Cronaca dell’audizione di Vicenza al Mibac per aggiudicarsi il titolo di Capitale italiana della cultura 2024. La vincitrice sarà annunciata il 29 marzo

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“Vicenza, città di palazzi e di belle invenzioni dove la cultura è un bene della comunità, dove si generano idee, processi creativi, energie sociali, dove gli artefici si incontrano per reinventare nuovi linguaggi. Vicenza e il suo territorio sono Fabbrica dell’Invenzione. A Vicenza la cultura è arte, architettura, accoglienza, partecipazione, inclusione. A Vicenza la cultura è una bella invenzione” (qui la nota ufficiale, ndr).

L’audizione di Vicenza per guadagnarsi il titolo di “Capitale italiana della cultura 2024” davanti alla Commissione del Ministero della Cultura è iniziata con la presentazione del video ufficiale della candidatura, un mix efficace di immagini suggestive della città accompagnate da quelle parole. Novità di quest’anno è stata la possibilità di seguirla online, in diretta streaming, essendo per la prima volta “a porte aperte” e “a distanza” anche per i protagonisti.
L’audizione ministeriale per le dieci città finaliste era strutturata in due parti: i primi trenta minuti le finaliste avevano la possibilità di presentare il loro dossier, mentre per i successivi 30 minuti la commissione esaminatrice aveva la facoltà di rivolgere delle domande. Un’ora, quindi, per aggiudicarsi quella corona, non solo metaforica visto tutto quello che ne conseguirà, che sarà assegnata alla vincitrice il 29 marzo.

In diretta da Teatro Olimpico, Vicenza ha scelto una presentazione corale aperta dai saluti e dal benvenuto del sindaco Francesco Rucco. Il primo cittadino ha sottolineato la bellezza, l’unicità e il valore storico-artistico del Teatro Olimpico, il teatro coperto “più bello del mondo”, opera di Palladio, che ha ispirato la candidatura vicentina “di città e territorio”. «Partendo dai classici – ha spiegato con convinzione Rucco forte anche della sua loquela avvocatizia – abbiamo ripreso il concetto di “koinon agaton”, di “bene comune”, valore fondante delle nostre democrazie in cui è incluso anche il patrimonio culturale per traghettare Vicenza verso un nuovo Rinascimento».

Il primo cittadino vicentino ha quindi sottolineato il grande lavoro di squadra per arrivare alla candidatura portato avanti anche durante il lockdown e che poggia su solide basi tecniche e finanziarie: ogni anno il comune investe 8 milioni di euro in cultura sia dal punto di vista pubblico che dal punto di vista privato. Questi investimenti, per Rucco «devono essere gestiti da una governance di nuovi imprenditori moderni». Tutto questo, ha concluso il primo cittadino, «farà di Vicenza e del suo territorio un ambiente internazionale, cosmopolita e accogliente».

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Protagonisti dell’audizione di Vicenza

La parola è quindi passata a Marco Marcatili, coordinatore del dossier, che ha illustrato le tre basi del progetto vicentino: un piano di welfare integrato in chiave culturale per mettere in dialogo concreto produttori culturali e imprenditori e costruire un’offerta comune per un riscatto sociale dell’intera comunità, la trasformazione di città e territorio attraverso la responsabilità di divenire “produttori culturali” e la credibilità del progetto basata sulla presenza da anni di infrastrutture materiali e di accessibilità adatte ad accogliere i visitatori e sulla “giusta mentalità” del territorio. Due, quindi, le idee alla base del progetto: la cultura del dialogo e della partecipazione come invenzione vitale e la cultura come ricerca e sperimentazione per traguardare nuove sfide economiche e sociali. Un progetto «curato con amore ed entusiasmo che ha già cambiato la città».

Poi è stato il turno di Elena Zambon, imprenditrice, che ha posto l’accento sull’impresa che «è essa stessa cultura» e «si nutre di cultura». A suo dire «se medicina e scienza possono trovare una cura, solo la cultura può darle un senso». Zambon ha sottolineato poi la potenzialità insita nella natura dei capolavori palladiani «di riuscire a far respirare anima e mente per occuparci di noi stessi ed essere felici». Per l’imprenditrice «Vicenza è il luogo ideale per creare un dialogo continuo tra scienze, conoscenze e culture».

Ancora, Edoardo Demo, storico economico, ha sottolineato come il Rinascimento di Vicenza sia quello di una città che crede in sé stessa e punta sulle nuove invenzioni di Andrea Palladio per fare un salto in avanti proponendo una dimensione in cui le imprese siano produttori culturali e viceversa e in cui le aziende pensino a un processo di welfare culturale e aziendale che permetta ai propri dipendenti l’accesso alla cultura. Un’idea di cultura nuova, quindi, che sia laboratorio per il futuro dell’Italia. A tal proposito, l’imprenditore Lino Dainese ha sottolineato l’importanza dei processi creativi alla base dell’unicità di un’opera e il sogno e l’ambizione di Vicenza di raccontarsi in Palazzo Thiene.

Tra le sorprese, due sostenitori dall’estero. Beatrice Venezi da Parigi ha rimarcato l’unicità del Teatro Olimpico e ha promesso un omaggio con una nona sinfonia di Beethoven in caso di vittoria. Il professor Christian Greco in collegamento dal Cairo ha posto l’accento sulla fabbrica come «comunità che lavora insieme». Ultimo ad avere parola è stato Giancarlo Marinelli, direttore artistico del Teatro Olimpico di Vicenza, che partendo dalla sua esperienza di vita ha parlato di Vicenza come «città della compatibilità» e di «una smisurata bellezza di una città a misura d’uomo che è sempre stata compatibile con se stessa e con il resto del mondo».

L’esposizione è stata giudicata in prima battuta dalla Commissione «di forte impatto emotivo» e anche «ricca e articolata» e noi, che l’abbiamo vissuta in diretta, concordiamo pienamente.

Per quanto riguarda seconda parte dell’audizione le domande rivolte dalla Commissione alla città hanno riguardato principalmente un approfondimento del concetto di “invenzione”, del ruolo del terzo settore e della tecnologia. Ancora, richieste di approfondimento circa la governance che gestirà l’attuazione del progetto e la spesa per gestione e organizzazione della struttura e del programma.

Rispondendo all’ultima domanda circa la potenziale diversità della Vicenza del futuro i protagonisti dell’audizione hanno sottolineato la mancanza, prima del percorso di candidatura, di collaborazione a fronte di un’offerta culturale già presente e ricca. A questo proposito il progetto è stato un’«esperienza di comunità inedita» che presenta aspetti fortemente innovativi come il “turismo industriale”, direttamente nelle fabbriche vicentine, che porteranno a una maggiore attrattività della città anche per i giovani.

Dopo la presentazione di un progetto che è parso di alto livello non resta che aspettare il 29 marzo, ma in ogni caso essere nella top ten delle candidate per Vicenza è già un successo. E questo lo affermiamo per… scaramanzia.