HIT Show 2020, OPAL e Rete Disarmo: “passerella di politici per incentivare diffusione delle armi”

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La fiera HIT Show di Vicenza – è scritto in un comunicato di OPAL Brescia e Rete Disarmo – si è trasformata anche quest’anno in una passerella per diversi rappresentanti politici del centro-destra per incentivare la diffusione delle armi. La presenza per il terzo anno consecutivo del leader della Lega, Matteo Salvini, al quale gli organizzatori del salone fieristico hanno steso il tappeto di benvenuto per un “bagno di folla” e per l’immancabile discorso infarcito di selfie, e di altri rappresentanti dei partiti del centro-destra evidenzia il vero obiettivo degli organizzatori dell’evento fieristico: fare di HIT Show l’appuntamento annuale per stabilire e rafforzare contatti politici al fine di favorire le politiche di detenzione civile di armi da fuoco.

Tutto questo non solo è inaccettabile per un salone fieristico che si presenta come “la fiera italiana dedicata a caccia, tiro sportivo e passioni outdoor”, ma è altamente irresponsabile. Come ha  messo in luce l’ultimo rapporto della Polizia di Stato dal titolo “Questo non è amore”, nel 2018 la maggior parte dei femminicidi in Italia è stata commessa con “armi da fuoco” (38%): tale percentuale supera ampiamente quella con “armi da taglio” (29%), per soffocamento (20%) e con “oggetto contundente” (13%). E, come ha specificato un ampio e dettagliato rapporto del Centro di Ricerche Economiche e Sociali EURES dal titolo “Omicidi in famiglia”, nel 2018 quattro vittime su dieci in famiglia sono state uccise con armi da fuoco e nel 64,6% degli omicidi familiari l’assassino risultava in possesso di un regolare porto d’armi. Il confronto con il numero di omicidi di tipo mafioso (19 nel 2018, dati ISTAT) e per “furti o rapine” (12 nel 2018, dati ISTAT) mette in luce un’evidenza ineludibile: oggi in Italia le armi nelle mani dei legali detentori di armi uccidono più della mafia e dei rapinatori. E uccidono soprattutto le donne.

Sostenere pertanto, come ha fatto Matteo Salvini oggi a HIT Show, che “le armi ad uso sportivo e per le persone perbene non devono far paura” non costituisce solo un’evidente sottovalutazione di un problema gravissimo come gli omicidi in famiglia ed in particolare i femminicidi, ma rappresenta una pericolosa legittimazione della detenzione di armi nelle case e nelle famiglie.

Tale legittimazione trova in HIT Show la sua massima espressione in Italia. Non a caso, le voci critiche e il confronto pluralistico sui temi della detenzione di armi, della loro diffusione e pericolosità in relazione al problema della sicurezza pubblica sono costantemente assenti all’interno del programma culturale, dei convegni e dei dibattiti promossi dalla manifestazione fieristica. Non solo: negli anni scorsi a HIT Show è stato possibile all’interno di alcuni stand anche raccogliere firme per iniziative di rilevanza politica (proposte di legge per la “legittima difesa”, petizioni e campagne contro le norme europee, ecc.), organizzare eventi “culturali” con i rappresentanti di un solo partito e finanche fare propaganda elettorale.

Tutto questo configura HIT Show come un’abile operazione ideologico-culturale per promuovere la diffusione delle armi. HIT Show è infatti l’unico salone fieristico in tutti i paesi dell’Unione Europea in cui sono esposte tutte le armi cosiddette “comuni” (cioè praticamente tutte tranne quelle “da guerra”) a cui è permesso l’accesso al pubblico generico compresi i minorenni “accompagnati da un adulto”. Un’operazione che riteniamo inammissibile per una fiera merceologica.

Sono pertanto gravi le responsabilità degli organizzatori di HIT Show ed in particolare di  Italian Exhibition Group (IEG) e di Anpam (Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni). In questo contesto va ricordato che Italian Exhibition Group (IEG) è una società per azioni i cui principali azionisti sono alcuni Enti pubblici tra cui il Comune e della Provincia di Rimini, il Comune e della Provincia di Vicenza e la Regione Emilia Romagna. Da diversi anni chiediamo agli amministratori di questi Enti locali, ed in particolare ai sindaci di Rimini e di Vicenza, di farsi promotori presso IEG di un regolamento rigoroso di HIT Show. La mancata implementazione di questo regolamento, nonostante le richieste espresse anche in mozioni approvate nei Consigli comunali delle due città, è un’ulteriore evidenza della volontà degli organizzatori di HIT Show di utilizzare il salone fieristico come piattaforma di lancio nazionale per le politiche che favoriscono la diffusione delle armi.

Rinnoviamo pertanto la nostra richiesta alle Amministrazioni di Rimini e di Vicenza, e soprattutto ai due sindaci, Andrea Gnassi e Francesco Rucco, ad assumere al più presto e con fermezza tutte le iniziative necessarie nei confronti degli organizzatori di HIT Show, ed in particolare la dirigenza di Italian Exhibition Group (IEG), affinché venga implementato un codice di responsabilità sociale d’impresa e relativo regolamento in grado di garantire che il salone fieristico “HIT Show Outdoor Passion” sia conforme alle finalità dichiarate e cioè una manifestazione “dedicata alla caccia, al tiro sportivo e all’outdoor”, escludendo pertanto l’esposizione di armi e strumenti non conformi a questi settori (armi da difesa personale, per corpi di polizia e di sicurezza pubblica e privata, armi da guerra ad uso collezionistico, ecc.), vietando ogni tipo di attività a iniziative di rilevanza politica, proibendo l’esposizione di materiali pubblicitari per formazioni di tipo paramilitare e mercenario e vietando l’accesso agli spazi espositivi di armi a persone che non abbiano compiuto la maggiore età anche se accompagnate.

Esprimiamo il forte rammarico per l’assenza dei sindaci di Rimini e Vicenza al dibattito pubblico sul salone fieristico HIT Show al quale li avevamo invitati in occasione del convegno che abbiamo organizzato sabato scorso a Vicenza. Riteniamo molto grave che i rappresentanti di amministrazioni comunali si sottraggano al confronto pubblico su questioni di chiaro interesse nazionale come il salone fieristico HIT Show ed ancor più in considerazione del loro ruolo di rappresentanti degli enti pubblici che sono tra i maggiori azionisti della società per azioni che organizza il salone fieristico.

Manifestiamo, infine, la nostra disponibilità a proseguire l’interlocuzione con le suddette Amministrazioni e con tutte le parti interessate affinché si arrivi al più presto a definire strumenti idonei per superare l’anomalia che HIT Show rappresenta nel panorama fieristico europeo e per pervenire ad un preciso e rigoroso regolamento per gli espositori e per i visitatori che espliciti l’assunzione di responsabilità etica e sociale del salone fieristico.