Grandine e tempeste, Guarda (EV): “Oggi sono eccezionali, domani la normalità. Siamo impreparati”

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grandine nel Bassanese
Chicchi di grandine di impressionante grandezza nel Bassanese

“È un susseguirsi di danni alle proprietà e all’economia, costi ingenti e soprattutto, vite in pericolo”.  Lo dichiara in una nota la consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde, che aggiunge: “E’ noto che il Veneto è una regione ad alta esposizione ai cambiamenti climatici visto che a certificarlo sono, un recente studio del Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC) del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea e le proiezioni elaborate dalla società australiana specializzata nella valutazione dei rischi climatici Xdi.

“Tuttavia, non possiamo rassegnarci a essere una barchetta di carta in mezzo al mare, la nostra evidente vulnerabilità ai cambiamenti climatici deve tradursi in definizione di politiche sempre più attente, includendo anche la formazione dei cittadini in primis. Già nel 2017 – aggiunge la consigliera – assieme agli esperti di Meteo in Veneto, presentai in Commissione ambiente una proposta per introdurre una specifica formazione, rivolta al coinvolgere anche gli esperti nelle scuole. La formazione è indispensabile al fine di diffondere maggiore consapevolezza. Se non possiamo ridurre la gravità dei fenomeni atmosferici, che sempre più spesso imperversano nella Regione del Veneto, possiamo agire, per ridurre il rischio e l’esposizione dei territori e dei cittadini”.

“Il cambiamento climatico metaforicamente parlando, si mangia il PIL, così come i grandi chicchi di grandine devastano intere aree delle nostre province. Purtroppo, – ribadisce Guarda – a suggerire di riflettere su ciò che coltiviamo e produciamo, sulla tenuta degli edifici, sui mezzi che adoperiamo per spostarci, si corre il rischio di essere etichettati come catastrofisti. Ma i fatti parlano chiaro e gli effetti del climate change diventano priorità solo quando toccano le nostre tasche, relegandoci alla conta dei danni con poche prospettive di prevenzione”, conclude Cristina Guarda.