Taser per la polizia locale? Rifondazione Comunista di Vicenza dice no: “La sicurezza non nasce dalla repressione”

144
taser

Duro comunicato della Federazione di Vicenza di Rifondazione Comunista contro gli amministratori comunali, sia di destra sia di sinistra, che appoggiano l’utilizzo del taser per tutte le forze dell’ordine, compresi gli agenti di polizia locale. «Dobbiamo rispondere con fermezza – sono le parole di Rifondazione – alle parole gravissime del sindaco di Thiene Giampi Michelusi che, da presidente del consorzio di polizia locale Nevi, insiste nel presentare il taser come “presidio che salva vite”. Una dichiarazione che ribadiamo essere falsa, pericolosa e indegna di un sindaco che si definisce progressista».

Un’arma a tutti gli effetti

Il taser, si legge ancora nel comunicato, è un’arma a tutti gli effetti, perché la scarica elettrica che rilascia può uccidere, come dimostrano i tanti casi di morte documentati in tutto il mondo, soprattutto tra persone con patologie cardiache o in condizioni di fragilità. «Continuare a ripetere che “non è un’arma di offesa” – ribadisce il PRC vicentino – significa mentire ai cittadini, coprendo di retorica securitaria una scelta politica regressiva e classista.» A disturbare gli esponenti di Rifondazione è anche il fatto che Michelusi, esponente del centrosinistra, sia sul tema taser d’accordo con Nicolò Naclerio, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Vicenza, che da tempo porta avanti la stessa crociata per armare la polizia locale: «Quando centrosinistra e destra parlano la stessa lingua, significa che hanno abbandonato ogni distinzione e scelto entrambi la via sbagliata: quella della repressione invece che della giustizia sociale. Questa rincorsa bipartisan al ruolo di “sceriffi” è inaccettabile. I problemi sociali non si risolvono a colpi di pistola elettrica, ma con politiche di inclusione, di welfare, di ascolto e di sostegno. Chi amministra le città ha il dovere di affrontare le cause delle difficoltà, non di trasformarle in questione d’ordine pubblico».

Una morte legata all’uso del taser?

Anche la morte di Danilo Rihai, il giovane di 17 anni suicidatosi nel carcere minorile il 13 agosto, secondo il PRC vicentino potrebbe avere un legame con l’uso del taser per immobilizzarlo e arrestarlo dopo diversi tentativi di furto che avevano creato grande paura in centro a Vicenza (ne abbiamo parlato qui). «Oggi molti chiedono chiarezza: è possibile che ci sia un legame tra quell’uso della scarica elettrica e il gesto disperato di Danilo? Noi pensiamo che sia una domanda che deve trovare risposta. Perché la repressione cieca non solo non “salva vite”, ma può spegnerle per sempre».

Insomma, la Federazione di Vicenza di Rifondazione Comunista ribadisce con forza: no al taser, no alla logica della paura, no agli amministratori che vestono i panni dello sceriffo: «Esistono strumenti alternativi meno rischiosi e più garantisti delle armi elettriche: l’introduzione delle bodycam con registrazione su server remoto (e non locale, per evitare manipolazioni) garantirebbe trasparenza e tutela sia per gli agenti che per i cittadini; ma ancora più importante è l’introduzione obbligatoria di codici identificativi ben visibili su giacche, caschi e scudi delle forze dell’ordine, così come avviene già in 21 paesi dell’UE, così da assicurare la possibilità di individuare l’agente in caso di abusi. La sicurezza vera – conclude il comunicato – nasce dall’uguaglianza, dal lavoro, dalla casa, dai diritti. Non dalle armi elettriche che stordiscono, feriscono e uccidono.»