Decadimento cognitivo e Parkinson, Regione Veneto stanzia 1.600.000 euro

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decadimento cognitivo

Per la prosecuzione del progetto regionale “Sollievo alle persone affette da decadimento cognitivo e malattia di Parkinson” sono in arrivo 1 milione 6000mila euro.

A tanto ammonta lo stanziamento della Giunta per finanziare le attività ad esso connesso e proposto dall’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin.

“Con la delibera approvata, il progetto continua con una nuova edizione che avrà come termine la fine d’anno del 2023 – sottolinea -.

Prosegue quindi un percorso nel quale, durante gli anni, le iniziative di sostegno e sollievo nel campo del decadimento cognitivo e del Parkinson sono aumentate progressivamente fino a farne contare oggi 170 distribuite in tutta la regione.

Un numero che nell’ultimo anno si è tradotto nel coinvolgimento di 4500 persone tra partecipanti, familiari e volontari, affiancati da oltre 300 professionisti. Una realtà che nel Veneto entra a pieno titolo in un percorso, la Mappa per le Demenze, un’impostazione innovativa nella definizione dei bisogni delle persone con l’obiettivo di migliorare le cure e l’assistenza e che già abbiamo operanti gruppi attivi di pazienti”.

Il totale delle risorse approvate con la delibera segna un incremento del budget di 100.000 euro rispetto alla annualità conclusa. Sarà distribuito sulla base del numero di iniziative articolate nel territorio delle varie aziende sanitarie:

Azienda n. progetti monitoraggio 2021 Riparto 2022
ULSS 1 5 93.000,00 €
ULSS 2 46 304.000,00 €
ULSS 3 18 233.000,00 €
ULSS 4 5 69.000,00 €
ULSS 5 12 101.000,00 €
ULSS 6 25 247.000,00 €
ULSS 7 10 130.000,00 €
ULSS 8 11 142.000,00 €
ULSS 9 38 281.000,00 €
TOTALE 170 1.600.000,00 €

 

“Con questi finanziamenti – conclude Manuela Lanzarin – andiamo a sostenere una serie di attività che compongono vera rete di servizi strategici. La diagnosi di demenza o di malattia di Parkinson non è una definitiva esclusione dal mondo e tantomeno una condanna per il paziente e per la sua famiglia.

Abbiamo ormai intrapreso una strada e su di essa intendiamo continuare: invertire la rotta e dimostrare che lavorando assieme è possibile dare risposte concrete che siano di supporto e di aiuto, ma anche promuovere tutti quegli strumenti che possono contrastare lo stigma e favorire una reale inclusione”.