Ddl Concorrenza, Gianbattista Danieli Presidente del gruppo Taxi di Confartigianato Imprese Veneto: una bomba per il comparto

Danieli (Taxi): “chiediamo lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e l’avvio immediato del R.E.N. Prematuro il fermo, proclamiamo lo stato di agitazione della categoria.” Le imprese artigiane di taxi in Veneto sono 758 con 874 addetti

255
tassisti
Logo Taxi

“Il testo dell’art. 8 del DDL Concorrenza è un duplicato della delega già in essere per la riforma del trasporto pubblico locale non di linea, taxi inclusi. Siamo profondamente preoccupati per assetti di mercato che potrebbero compromettere le prospettive di accesso al mercato degli operatori e alcuni dei principi cardine del nostro ordinamento anche in contrasto con la Costituzione, che riconosce e tutela il valore dell’artigianato e della cooperazione”. Lo afferma Gianbattista Danieli Presidente del gruppo Taxi di Confartigianato Imprese Veneto

Da sx il secondo è  Gianbattista Danieli Presidente del gruppo Taxi di Confartigianato Imprese Veneto
Da sx il secondo è Gianbattista Danieli Presidente del gruppo Taxi di Confartigianato Imprese Veneto

Una disinvolta apertura alle piattaforme che si basano sull’intermediazione del lavoro mina proprio le caratteristiche tipiche dell’esercizio autonomo e mutualisticamente organizzato delle attività di trasporto di persona non di linea, con il rischio di trasformare migliaia di imprese in “lavoratori subordinati”, vincolati ad un regime prossimo al caporalato. Tra l’altro non apportando per l’utente alcun miglioramento del servizio come già sperimentato in altre nazioni nelle quali si sta tornando all’assetto precedente. Deve essere marcata la differenza tra intermediazione e interconnessione, per evitare che si verifichi un vero e proprio attacco al lavoro che privilegi pericolosamente strumenti che lo intermediano anziché produrlo. Occorre tutelare il lavoro, non l’intermediazione del lavoro.

“La libertà d’impresa –sottolinea Danieli– non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale, non può recare danno alla sicurezza, alla liberta e alla dignità umana, come previsto dall’art. 41 della Costituzione, nell’ottica dell’interesse collettivo che nel nostro settore (taxi e Ncc, ndr) deve essere sempre garantita, in quanto servizio pubblico, e il provvedimento non può prescindere dalla difesa dell’artigianato e della cooperazione – settori tutelati dall’art. 45 della Costituzione. Dobbiamo continuare a sostenere quanto contenuto nell’art. 117 della Costituzione sulle competenze specifiche delle Regioni in materia di Trasporto Pubblico Locale. Superare l’autonomia regionale contraddice e fa venir meno i principi della programmazione territoriale, della regolazione e del livello dei servizi, della garanzia di servizio pubblico che le Regioni in questi anni hanno assicurato”.

“Riteniamo –conclude– che, in questo momento, l’adesione al fermo nazionale sia una prematura forzatura che in questa fase -in considerazione del prevedibile iter parlamentare del provvedimento- rischia di compromettere la strada di una responsabile interlocuzione con le Istituzioni. La collettività o le Istituzioni (Governo, Parlamento, Conferenza Unificata, Regioni, Comuni) devono essere portate a condividere, che la regolazione del nostro servizio – prevista nella normativa europea – va nell’interesse dei cittadini e dell’utenza. A questi noi ci rivolgiamo. Le categorie del trasporto persone, durante la pandemia, e per contrastarne gli effetti: hanno svolto un essenziale ruolo di servizio pubblico riconosciuto dalle istituzioni locali e dai cittadini;  hanno prodotto ore di servizio senza corrispettivo, ha svolto la propria attività in condizioni difficili con dignità e spirito collaborativo; hanno visto la loro operatività ridotta a causa degli indici di carico, associata ad una mobilità fortemente ridotta. Per tutto ciò ci attendevamo attenzione; non farlo o peggio essere inseriti nel DDL concorrenza non è una risposta degna dello spirito di sacrificio e del senso di responsabilità sociale dimostrati dagli operatori”.

Per questi motivi e nell’interesse generale della collettività e delle imprese, Confartigianato Imprese:

✓ proclama lo stato di agitazione degli associati;

✓ chiede lo stralcio dell’art. 8 del DDL Concorrenza e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con Parlamento e Governo per riattivare quel processo di riforme previsto con l’approvazione della legge 12/2019, mai portato a termine;

✓ non prenderà parte alla manifestazione nazionale del 24 p.v. per le motivazioni in premessa;

✓ attende che la richiesta di incontro al Governo, formulata per le vie brevi, sia accolta per rispetto del contributo che le categorie hanno dato durante la pandemia come segno di comprensione delle difficoltà ancora oggi sostenute;

✓ si riserva – in futuro e in ragione del proseguo della vertenza – di mettere in campo eventuali ulteriori iniziative di rivendicazione e lasciano liberi gli associati sul territorio, in merito al comportamento da tenere, il 24 p.v.;

✓ organizza, per il giorno 24 alle ore 11.00, in videoconferenza, la assemblea nazionale degli iscritti, invitando rappresentanti delle Istituzioni.