La felicità: pillole di psicologia di Maria Cristina Strocchi

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Felicità
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Una questione, quella della felicità, di cui si sono occupati da sempre i filosofi senza arrivare mai ad una risposta certa. Nell’ultimo secolo se ne sono interessati – e se ne interessano- gli psicologi soprattutto perché hanno a che fare spesso con persone talmente infelici da non riuscire ad affrontare la quotidianità (qui le pillole di psicologia di Maria Cristina Strocchi, ndr).

Certo è che non è facile essere felici o almeno sereni nella società di oggi. Oltre al bombardamento a cui siamo sottoposti a causa della pandemia, già prima eravamo messi in croce dalle norme religiose, malamente interpretate, e dalle norme sociali.

Cominciamo dalle prime.

Tu nasci peccatore. In realtà, è una metafora per far capire che chi ha tutto senza chiedere nulla, alla lunga non sarà felice e quindi l’uomo ha preferito costruire il suo destino facendo e sbagliando. Che peccato! Il peccato è un errore che permette di averne consapevolezza, pentirsi ed evolvere.

Gesù è morto per i nostri peccati. Invece è morto per darci degli strumenti per vivere meglio. Ama il tuo prossimo come te stesso, né di più altrimenti ti annulli, né di meno sennò sei un egoista; non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te, e già qui andiamo alla grande, ed infine abbi fede, in altre parole, quando ti poni un obiettivo realistico, abbi fede, pensa di averlo già ottenuto e lo otterrai. Nella seconda metà del 1900 gli studiosi hanno scoperto che se ci si pone una meta realistica e si pensa di ragion gerla, la si otterrà. Il fenomeno si chiama “profezia autoavverante”. Gesù lo aveva già detto agli apostoli.

Non parliamo poi delle norme sociali. Devi essere magro, giovane, altrimenti scadi come i prodotti e troppi aborriscono la vecchiaia, felice, ma non troppo, altrimenti ti invidiano, perfetto, sennò gli altri non perdono occasione di sottolineare i tuoi errori, competente, ma non troppo perché potresti essere vittima di mobbing….fino al paradosso: cercasi apprendista con esperienza (siamo matti!). Infine ricco, così ti invidiano ma ti usano.

Ci mancava solo il covid!

Voi capite che, seguendo queste norme disumane, la felicità e la serenità diventano un miraggio.

Dobbiamo imparare a difenderci da queste pazzie, accettarci per ciò che siamo, cercando comunque di migliorare,  e insegnare agli altri che “nessuno è perfetto, sbagliare è umano, e che la devono smettere anche loro di essere schiavi di queste assurdità”.