Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata nazionale dedicata alle vittime del terrorismo, istituita con legge 4 maggio 2007, nr. 56, che si celebra il 9 maggio, giorno in cui nel 1978 fu assassinato Aldo Moro intende riflettere su tale fenomeno e ricordare che nella medesima data fu ritrovato anche il corpo di Peppino Impastato, ucciso dalla Mafia, la cui figura, però, venne riscattata solo con la sentenza di ergastolo dell’11 aprile 2002, attribuito al boss Tano Badalamenti in qualità di mandante dell’esecuzione.
Che cos’è il terrorismo? È la forma più perversa, subdola, antica e moralmente ignobile di controllo sociale. Far leva sulla paura collettiva per indurre le persone ad assumere comportamenti irrazionali e adottare decisioni, che, in condizione di normalità, mai verrebbero prese in considerazione, è un’arte diabolica e criminale; accompagna gli uomini da sempre. Il terrorismo è argilla nelle mani dei nemici dello Stato; si declina in varie forme, ma l’intento è sempre lo stesso: scardinare la democrazia dalle fondamenta, indurre gli animi alla sottomissione e alla rinuncia delle proprie prerogative civili. Il terrorismo esige obbedienza cieca e assuefazione al conformismo; chi pensa viene schiacciato senza pietà. Gli anticorpi per il terrorismo si generano attraverso, non ci stancheremo mai di ripeterlo, la cultura, l’educazione, il dialogo, la tolleranza, l’uguaglianza sociale, il rispetto della cittadinanza. Proprio per tali ragioni, la scuola ha l’obbligo morale di ricordare le circa 380 vittime di tale orribile piaga in Italia.
Scorrendo i nomi degli elenchi ufficiali delle vittime, troviamo volti illustri ma anche semplici cittadini che per puro caso il destino volle si trovassero nel luogo della strage. Così accanto a personaggi importanti come Aldo Moro, Marco Biagi, Massimo D’Antona, Girolamo Minervini, Walter Tobagi, Vittorio Bachelet, Mario Amato, Roberto Ruffilli, Giorgio Ambrosoli, Vittorio Occorsio, Ezio Tarantelli figurano anche ad esempio uomini comuni uccisi nelle varie stragi nere, rosse o mafiose come quelle e di Via Fani, di Via Palestro; di Via dei Georgofili; di Via Prati di Papa; di Piazza Fontana; di Piazza della Loggia; sul rapido 904 Napoli-Milano; dell’Italicus; del deragliamento della Freccia del Sud; di Acilia, la strage alla Stazione Centrale di Bologna e tutte le altre che non citiamo.
Il CNDDU, nell’esprimere la più ferma condanna nei confronti di ogni atto intimidatorio di matrice terroristica, propone di ricordare simbolicamente nelle scuole, durante la giornata in questione, ciascun caduto attraverso la lettura dei nomi presenti nell’elenco relativo alla pubblicazione “Per le vittime del terrorismo nell’Italia”, a cura della Presidenza della Repubblica, consultabile presso il sito: repubblicanahttp://www.prefettura.it/FILES/AllegatiPag/1208/vittimeterrorismo-compresso.pdf.
I progetti inerenti alla celebrazione potranno essere inviati con le relative autorizzazioni, all’email del CNDDU: coordinamentodirittiumani@gmail.com.
«C’è del male personale e sociale da sradicare e del bene, visibile o, com’è più probabile, non visibile, da esaltare. Ma c’è, in tutta evidenza, lo squallido spettacolo della violenza, sempre meno episodico, purtroppo, sempre più finalizzato alla degradazione e all’imbarbarimento della vita, di fronte al quale è nostro dovere prendere posizione. Ne sono corrose le basi della convivenza civile ed è messo in causa lo Stato». (Aldo Moro, da “Agire uniti nella diversità”, Il Giorno, 10 aprile 1977).
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU