Premier Draghi, misurato com’è nel suo stile, è stato: “molto o quasi tutto resta da fare. Faccio l’augurio che sapremo tener fede alle premesse contenute nel piano”. L’accordo non è andato giù al presidente di Confartigianato Imprese. Vicenza Cavion.

“Le pare, ministro Brunetta, che proprio la componente più garantita, cioè il pubblico impiego, nella grave situazione pandemica che stiamo vivendo da un anno a questa parte, dovesse arrivare per prima al traguardo di una nuova sperequazione sociale? – si chiede retoricamente Cavion in una lettera aperta -. Il patto, purtroppo, ha segnato l’ennesima “distinzione sociale” allargando il solco tra lavoratori comunque protetti con retribuzione integrale e sicurezza del posto di lavoro rispetto a lavoratori in cassa integrazione, disoccupati, partite Iva, autonomi e piccoli imprenditori, ai quali i ristori talvolta non bastano per unire pranzo e cena”.

“Questo è tempo di coesione sociale vera, non di facciata, peggio ancora se la facciata serve per coprire rinnovi contrattuali che nulla hanno a che fare con la coesione. È tempo di destinare denaro pubblico non per aumenti delle retribuzioni di chi è meno esposto, ma per detassare chi può assumere, giovani o meno giovani, e per dare risposte più complete ed adeguate a chi non ce la fa. Il governo in questa grave situazione pandemica, dovrebbe casomai porsi l’obiettivo di riequilibrare le aspettative di lavoro, di retribuzione, di compenso e di protezione e non allargare il solco tra privilegiati ed esposti – afferma ancora Cavion -. È tempo infine di sbloccare la macchina dei troppi appalti pubblici fermi al palo per cavilli burocratici o per mancate riforme dei regolamenti, ancora una volta prigionieri di una visione burocratica che ci condanna all’immobilismo. È tempo di sbloccare il lavoro nei comuni per favorire il ricorso all’Ecobonus, anche consentendo assunzioni al Nord, dove il provvedimento è richiesto. La Costituzione recita all’articolo 3 che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”, e ancora che “la Repubblica” rimuove “gli ostacoli di odine economico e sociale” e promuove l’uguaglianza dei cittadini. Caro ministro – conclude cavion – il contratto per l’innovazione dell’impiego pubblico e l’inclusione sociale va nella direzione opposta”.