Liquidità, BPER in Commissione Banche: i finanziamenti alle Pmi crescono, ma per il rilancio serve meno burocrazia

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Partita 153 anni fa da Modena, ora il gruppo BPER – Banca Popolare dell’Emilia-Romagna – si prepara a diventare il terzo polo italiano per filiali e il quarto per attivo. «Entro qualche mese acquisiremo 530 filiali del gruppo Ubi», spiega il vice direttore di BPER Banca Stefano Rossetti alla Commissione d’inchiesta sul sistema bancario nell’audizione di ieri pomeriggio. Il gruppo cresce e vuole dimostrare che anche durante la pandemia non è stato da meno. (Qui sotto il video integrale dell’audizione)

I dati relativi all’applicazione del dl Liquidità vedono infatti BPER Banca tra gli istituti di credito più attivi nell’erogazione dei finanziamenti. Insieme alle banche cosiddette ‘significant’ che continueranno ad essere convocate dalla bicamerale fino a settembre. Al 24 luglio i finanziamenti erogati sotto i 30 mila euro si aggiravano intorno al 90% delle richieste. La media nazionale, ancora oggi – come ricorda la presidente della bicamerale Carla Ruocco (M5S) -, si attesta invece al 60 per cento. Il vice direttore Rossetti osserva infatti che le 42.422 domande accolte dal suo gruppo coprono il 5,4% delle domande totali arrivate a Mediocredito Centrale. A fronte di una quota di mercato del gruppo intorno al 2,95 per cento, quindi, «quasi il doppio», rileva il manager.

Sempre con riferimento ai finanziamenti entro i 30 mila, precisa sempre Rossetti, «le domande annullate e ritirate sono molto poche». Al 30 di giugno le domande declinate erano l’8,7% e le cause principali di rifiuto riguardavano soprattutto «default e merito creditizio». Mentre le richieste di integrazione dai 25 ai 30 mila euro – dopo la conversione del decreto in legge che ha aumentato le soglie dei finanziamenti – sono state 1.500.

Anche nel gruppo BPER le moratorie sono state le misure più richieste del pacchetto liquidità stanziato dal Governo. Ieri il MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) comunicava sul suo portale sospensioni della scadenza di obbligazioni ex lege per 297 miliardi di euro. E per effetto del dl Cura Italia sono arrivate alla banca «102 mila richieste di moratoria per 11 miliardi di debito residuo», illustra Rossetti. A giugno il flusso è comunque calato, così come sono diminuite le domande per gli altri finanziamenti del dl Liquidità (come ha riportato Frederik Geertman di Ubi Banca nella precedente audizione).

Sono però i tassi d’interesse i punti della relazione del Dott. Rossetti che hanno catturato maggiormente l’attenzione della commissione. Un intervento del senatore veronese Massimo Ferro (FI) e dell’abruzzese Elio Lanutti (M5S), in particolare, hanno stimolato una dettagliata spiegazione da parte del gruppo di credito. I tassi hanno infatti visto un costante aggiornamento con il passare dei mesi.

Riguardo ai finanziamenti sotto i 25 mila euro, ad esempio, «abbiamo optato per fare solo due scadenze: una a 3 anni a tasso 0 e una a 5 anni e 7 mesi all’1.45%» spiega Rossetti. Nello specifico si è scelto di mantenere in ogni caso i tassi al di sotto del Rendistato, che nel mese di aprile si attestava intorno all’1.5. «A maggio abbiamo portato i tassi a 1,25 per l’opzione di scadenza a 5 anni e 7 mesi – continua il vice direttore –; 1,60 invece per il tasso a 10 anni». Nel mese di giugno i tassi si sono abbassati ulteriormente. «Noi siamo sempre stati sotto la soglia», tiene a sottolineare.

Il gruppo di credito precisa però anche la sua posizione su eventuali compensazioni dei nuovi finanziamenti con debiti pregressi. Problema per altro paventato dalla bicamerale nelle prime settimane di attività dei decreti. Ma Rossetti vuole scacciare ogni dubbio: «Abbiamo mantenuto una rigida linea di non compensazione». «Laddove il finanziamento fosse stato in una linea sconfinata, abbiamo provveduto a un’erogazione con assegno circolare o bonifico su altra banca», spiega.

In ultima istanza il gruppo di credito dell’Emilia-Romagna fa sapere alla commissione che si accoda alla richiesta di Abi – Associazione bancaria italiana – di prorogare le misure di moratoria per altri 12 mesi. Ma non solo.

Rossetti teme che anche al Superbonus del 110%, presentato col decreto Rilancio di maggio, seguirà lo stesso onere burocratico dei finanziamenti garantiti dal Fondo centrale, sia per le banche che per i clienti. Il vice direttore infatti vede già un «grande interesse dei clienti ad adire questa attività», ma «cessioni di credito e certificazioni» rischiano di spegnere ogni barlume di entusiasmo. Invita quindi i legislatori presenti ad «essere più semplici possibile» nella stesura della norma.

Qui le audizioni su DeepNews.it

Qui quelle pubblicate su VicenzaPiù