Giornata Europea della Cultura Ebraica 18 settembre: rinnovamento del Kibbutz Shamir dall’agricoltura all’ottica a livello internazionale nella… memoria

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Kibbutz Shamir, come era nel 1947
Kibbutz Shamir, come era nel 1947

Kibbutz in ebraico significa “insediamento comunitario, raccolta, unione”, più precisamente unione consapevole e condivisione di reciprocità. Inizialmente il kibbutz era una comunità agricola, si lavorava  principalmente la terra  e si viveva su regole rigidamente egualitarie e sul concetto di proprietà collettiva. Ad oggi in Israele si contano circa 250 kibbutzim (il plurale di kibbutz in ebraico, ndr), sopravvissuti a tante crisi finanziarie e identitarie.

Per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, volevo scrivere di un kibbutz, e, non sapendo a quale far riferimento come un kibbutz non tanto menzionato ma molto speciale, mi sono ricordata di un signore che ho conosciuto negli anni 2000 al Mido di Milano (fiera dell'ottica) ed ho cercato di mettere assieme i puzzles dei miei ricordi del Kibbutz Shamir.

Il direttore Coviello dice sempre “articoli brevi”, ma è impossibile quando il tema è Israele e/o ebraismo: se non si conoscono le basi non si può assorbire, basti pensare che il Campiello ha premiato un libro antisemita (https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/zannoni-e-laccusa-antisemitismo-2066558.html)!
Breve storia del Kibbutz Shamir
Nel 1944 alcuni immigrati in Israele, prevalentemente rumeni e tutti membri del movimento marxista Hashomer Hatzair, fondarono il Kibbutz Shamir. Dopo la guerra del 1948 l’accordo tra Nazioni Unite e Siria stabilì di estendere il territorio (già acquistato dal Movimento Sionista) di qualche centinaio di metri a est del Kibbutz.

Il kibbutz nell’Alta Galilea viene costruito con tanta fatica. Giovedì 13 giugno 1974 quattro terroristi del PF-GC (Comando Generale del Fronte per la Liberazione della Palestina) si infiltrarono dal confine libanese nel kibbutz ed ammazzarono Edna Mor, incinta del suo secondo figlio e Shoshana Galil. Poco dopo la stessa sorte toccò a Judith Sinton volontaria dalla Nuova Zelanda. Né seguì uno scontro a fuoco con i membri del kibbutz e tutti e quattro terroristi furono uccisi. L’obiettivo dei terroristi era quello di sequestrare ebrei da scambiare con 100 terroristi incarcerati e rimase un loro vile scritto: “Amiamo morire come voi amate vivere”. Il kibbutz ha dimostrato di amare la vita!

Alla sua costituzione il kibbutz poteva contare su 160 persone, più di una quarantina se ne sono andate in tempi brevi (sono più di 900 oggi), per i primi cinque anni si sono scavate solo pietre, poi sono arrivate agricoltura, frutteti e allevamento di bestiame (anche maiali, ma nel 1963 dovettero smettere di allevare maiali per un’imposizione governativa che proibiva agli ebrei di allevarli), cosmesi, miele e così fino agli anni 70 quando, nel 1972, è stata  inserita una pillola di rinnovamento: l’azienda ottica.

Il Rinnovamento
Nacque la voglia di creare un lavoro per le persone più anziane, che non potevano più lavorare nei campi e nacque la produzione di fibra ottica, anche se è stata dura perché dall’agricoltura all’ottica non è un passo facile. Poi si diversificò nelle lenti multifocali, fino a consolidarsi negli anni 90 come vera fonte di lavoro e reddito.

Nel 1999 il kibbutz Shamir ha accettato un investitore nella fabbrica di lenti ed ha investito il ricavato in produzione di tessuti. Nel 2005 la società ha iniziato a operare sul Nasdaq ma è stata rimossa dalla quotazione dopo che Essilor ne ha acquisito la partecipazione per il 50% nel 2011. Fino ad agosto  2022 operava in 23 paesi attraverso 18 laboratori ottici internazionali e oltre 2.500 dipendenti. Ora però l’azienda sarebbe stata acquistata al 100% dal gruppo EsilorLuxOttica, così cita la fonte https://www.optiknow.ca/2022/08/03/reports-essilorluxottica-acquires-100-of-shamir-optics/ .

Non esiste ancora un comunicato stampa di questo nuovo accordo, ma una lettera a firma della direzione di Shamir Optical Industry Ltd. ai collaboratori stranieri afferma ”…l'acquisizione è una pietra miliare straordinaria per l'ottica Shamir perché ora possiamo sfruttare un’opportunità unica per rafforzare reti di distribuzione complementari, marchi noti e i nostri prodotti e soluzioni ottici leader, che consentiranno a Shamir di guidare il mercato con decisioni commerciali snelle e un servizio e una risposta rapidi alle esigenze del mercato… Al momento non ci sono cambiamenti nelle nostre attività e procedure di routine”.

Speriamo che il Kibbutz Shamir continui con il riproporre “forme Kibbutziane rivisitate”, rinnovamento sì ma con memoria, perché nel kibbutz Shamir la memoria ha radici profonde che si mescolano a dolori mai sopiti.

 

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