Sarcedo, scoppia il caso Fossalunga. Scontro tra ex sindaco Meneghello e FAI

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Giorgio Meneghello
Giorgio Meneghello

Il FAI- Fondo Ambiente Italiano ha inoltrato un esposto alla Procura della Repubblica di Vicenza e all’Arpav sul sito produttivo di via Fossalunga a Sarcedo che chiama in causa anche il sindaco Luca Cortese, per non aver adempiuto alla delibera che a partire dall’anno 2008, e per ben tre volte, definiva lo sgombero dell’attuale attività ritenuta “incongrua”. Negli atti depositati dal FAI su segnalazione di alcuni residenti, si sottolinea inoltre che tale attività configuri una violenta deturpazione paesaggistica in una zona particolarmente pregiata e limitrofa ad un percorso ciclo-turistico mappato e segnalato. L’ex sindaco Giorgio Meneghello, capogruppo in consiglio comunale di Vivere Sarcedo, ha però attaccato il FAI, accusandolo in dichiarazioni pubblicati da un giornale locale di fare confusione e dire cose non aderenti alla realtà.

La delegazione di Vicenza del Fai in una nota che pubblichiamo risponde che “il FAI non fa alcuna confusione e prende atto dello stato delle cose, consultando la documentazione disponibile. Si precisa che il FAI non indica che l’attuale proprietario dell’attività economica, Ditta Dal Ferro fratelli SNC di Lorenzo Dal Ferro & C. stia operando al di fuori della legge. Appoggiando con una lettera la richiesta, da parte di residenti, di una verifica da parte di ArpaV, il FAI, solleva legittimamente il dubbio che, riferendosi ad una ditta che è una discarica a cielo aperto di materiali da recupero di cantiere, i quali poggiano direttamente sul terreno (l’esterno del capannone è sprovvisto di pavimentazione), in caso di presenza di sostanze nocive (alleghiamo foto con abbandono, ad esempio della plastica), l’azione delle intemperie possa potenzialmente contaminare la falda acquifera”.

“Non cambia, la presenza delle polveri e dei rumori molesti che, per loro natura, nei giorni in cui avviene la frantumazione di tali materiali per mezzo di attrezzature meccaniche, si diffondono nelle aree circostanti interessate da case, campi coltivati, attività e dal passaggio di un percorso ciclo- turistico segnalato. Sarà cura della proprietà o dell’Amministrazione Comunale eventualmente produrre alle autorità preposte tali autorizzazioni, fermo restando la questione delle polveri, del rumore e dell’assenza di una pavimentazione – prosegue il FAI -. Se i cumuli di macerie si trovassero nell’interno del capannone, nessun rischio di penetrazione nel terreno, per tramite delle intemperie, si porrebbe.

“La “zona industriale” indicata, si trova allineata sull’altro lato di via Fossalunga, pertanto la ditta è al di fuori di quell’area. Il lato della Ditta Dal Ferro è zona vincolata, pertanto sottoposta a regole e tutele diverse dall’area produttiva. E i risultati di questo vincolo, evidentemente, non tutelano quel “cono visuale”, in un’area naturalistica, di una villa storica con parco vincolati e pubblici. In tal senso, sarebbe interessante conoscere il perché, all’interno del cono visuale di un Bene Culturale pubblico, sia stata data licenza alla costruzione di quello che appare quale capannone industriale, anche se dichiarato quale deposito di attrezzatura agricola. Ci uniamo alla richiesta di Meneghello per una risposta nei confronti dell’Amministrazione comunale – conclude la nota -. Rimangono i fatti: ovvero che tre Delibere comunali, a partire dal 2008, non abbiano avuto seguito. Se di deposito di attrezzature agricole si parla, cos’hanno a che vedere le montagne di materiali ammassati all’esterno del capannone per svariati metri di altezza?”.