Mose, Zincone: evitiamo fallimento Consorzio Venezia Nuova, imprese pensino al futuro. Provveditore: Cipess sblocchi i 530 mln finali

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Mose
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Prima che provveditorato, commissario straordinario al Mose e commissario liquidatore del Consorzio Venezia Nuova incontrino le imprese, e’ necessario che il Cipess sblocchi i 530 milioni destinati al completamento del Mose. Anche perche’ sarebbe “un segnale di disponibilita’ e fiducia da parte dello Stato”.
Il provveditore Cinzia Zincone
Il provveditore Cinzia Zincone

Lo spiega alla ‘Dire’ il provveditore Cinzia Zincone, in risposta a quanto chiesto dal presidente di Legacoop Veneto Mirko Pizzolato, ovvero che sindacati ed imprese siano coinvolti nel tavolo che si e’ riunito per la prima volta venerdi’ scorso per affrontare la delicata situazione in cui si trovano il Cvn e le imprese che hanno lavorato (e stanno lavorando) al Mose. (Viene chiesto alle imprese di saldare il disavanzo del Consorzio per un totale di 57,8 milioni di euro, quando le imprese sono le sue prime creditrici).

Lo sblocco dei fondi dovra’ avvenire necessariamente “entro la fine del mese”, continua Zincone, che parla di “diverse soluzioni allo studio” per ovviare al problema paventato qualche settimana fa da Pizzolato e dal presidente Ance Venezia Giovanni Salmistrari, e quindi al fatto che i 530 milioni non potranno essere usati per pagare i debiti pregressi del Cvn con le imprese.
“Anche le imprese hanno piu’ interesse ad avere prospettive per il futuro piuttosto che salvare adesso fino all’ultimo centesimo”, sostiene Zincone immaginando che ci potra’ essere un momento, una volta liberati i 530 milioni, in cui si concorderanno “percentuali diverse che potranno modificare le posizioni delle imprese”. In questo contesto, compito dello Stato sara’ di far si’ che “i lavori riprendano, il tessuto imprenditoriale veneziano non soffra troppo e siano fatte salve esperienza e conoscenza”. Per il momento, l’incontro di venerdi’ ha consentito di “trovare una convergenza sul fatto che il fallimento del Cvn non e’ tra le ipotesi da preferire”, e “non e’ una cosa da poco”, conclude Zincone.
Fonte «Agenzia DIRE»