Indennizzi, Andrea Arman attacca Giuseppe Conte a tutela dei “soci storici”… tra cui lui stesso

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Il governo del premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini
Premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini

Dopo otto giorni il Governo – scrive nella nota intitolato “Ad ognuno il suo” che pubblichiamo Andrea Arman, presidente del Coordinamento associazioni banche popolari venete don Enrico Torta che già aveva elaborato la tesi della circonvenzione del premier Conte da parte delle altre associazioni – non ha ancora mostrato ai risparmiatori il testo di legge del “doppio binario” che il premier Conte ha sommariamente (ma non precisamente e lasciando infiniti dubbi ai più attenti) rappresentato lunedì 8 aprile, senza concedere neppure spazio al contraddittorio nel merito.

Il “doppio binario” rispetto la precedente impostazione della “violazione massiva” rappresenta un violento (e sorprendente) ripristino di una sorta di scudo giuridico alle più vaste responsabilità degli amministratori e controllori rispetto il solo istante della vendita truffaldina allo sportello; quelle vaste responsabilità che ovviamente hanno realizzato il disastro delle banche poi fallite, come sommariamente indicato dalla Commissione di inchiesta, detta “Casini”.

Non potendo leggere il testo (tenuto ancora irragionevolmente secretato) si può solo intuire che i soci storici (tra cui lo stesso Arman che, pur avendo già ha monetizzato 500.000 euro per se stesso, possiede ancora, di suo…, 7.000 azioni della BPVI, ndr) rimarranno con un pugno di mosche in mano, e che molte altre categorie di risparmiatori saranno totalmente deluse, con conseguente legittimo profondo risentimento per l’ulteriore beffa.

Il premier Conte, che si è assunto l’incarico di far digerire  la brutale soppressione della norma approvata dal Parlamento con la legge di bilancio, cancellando il diritto a favore dei risparmiatori conseguente le “violazioni massive” per sostituirlo con il pietistico meccanismo del “doppio binario”, avrà dunque l’onere della responsabilità storica e politica della scelta operata e, non di meno, i  partner di Governo ne saranno responsabili per non essere riusciti  ad impedirlo.

Se poi il testo completo della norma neppure fosse stato  inviato a Bruxelles, è logico domandarsi  se l’asserita  criticità della norma di  bilancio ora in vigore (che prevede la “violazione massiva”),  sia un problema rilevato a livello europeo o piuttosto frutto di preoccupazioni nei poteri del tutto nazionali.

Insomma, la nuova norma del doppio binario pare vada proprio incontro ai desiderata di Banca d’Italia, che poi abbiamo saputo dalla stampa avere piazzato propri dipendenti “distaccati” al MEF e messi proprio su questa questione, in evidente inopportunità di immagine e politica.

Concludendo, il premier Conte ed i partiti di Governo, varando una norma composta sotto così infauste premesse, se ne assumeranno tutte le responsabilità politiche e sociali.

Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico TORTA”

Il presidente avv. Andrea Arman