(Adnkronos) – L'attacco di Hezbollah a Israele rischia di far scoppiare una guerra globale. Dopo la strage di bambini e ragazzi causata ieri dal lancio di un razzo su un campo di calcio nel villaggio druso di Majdal Shams, sulle alture del Golan, che ha provocato 11 morti e almeno 34 feriti, il vertice previsto oggi a Roma per giungere all'accordo per una tregua tra Israele e Hamas, rischia di cambiare direzione. La preoccupazione dell'amministrazione Biden è infatti che ora il conflitto si possa allargare con lo scoppio di una guerra totale tra Israele e il gruppo terroristico libanese. "Quello che è successo potrebbe far esplodere quello che abbiamo temuto e cercato di evitare per 10 mesi", ha detto una fonte Usa al sito Axios. "Il mondo non può continuare a sedere in silenzio di fronte agli attacchi terroristici di Nasrallah, che arrivano per conto dell'impero del male in Iran. Lo Stato di Israele difenderà con fermezza i suoi cittadini e la sua sovranità", ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog. E il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha affermato ieri a caldo dopo aver parlato al telefono con il primo ministro Benjamin Netanyahu che "siamo di fronte a una guerra totale”. Una affermazione stemperata tuttavia da una fonte della sicurezza israeliana che a Sky News Arabic ha chiarito che Israele risponderà con forza all'attacco "ma non intendiamo scatenare una guerra. Israele "colpirà il nemico duramente", ha tuttavia garantito il ministro della Difesa, Yoav Gallant, in un colloquio telefonico con il leader spirituale della comunità drusa Muafak Tarif. Ma la piega che prenderà la situazione dipenderà molto da ciò che deciderà Benjamin Netanyahu che oggi alle 16 (le 15 in Italia), al suo rientro dagli Stati Uniti, convocherà una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere dell'attacco. Hezbollah intanto ha negato ogni responsabilità nell'attacco sostenendo in una nota di "non essere in alcun modo legato all'incidente" e respingendo "in modo categorico tutte le false accuse". Una versione totalmente contestata dalle Forze di difesa israeliane che anche appoggiandosi alle valutazioni dell'intelligence hanno affermato con certezza che "c'è Hezbollah dietro al lancio del razzo che ha colpito il campo di calcio di Majdal Shams". In questo quadro si tiene oggi a Roma il vertice tra il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi. Ieri gli Stati Uniti hanno ricevuto l'ultima proposta israeliana per un accordo. E a Roma, scrive Walla, si discuterà quindi proprio della proposta aggiornata di Israele con le nuove richieste del primo ministro Benjamin Netanyahu. In particolare, il premier israeliano ha chiesto che venga istituito un meccanismo di controllo che impedisca il trasferimento di armi dal sud della Striscia di Gaza al nord dell'enclave palestinese. Gli alti funzionari che fanno parte del gruppo negoziale e gli organi di sicurezza citati da Walla ritengono che Hamas non accetterà questa condizione e che ciò porterà a una crisi nei colloqui. Hamas ha fatto sapere dal canto suo di non voler indietreggiare sulle richieste contenute nell'ultima proposta di accordo presentata ai mediatori, in particolare sul fatto che ci debba essere un ritiro completo delle Forze di difesa israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza per la liberazione di tutti gli ostaggi. Lo scrive il quotidiano Al-Mayadeen, vicino a Hezbollah, citando una propria fonte, a condizione di anonimato. Secondo la fonte citata dal quotidiano vicino a Hezbollah, Hamas ha chiesto che il ritiro dei militari di Israele dalla Striscia includa il corridoio di Netzarim e quello di Filadelfia. Inoltre Hamas non accetterebbe alcun nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi che non includesse un testo chiaro sul raggiungimento di un cessate il fuoco permanente, ha aggiunto la fonte. Al-Mayadeen scrive anche che la fonte ha affermato che Hamas non è contrario ad assumere temporaneamente l'amministrazione governativa della Striscia con un consenso nazionale, qualora non si dovesse raggiungere un accordo sulla governance di Gaza e della Cisgiordania. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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