La crisi della famiglia naturale: l’opinione di Luciano Parolin

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Della famiglia si prende coscienza solo quando la sua situazione diventa problematica. La famiglia in Italia è in crisi per il decremento demografico cioè la “crescita zero” che sta allarmando gli osservatori più attenti. Poi la fuga dal matrimonio, la riduzione delle celebrazioni nuziali, l’aumento e la crescente precocità delle crisi coniugali, gli aborti. Solo dal 1994 le Nazioni Unite hanno istituito periodiche Giornate Mondiali della Famiglia. Qui occorre fermarsi, riflettere ed agire, è necessario impegnarsi con progetti concreti e fattibili sul piano della legislazione, delle politiche sociali, dell’impegno educativo a salvaguardia dei figli minori.
L’ONU ha invitato i governi e le associazioni no profit a considerare alcune situazioni di sottosviluppo e di epidemie particolarmente diffuse nel mondo. Ma a parlare di Famiglia cioè madre, padre, figli, si corre il rischio di essere “omofobi o fascisti” alla mercé degli anti-sessisti; anti-razzisti; dei transgender, degli arcobalenì; dell’Arcigay; e altro. La parola Famiglia è nella Costituzione art. 29 seguita da Naturale, Ma il mondo “progressista” dice che è “necessario rivendicare i… diritti di quelle famiglie (al plurale) che decidono di non riconoscersi nel modello unico (senti senti) etero-patriarcale e di farlo portando in piazza i nostri corpi liberi e autodeterminati e le nostre idee. Vogliamo esprimere il nostro dissenso e dare forma alla nostra idea di famiglie: plurali, dalle molte forme, che rifiutano gli stereotipi e l’oppressione dell’ eteropatriarcato”. Da non credere. La famiglia, diventa un’ammucchiata generica. Invece, è un insieme di persone congiunte da stretti vincoli di sangue, padre, madre, figli, cugini, nonni. Con gli sposi uniti nel vincolo del matrimonio. Il resto è pura ideologia distruttiva della Società che sul pilastro Famiglia ha costruito la propria cultura, il progresso e il benessere.