Delibera su Oss come infermieri, opposizioni insorgono contro Zaia: “la ritiri e venga a riferire in commissione Sanità”

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Sanità veneta, corsia di un ospedale
Sanità veneta, corsia di un ospedale

“La carenza di personale qualificato nelle Rsa è un problema che non si può risolvere prendendo scorciatoie; la situazione di emergenza non giustifica pericolose fughe in avanti . La Dgr 305 sugli Oss sta già provocando malumore e polemiche prima ancora di essere pubblicata sul Bur: invitiamo la Giunta a sospenderla e a riferire in commissione Sanità, dove chiediamo di ascoltare i soggetti interessati, cominciando dai rappresentanti del Coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche, finora non consultati. È un problema di metodo ancor prima che di contenuto”. È netto il giudizio affidato a una nota dei consiglieri regionali del PD Anna Maria Bigon, vicepresidente della Quinta commissione e Vanessa Camani e Andrea Zanoni sul provvedimento dello scorso 16 marzo riguardante il percorso di ‘Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario’. “La fretta è cattiva consigliera, si rischia di dare risposte sbagliate a problemi reali. Infermieri e Oss sono entrambe figure fondamentali e da valorizzare, ma rimangono complementari e distinte. Non possiamo fare confusione: stiamo parlando di un ambito delicato, con pazienti particolarmente fragili a cui dobbiamo garantire la migliore assistenza, senza esporli a ulteriori rischi”.

“Entrambe le figure professionali, operatori socio-sanitari e infermieri, vanno tutelate e valorizzate” aggiunge la consigliera del Movimento 5 Stelle Erika Baldin. “Sfruttare un corso di formazione complementare per trasferire competenze e mansioni, creando di fatto una figura intermedia, non è la strada giusta per rispondere alla carenza di personale sanitario”. Baldin, componente della Commissione Sanità, ha depositato un’interrogazione a risposta immediata, sottoscritta anche dalle altre consigliere di minoranza Cristina Guarda (Europa Verde) ed Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo), tramite la quale chiedono alla Giunta regionale di “rivedere la propria decisione di istituire il percorso formativo complementare per gli Oss, alla luce delle molte critiche ricevute dalle associazioni di categoria. La carenza di personale nelle Rsa, dovuta all’emergenza pandemica, va affrontata con altri strumenti. Del resto è fuorviante pensare di risolvere un problema di organico attribuendo nuove responsabilità agli Oss, in assenza peraltro di un trattamento economico adeguato. Come è già stato ricordato, la figura dell’Oss complementare non è disciplinata in nessun contratto collettivo nazionale. Quella delibera va ritirata – conclude Baldin – e anche la Cgil è intervenuta per chiedere alla Regione del Veneto di tornare sui propri passi”.