Covid, Zanettin e Saccani Jotti (FI): “13 milioni di italiani vaccinati in tre mesi? Con questa lentezza non c’è… Speranza”

Il deputato vicentino e la collega docente di patologia clinica hanno presentato un'interpellanza: "la macchina di vaccinazione di Arcuri e del governo va troppo piano"

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Pierantonio Zanettin in aula alla Camera
Pierantonio Zanettin in aula alla Camera

“I dati ufficiali sulle vaccinazioni al Covid 19 certificano il drammatico ritardo del nostro paese. Mentre in Israele (8 345 000 abitanti, n.d.r.) in pochi giorni è già stato vaccinato circa il 10 per cento della popolazione, in Italia le operazioni procedono a rilento”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di Forza Italia Pierantonio Zanettin e Gloria Saccani Jotti, docente di patologia clinica all’Università di Parma, che hanno presentato una interpellanza al Ministro della Salute Roberto Speranza per capire come si possa, in meno di tre mesi, raggiungere l’obiettivo di vaccinare 13 milioni di italiani.

ministro Speranza in aula riferisce sulCovid
ministro Speranza in aula riferisce sulCovid

“Dai primi dati ufficiali si apprende che, ad oggi, delle 470 mila dosi arrivate, soltanto 45.000 sono state utilizzate. Il ministro Speranza in alcune dichiarazioni pubbliche, rilasciate il 28 dicembre scorso, aveva ipotizzato di raggiungere i 13 milioni di vaccinati entro il primo aprile 2021. Tenuto conto che la copertura vaccinale della popolazione richiede la somministrazione di una prima dose ed un successivo richiamo, si dovrebbero ipotizzare, secondo un rapido calcolo, una media di 290.000 vaccinazioni al giorno” proseguono Zanettin e Saccani Jotti.

Gloria Saccani Jotti

“Appare evidente – aggiungono i deputati forzisti – che, alle condizioni date, sono numeri assolutamente irrealistici. In questa primissima fase sono state vaccinate soltanto 9000 persone al giorno. Tra l’altro il bando speciale indetto dal commissario Arcuri per il reclutamento di personale sanitario, medici ed infermieri, da destinare alle
vaccinazioni di massa della popolazione, è scaduto da pochi giorni e coloro che hanno presentato domanda sono ancora in attesa di una risposta.

Appare evidente che la campagna di vaccinazione di massa procede nel nostro paese in ritardo ed in modo confuso. Per provare solo ad avvicinare gli obiettivi che il ministro si è posto, bisognerebbe attuare uno sforzo supplementare, aumentando, compatibilmente con le problematiche inerenti la conservazione ad idonea temperatura dei vaccini, il numero dei siti di vaccinazione ed il personale addetto. Dai primi dati in nostro possesso, emergono infine preoccupanti divergenze tra regione e regione, con la Provincia di Trento, in cui è già stato utilizzato il 34,8% delle dosi messe a disposizione, ed il fanalino di coda delle regioni Abruzzo e Molise, in cui invece solo l’1,7% dei vaccini sono stati utilizzati”.

On. Pierantonio Zanettin
On. Pierantonio Zanettin

Abbiamo approfondito la questione sentendo il deputato vicentino Zanettin.

Onorevole Zanettin, se arrivano 470000 dosi a settimana da distribuire equamente in tutta Italia come si possono dimensionare delle task force in questa fase?

Anche se sono passati solo 5 giorni dall’inizio della campagna vaccinale, direi che anche in questo caso il governo mostra dei forti ritardi. Si tratta di far funzionare la macchina della vaccinazione per rispettare i tempi previsti dal governo stesso aumentando i punti di vaccinazione e il personale addetto.

Non pensa che troppe critiche e polemiche in questo momento allontanino gli italiani dalla necessità di vaccinarsi?

Non mi interessa fare polemiche sull’obbligatorietà del vaccino o se in Italia arrivano meno dosi rispetto agli altri Paesi, mi interessa che le dosi che arrivano vengano somministrate con più rapidità e con più equità tra Regioni. Se guardiamo i dati regionali, il ritardo del Sud è preoccupante. L’Italia ha puntato molto sul vaccino AstraZeneca, che però non è ancora stato approvato dall’Agenzia europea del farmaco. Anche Crisanti, dati alla mano, ha deciso di vaccinarsi nonostante avesse prima espresso dubbi. Il punto non è questo, ma il ritardo e la lentezza oggettivi: se non si accelera il ritmo il programma previsto dal governo stesso non potrà essere rispettato.

Che ne pensa di proposte di virologi di fama, come Clerici, che spingono per vaccinare prima i giovani, che sono i “diffusori” principali del Covid per la loro mobilità, e poi gli anziani che ne sono i “ricettori”? Pensa che la politica avrebbe il coraggio di spingere per questa modalità di vaccinazione o si farebbe fuorviare da eticismo di maniera per paura di sembrare troppo cinica?

Io vaccinerei prima i più fragili, oltre ovviamente al personale sanitario, quindi anziani e immunodepressi, ma è questione troppo tecnica in cui non essendo uno scienziato non vorrei addentrarmi.


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