Esplosioni nel quartiere Laghetto di Vicenza, arrestato dalla Polizia un 46enne: in casa esplosivi, armi e droga

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Esplosioni al Laghetto di Vicenza. Il fenomeno avvenuto qualche notte fa e che ha allarmato gli abitanti del posto ha trovato oggi una spiegazione. Un 46enne vicentino, finito ora in carcere, ha fatto esplodere alcuni ordigni sul tetto di un noto centro commerciale della zona.

Ma dietro di sé ha lasciato tracce sufficienti a permettere agli investigatori di rintracciarlo e arrestarlo. In casa dell’uomo, inoltre, sono stati trovati esplosivi e congegni elettronici per comandare le esplosioni a distanza, armi e droga.

Le esplosioni al Laghetto di Vicenza

Come detto, la vicenda è iniziata nella notte tra lunedì e martedì scorsi, nella zona del quartiere Laghetto di Vicenza. G. C., queste le iniziali dell’uomo, avrebbe fatto esplodere sul tetto di un centro commerciale alcuni ordigni confezionati utilizzando tubi in vetro resina riempiti di esplosivo e collegati tra di loro con un innesco radiocomandato.

Squadra Mobile e Digos della Questura di Vicenza ne hanno trovato evidente traccia, anche considerando che 2 tubolari non sono esplosi. Sul posto anche gli artificieri della polizia di Venezia, giunti d’urgenza per mettere in sicurezza l’area.

Le indagini, l’esplosivo, le armi, la droga

Elementi rinvenuti sulla scena del crimine hanno condotto gli investigatori all’abitazione del 46enne, dove si sono trovati di fronte a un vero e proprio arsenale: materiale esplosivo, precursori di esplosivi del tipo nitrato d’ammonio, nitrato di potassio, zolfo, carbone, presumibile polvere nera, paraffina, cloroformio, batterie, inneschi e telecomandi. Trovati inoltre altri ordigni della stessa tipologia di quelli da cui tutto è cominciato.

Come se non bastasse gli agenti hanno trovato armi. Molte. Una pistola calibro 7.65, un revolver a tamburo, un fucile a pompa a gas calibro 68, una pistola calibro 9 mm priva di tappo rosso, una pistola e un fucile ad aria compressa, un cannone napoleonico in scala ridotta per munizionamento di sfere d’acciaio, un machete e un manganello storditore elettrico.

Trovati insieme a tutte queste armi una quantità non precisata di munizioni, soprattutto per quelle ad aria compressa, e 3 silenziatori. Tra gli aggeggi elettronici è stato rinvenuto anche un disturbatore di frequenza delle telecomunicazioni

Infine, setacciando gli ambienti dell’abitazione del 46enne si sono imbattuti in quantità non precisate di hashish e polvere di Mdma, tutte sequestrate.

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Il pericolo di una “Santa Barbara”

Ingente il quantitativo di esplosivo, risicato lo spazio nel quale era stato stivato. Condizioni ritenute dagli artificieri della polizia “assolutamente idonee a generare una situazione di grave e imminente pericolo per persone e cose, assumendo nell’insieme la caratteristica della micidialità desunta anche per il contesto urbano densamente popolato”.

L’arresto

G.C. è stato quindi arrestato in flagranza di reato per il reato di fabbricazione e detenzione di materie esplodenti e di armi. All’alba di questa mattina è stato infine trasferito nel carcere di Vicenza a disposizione della Pubblico Ministero della Procura della Repubblica.

Sono tuttora in corso indagini finalizzate ad acquisire ulteriori elementi probatori e a definire il contesto in cui armi ed esplosivi sono stati reperiti ed erano destinati ad essere impiegati.