Scuola e Covid,+Europa Veneto: “assordante silenzio su riapertura”

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Il 7 gennaio le scuole dovrebbero riaprire al 75% in presenza, dopo la chiusura a causa del Covid. Ma +Europa Veneto denuncia “l’assordante silenzio” al riguardo. “Significa minare alla base lo stato di diritto. – dichiara in un comunicato Silvia Nalin di +Europa Venezia –. Si tratta anche di far uscire tanti ragazzi da un pericoloso isolamento: il Veneto è costituito principalmente da piccoli e piccolissimi comuni dai quali in questo momento è vietato uscire. La scuola in presenza sarebbe dunque l’unica occasione di socializzazione”.

“L’istruzione è imprescindibile, mai nella storia della Repubblica italiana era stata interrotta. Il disinteresse verso la scuola ne determina il suo indebolimento e gli effetti sociali della chiusura potrebbero essere gravi, soprattutto sul lungo termine.”

La proposta articolata di +Europa tocca alcuni punti anche di pertinenza regionale come appunto i trasporti. “Si chiedono convenzioni con gli operatori privati, oggi fermi e cassintegrati, per facilitare il collegamento degli studenti. Inoltre una definizione degli orari per doppio ingresso e uscita consentirebbe di ridurre l’impatto sui mezzi di trasporto. Altro punto: test in pooling in tutte le scuole utilizzando tamponi rapidi antigenici che diano immediate indicazioni sull’eventuale presenza di rischi di contagio all’interno delle classi”…

La scuola deve riaprire bene – conclude Corrado Cortese, Portavoce +Europa Veneto – perchè riguarda la generazione dei giovani, quella su cui l’Europa sta investendo con Next Generation EU che è la base del Recovery Fund. In una situazione come questa, la politica seria fa proposte e cerca soluzioni condivise mettendo in pratica i servizi necessari ai cittadini. Il Presidente Zaia quindi faccia tutto quello che gli compete per riportare i giovani nelle scuole, faccia sentire la sua voce anche sull’importanza che l’Italia acceda alle risorse del MES”

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