Istruzione, Brescacin (Lega – LV): “Insegnanti di sostegno, è necessario ridistribuire i percorsi formativi: cattedre scoperte al nord e posti in eccesso al sud”

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Sonia Brescacin (ZP)
Sonia Brescacin (ZP)

“Istruzione: il governo attui una più equa distribuzione fra le regioni dei posti disponibili per la formazione volta al sostegno didattico degli alunni con disabilità”. Si intitola così la mozione depositata in Consiglio regionale dalla Presidente della Commissione Sanità, Sonia Brescacin (Intergruppo Lega – Liga Veneta) che impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo su tre diversi fronti: rendere più attrattiva la professione dell’insegnante di sostegno, raggiungere un’equa distribuzione dei percorsi di specializzazione, ma anche garantire il diritto degli studenti di avere il sostegno di insegnanti qualificati.
“Il numero degli alunni con disabilità nelle scuole di ogni grado è in progressivo aumento – ricorda la consigliera – sono circa 278.000, dall’infanzia alle superiori, per i quali è necessario garantire una vera inclusione e non discriminazione attraverso il supporto di un parametrato numero di insegnanti di sostegno, adeguatamente formati e abilitati a tale funzione”.
“Sulla base delle risorse messe a disposizione dal Mef – spiega Brescacin – il potenziale per l’anno 2022 è di 25.874 insegnanti di sostegno da formare con i corsi del VII ciclo di tirocini formativi attivi, un numero ampiamente sufficiente a coprire il fabbisogno di posti di sostegno vacanti in organico, stimato inferiore alle 17.000 unità. A seguito delle indicazioni degli Atenei in merito all’offerta formativa massima disponibile, il Miur ha emanato il Decreto n. 333 del 31 marzo 2022, definendo il riparto dei posti ed autorizzando l’avvio dei percorsi formativi. Decreto in cui però emerge un notevole squilibrio nella distribuzione dell’offerta formativa sul territorio. In particolare, nelle regioni settentrionali, dove attualmente i posti vacanti destinati al ruolo di insegnanti di sostegno sono il 63% del totale, il numero di posti attivato è del tutto inadeguato a soddisfare la domanda delle scuole. Al contrario, nelle regioni del sud il numero dei posti disponibili per la formazione sono notevolmente superiori rispetto al fabbisogno”.
“Alcuni numeri: in Veneto – evidenzia Brescacin – i 920 posti di Tirocinio Formativo Attivo (Tfa) arriveranno a coprire il 42,89% delle 2.145 cattedre scoperte. Nemmeno la metà. In Lombardia, a fronte di 5.700 posti vacanti, saranno attivati 1.240 posti di Tfa (il 21,75%); in Piemonte l’offerta di formazione delle università è di 450 posti, il 17,23% dei 2.611 posti vacanti, mentre in Liguria ed Emilia Romagna si arriverà rispettivamente al 47,28% e al 47,31% grazie a 330 e 800 posti di Tfa, rispetto ai 698 e 1.691 posti vacanti.
Al Sud invece, la situazione è rovesciata. In Calabria, a fronte di 73 cattedre di sostegno scoperte, le università regionali attiveranno 2.070 posti di Tfa (il 2.835,62% in più) e lo stesso vale per la Sicilia: 184 posti scoperti e 5mila posti di Tfa (2.717,39% in più). La Basilicata, con 400 posti di Tfa ma con appena 23 cattedre vacanti, arriverà a superare del 1.739,13% il fabbisogno di insegnanti di sostegno delle scuole del territorio. L’Abruzzo, la Puglia e la Campania hanno un’offerta di posti in formazione di oltre il mille per cento superiore alla domanda di insegnanti di sostegno degli istituti scolastici”.
“E’ palese lo squilibrio nella distribuzione dei posti disponibili negli atenei – prosegue Brescacin – e la conseguenza sarà quella di alimentare ulteriormente il fenomeno degli ‘insegnanti con la valigia’ e degli spostamenti massici dei docenti abilitati da Sud a Nord in attesa di un eventuale trasferimento sul territorio d’origine, creando ulteriore instabilità nel sistema. Inoltre la continuità didattica a tutela degli alunni, in particolar modo di quelli con disabilità, non può essere garantita con insegnanti di sostegno supplenti e, in gran maggioranza, non abilitati, con ricadute gravissime sul percorso formativo e di crescita personale. Per tutti questi motivi, la mozione presentata impegna la Giunta regionale ad attivarsi con il Ministero dell’Istruzione, per raggiungere una distribuzione dei percorsi di specializzazione sul sostegno più equa, rispondente ai bisogni degli alunni e degli istituti scolastici. La mozione chiede inoltre, di attivare tutte le azioni possibili per rendere più attrattiva la professione dell’insegnante di sostegno, un ruolo difficile che richiede una specializzazione accurata ed una elevata responsabilità. Infine, che venga intrapresa ogni azione utile – conclude Brescacin – a garantire il diritto degli studenti che ne hanno bisogno ad avere il sostegno da parte di insegnanti qualificati”.