Calendario venatorio del Veneto: in attesa del Consiglio di Stato i cacciatori annunciano il ritorno in piazza

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Caccia in Veneto calendario venatorio
Caccia in Veneto

Giovedì 13 ottobre il calendario venatorio del Veneto sarà all’attenzione del Consiglio di Stato che dovrà esprimersi sulla sospensione decisa dal Tar.

Della vicenda di cui ci siamo già occupati da queste pagine (leggi qui) si interessa anche la politica, in particolare con l’assessore regionale al ramo, Cristiano Corazzari che ha detto: “Non mi faccio tirare la giacca da nessuno. Non esistono ultimatum. Restiamo intenzionati a difendere in tutte le sedi il calendario venatorio veneto. Abbiamo già inviato ulteriore documentazione all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per avere un parere favorevole all’introduzione delle due giornate aggiuntive. Spero arrivi a breve” (leggi qui).

Il Tar del Veneto – lo ricordiamo – ha disposto la sospensione del calendario venatorio del Veneto nella parte in cui prevede l’apertura della caccia prima del 1° ottobre 2022 per alcune specie e per la previsione di due giornate aggiuntive di caccia dal 1° ottobre al 30 novembre per le specie migratorie. Ovvero nel “periodo migliore” per i cacciatori.

Questi ultimi, attraverso le varie associazioni, fanno sapere di essere pronti a una nuova mobilitazione, avendo chiesto alla Giunta regionale di approvare una nuova delibera proprio sulle due giornate integrative. 

Ma Corazzari ha fatto sapere di non essere intenzionato a seguire questa strada senza il parere Ispra, l’istituto additato dai cacciatori per essersi espresso negativamente sul calendario venatorio veneto 2022-2023.

“Prendiamo atto delle dichiarazioni alquanto discutibili e non condivisibili diramate in questi giorni da parte dell’assessore regionale – dicono i cacciatori – e rispondiamo con la conferma della chiamata alla mobilitazione generale dei cacciatori. Se non emergeranno novità eclatanti faremo una grande manifestazione di protesta a Venezia, presso la sede del Consiglio regionale del Veneto, nella mattinata di venerdì 28 ottobre 2022“.

Sul tema caccia interviene anche il Pd regionale. “Per la difesa della legalità, una notizia più che positiva il fatto che il Consiglio dei Ministri abbia deciso di costituirsi in giudizio nel conflitto di attribuzione sollevato dalla Regione del Veneto contro l’ordinanza del Tar che ha sospeso il Piano Faunistico venatorio 2022-2027 su ricorso del comune di Rivoli Veronese”.

Questo commento è dei consiglieri regionali del Partito democratico Andrea Zanoni e Anna Maria Bigon in riferimento alla nuova tappa della vicenda che da mesi vede la Regione impegnata in un “braccio di ferro che trova origine dal Piano faunistico-venatorio e dalla volontà della Giunta Zaia di agire in spregio delle leggi. Il ‘casus belli’ della concessione ai cacciatori di pianura di avere accesso alla riserva alpina di Rivoli Veronese è emblematico di questa arroganza.

Il Governo uscente – proseguono i Consiglieri – ha deciso di difendere la sentenza del Tar e dunque le proprie competenze in materia. Infatti, la Giunta e la maggioranza avevano voluto varare il Piano attraverso una legge, malgrado una sentenza della Corte Costituzionale, la 139 del 2017, abbia stabilito che si dovesse procedere con un atto amministrativo.

Ci auguriamo a questo punto che il Piano, pieno di disposizioni in contrasto con la Direttiva UE ‘Uccelli’, naufraghi definitivamente. Resta il fatto che la Regione, benché abbia palesemente agito contro la legge, continua a sperperare soldi pubblici in ricorsi senza speranza”.