Legge Ferragni per trasparenza sulla beneficenza: la nuova norma al Consiglio dei Ministri

576
legge ferragni

Il Governo Meloni ha un Piano per ottenere una “beneficenza più trasparente”, così la premier Meloni annuncia la Legge Ferragni. Una norma che in questa settimana dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri e che fisserà nuove regole sui prodotti commerciali. Soprattutto, andrà scritto a chi vanno le risorse, per cosa e in che percentuale.

Ne ha scritto nel dettaglio su La Repubblica di oggi, Viola Giannoli. Una tentativo di normare un settore sregolato e che prende spunto dai casi che hanno investito la nota influencer italiana (pandoro, uova e bambola) finiti in una indagine su cui la procura di Milano ha aperto un fascicolo dopo gli esposti del Codacons.

Ad annunciarlo – scrive La Repubblica – è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante l’intervista tv a Quarta Repubblica: «Stiamo lavorando — ha detto — a una norma per le attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico per la quale sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinata in beneficenza».

Se un merito il caso Ferragni — ovvero la vicenda, anzitutto, del pandoro Balocco per la quale l’imprenditrice ha ricevuto una maxi multa per pratica commerciale scorretta perché, secondo l’Antitrust, i consumatori sarebbero stati tratti in inganno credendo che almeno parte del ricavato sarebbe andato in beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino, mentre la donazione era già stata fatta dall’azienda dolciaria —, è proprio questo, sostiene la premier.

E cioè «aver fatto vedere che effettivamente c’è un buco nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico, in termini di trasparenza». Mentre le raccolte fondi del Terzo settore e degli enti non profit sono infatti regolamentate da linee guida del ministero del Lavoro e da norme che rendono ad esempio obbligatorio il rendiconto, per le attività commerciali e i privati le regole sono più labili.

«Quel che mi interessa del caso Ferragni è questo — dice Meloni — Voluto o non voluto è una cosa in cui si può incappare». Da qui la norma. «Trasparenza, non divieti», aggiunge la premier, che prova a respingere l’idea dello scontro tra chi, come lei, è a capo del governo e una singola cittadina, per quanto dal grande seguito, come Chiara Ferragni”.

Fonte: La Repubblica