No TAV Vicenza, PRC: “Solidarietà ai 54 indagati per manifestazioni ai Ferrovieri dell’8 e 12 luglio. La vostra lotta è la nostra”

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Bosco ca' Alte, 56 No Tav indagati. Solidarietà Rifondazione Comunista di Vicenza
Bosco ca' Alte, 56 No Tav indagati. Solidarietà Rifondazione Comunista di Vicenza

Dopo la notizia — da noi pubblicata ieri — dei 54 No Tav (tra cui due minorenni) segnalati all’autorità giudiziaria per le manifestazioni dell’8 e del 12 luglio ai Ferrovieri contro il cantiere AV/AC Verona–Padova e in difesa del bosco di Ca’ Alte del Retrone, arriva la presa di posizione del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Vicenza (in fondo* nota integrale, ndr).

Il partito esprime «la più ferma e totale solidarietà ai 54 compagni e compagne indagati», tra cui due minorenni, sottolineando come la loro mobilitazione sia «difesa del territorio, della salute e del futuro di tutte e tutti» e non, come contestato, una minaccia all’ordine pubblico.

Per Rifondazione, le contestazioni penali contro i No Tav sono «l’ennesima prova che in Italia, di fronte a problemi sociali, ambientali e democratici, la risposta è la repressione e non il dialogo». Nel mirino del partito c’è in particolare il cosiddetto Decreto Sicurezza, definito «strumento che permette la caccia al dissenso, persino quando è passivo e nonviolento».

«Chi occupa un bosco per impedirne la distruzione o chi blocca un cantiere devastante viene trattato come un criminale, mentre i veri responsabili dello scempio ambientale siedono nei consigli di amministrazione e nei ministeri», denuncia la segreteria provinciale, parlando di «democrazia morente che scivola verso lo stato autoritario».

Rifondazione annuncia la propria presenza «nelle piazze, nei presidi e nelle aule dei tribunali» e presenta quattro proposte immediate:

  • Abolizione del Decreto Sicurezza e delle norme che equiparano la protesta sociale a reato.
  • Depenalizzazione della disobbedienza civile nonviolenta in difesa di beni comuni, ambiente e diritti.
  • Blocco dei cantieri delle grandi opere “inutili e dannose” in attesa di una valutazione ambientale e sociale indipendente.
  • Investimenti massicci nella mobilità sostenibile locale e nella tutela del territorio.

«La lotta per il bosco del Retrone – conclude il comunicato – è parte della lotta per la giustizia climatica e sociale. Oggi tocca ai 56 indagati No Tav, domani può toccare a chiunque si alzi in piedi per difendere il bene comune. La vostra lotta è la nostra lotta».


* Solidarietà ai 56 indagati: la vostra lotta è la nostra lotta

Il Partito della Rifondazione Comunista esprime la più ferma e totale solidarietà ai 56 compagni e compagne indagati per le mobilitazioni dell’8 e del 12 luglio a difesa dei boschi di Ca’ Alte del Retrone e contro l’ennesima grande opera inutile e dannosa, la linea AV/AC Verona–Padova. Due di loro sono minorenni: questo dice molto sulla determinazione e il coraggio delle nuove generazioni.

Quella dei giovani dell’Assemblea dei Boschi che resistono non è una “minaccia all’ordine pubblico”: è una difesa del territorio, della salute, del futuro di tutte e tutti noi. Criminalizzare questa resistenza significa colpire un intero giovane movimento popolare e legittimo. È l’ennesima prova che in Italia la risposta di uno Stato autoritario a chi pone problemi sociali, ambientali e democratici è la repressione, non il dialogo.

Il Decreto Sicurezza – voluto e peggiorato da governi di diverso colore – è lo strumento che rende possibile questa caccia al dissenso, persino quando è passivo e nonviolento. Chi occupa un bosco per impedirne la distruzione o chi blocca un cantiere devastante viene trattato come un criminale, mentre i veri responsabili dello scempio ambientale siedono nei consigli di amministrazione e nei ministeri. Questo è il tratto evidente di una democrazia morenteche sta letteralmente scivolando verso uno stato autoritario.

Noi diciamo basta.
Il Partito della Rifondazione Comunista chiama tutte e tutti a partecipare alle iniziative pubbliche e solidali che saranno organizzate in difesa dei 56 indagati e per fermare la repressione del movimento No TAV e di tutte le lotte sociali. Non ci limiteremo alla solidarietà a parole: saremo presenti nelle piazze, nei presidi, nelle aule dei tribunali.

Ecco qui le nostre proposte per cancellare il Decreto Sicurezza, garantire la libertà di manifestare e invertire la rotta verso un’economia sostenibile

Abolizione immediata del Decreto Sicurezza e di tutte le norme che equiparano la protesta sociale a reato.
Depenalizzazione delle azioni di disobbedienza civile nonviolenta in difesa di beni comuni, ambiente e diritti.
Blocco dei cantieri di grandi opere inutili e dannose in attesa di una valutazione ambientale e sociale indipendente.
Investimenti massicci nella mobilità sostenibile locale e nella tutela del territorio, non in megaprogetti speculativi.

La lotta per il bosco del Retrone è la stessa lotta per la giustizia climatica e sociale.
Oggi tocca ai 56 indagati, domani può toccare a chiunque si alzi in piedi per difendere il bene comune. Non abbasseremo la testa: la vostra lotta è la nostra lotta.

Segreteria Provinciale

Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Vicenza