Paolo Rossi, a un anno dalla scomparsa: inaugurata mostra a Padova

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Paolo Rossi mostra a Padova presentata da Ciambetti
Paolo Rossi mostra a Padova presentata da Ciambetti

Il 9 dicembre 2020, lasciandoci tutti sgomenti e attoniti, spiazzati come vittime di un suo dribbling ubriacante, è venuto a mancare Paolo Rossi, l’eroe del Mundial 1982. Quello delle notti magiche, di Pertini e Bearzot, dell’urlo ancestrale di Marco Tardelli al Bernabeu. Quando l’Italia, che si stava lasciando a fatica alle spalle le ferite del terrorismo degli anni Settanta, trovò in quella Nazionale un motivo di orgoglio e uno strumento per abbattere alcuni fastidiosi stereotipi. Anche grazie ai sei gol del numero 20 azzurro, con tanto di titolo di capocannoniere conquistato. Il trionfo in Spagna consegnò definitivamente alla leggenda il bomber di Prato, completando quella parabola esaltante e irripetibile nata solo quattro anni prima sotto il cielo di Baires: da Paolo a Pablito, da uomo a mito. E come tutti i miti, il tempo non ne sbiadisce l’immagine, ma la rafforza. Oggi, a palazzo Ferro Fini, Paolo Rossi è stato ricordato a un anno dalla sua scomparsa: una mostra gli renderà omaggio. Verrà allestita presso il Centro Culturale San Gaetano di Padova, a partire dal 21 dicembre, grazie alla collaborazione della Regione del Veneto e del Comune euganeo. Il pubblico potrà ammirare da vicino cimeli unici, come il pallone e la scarpa d’oro, la mitica maglia numero 20 indossata nella semifinale con la Germania, godere di contenuti multimediali e ricordi intimi dell’uomo Paolo. Un sogno per tutti gli appassionati di calcio, e non solo. Fu proprio Pablito, il 18 febbraio 2020, a regalarci l’ultima grande emozione: anticipando lo scoppio della pandemia, come sapeva magistralmente fare in campo beffando i difensori avversari, presentò qui il suo libro autobiografico, ‘Quanto dura un attimo’, scritto a quattro mani con la moglie Federica Cappelletti. L’ultimo evento pubblico ospitato dal Consiglio regionale, prima del lockdown. Lo ha ricordato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, introducendo la conferenza stampa. “Oggi ripartiamo da Padova e dal Veneto, portando in tutta Italia e all’estero questa mostra che celebra il grande campione che è stato Pablito – ha posto l’accento Ciambetti – In quell’ultima visita al Ferro Fini, fummo tutti travolti dalla gentilezza e affabilità di un grande campione, non solo nello sport ma anche nella vita. La cortesia con la quale si soffermò con noi tutti, mostrando incredibile pazienza, è rimasta memorabile”. “‘Pochi momenti, come questo belli’, recita un verso della poesia Gol scritta da Umberto Saba – ha proseguito il Presidente del Consiglio – E ora posso dire che quel verso è perfetto per descrivere non solo la gioia dei gol che Paolo Rossi ci donò: questo campione fu grande perché dimostrò con molta umiltà e semplicità che non ci si deve abbattere mai, che la vita è bella e piena di sorprese. Una lezione memorabile di straordinaria attualità”. “La Nazionale in cui giocò, in Argentina come in Spagna, ma anche il Lanerossi Vicenza (che nulla ha a che fare con l’attuale squadra vicentina rossa di vergogna e bianca di paura quando scende in campo), dimostrarono che era possibile combinare stile, fantasia, bel gioco e grinta – ha affermato Ciambetti – Paolo Rossi è per sempre nella ‘rosa’ di quella squadra ideale fatta da grandi campioni, in campo come nella vita, assieme a nomi mitici del calcio internazionale, da Pelé a Johan Cruyf, fino a Franz Beckenbauer, Gaetano Scirea e via dicendo. Ma se oggi gli viene dedicata una mostra qui nel suo Veneto è perché Paolo Rossi non fu solo un calciatore: seppe essere una persona buona, gentile, mordace, come solo i toscani possono essere, ma anche autoironico, semplice, in grado di sdrammatizzare i momenti più difficili e, soprattutto, capace di non arrendersi mai e di uscire sempre a testa alta, anche quando si perde”. “‘Preferisco una sconfitta consapevole della bellezza dei fiori, piuttosto che una vittoria in mezzo ai deserti’… Queste parole di Pessoa sintetizzano benissimo la lezione che Paolo Rossi ci ha lasciato – ha ricordato Roberto Ciambetti – Mai come oggi è stato importante dedicargli una mostra per ricordarci che non dobbiamo arrenderci, che la vita è bella e va giocata fino alla fine, anche quando tutto sembra perduto. Per questo, Paolo Rossi continua a vincere nel nostro cuore”.

Il Presidente della Prima commissione consiliare, Luciano Sandonà (Lega/LV) – che ha collaborato attivamente per allestire la mostra e per presentarla a Venezia – ha condiviso un ricordo molto intimo di Paolo Rossi. “Quando ero bambino e frequentavo lo stadio Menti di Vicenza, pieno all’inverosimile, Pablito era il mio supereroe. Ricordo quasi tutte le partite di quella mitica stagione 1977/78, quella in cui il Lanerossi seppe regalare agli appassionati di calcio un gioco spettacolare e Rossi era il terminale offensivo di quella compagine. Da lì, seppe ritagliarsi un ruolo da protagonista nel Mondiale in Argentina, durante il quale abbiamo ammirato una Nazionale bellissima. Fino all’apoteosi del 1982 in Spagna, quando i suoi gol a raffica lo consegnarono alla ristretta cerchia degli eroi. Paolo è un orgoglio per tutto il Veneto, una terra che lo ha visto crescere e diventare grande. Ringrazio Federica Cappelletti e la sua famiglia, ma anche tutte le persone che hanno collaborato all’allestimento di questa mostra, a iniziare dal Direttore esecutivo Marco Schembri. L’esposizione racchiude tantissimi ricordi del bomber azzurro: foto, contenuti multimediali, la sua pagella…”. “Il 9 dicembre, a Zurigo, Pablito è stato ricordato da tanti personaggi del calcio e dello sport – ha aggiunto Sandonà – Mi sovvengono ancora le parole pronunciate in quell’occasione da Rumenigge: ‘Nessuno nel nostro mondo ha mai parlato male di Paolo’. Ecco, credo che questa frase racchiuda perfettamente tutta la grandezza dell’uomo. E rammento con emozione quanto confidato pochi giorni fa da Gianluca Vialli: ‘Paolo Rossi per me era un mito…Quando ti raggiungerò in cielo, caro Paolo, per favore, fammi giocare al tuo fianco!’”. “Proprio in considerazione di tutto quello che Paolo Rossi ha rappresentato per l’Italia, credo sia importante intitolare a lui lo Stadio Olimpico di Roma, superando certe ritrosie da parte di alcune frange di tifosi. Lo hanno chiesto il presidente della FIFA Infantino e quello della FIGC, Gravina. Di questo mi farò promotore in Consiglio regionale, anche accogliendo un espresso desiderio della famiglia di Paolo: Pablito, durante tutta la sua esistenza, ha sempre unito le persone, non è mai stato divisivo…e deve continuare ad esserlo!”, ha chiosato Luciano Sandonà.

Anche l’Assessore regionale con delega allo Sport, Cristiano Corazzari, presente assieme all’Assessore all’Istruzione, Elena Donazzan, ha tratteggiato un ricordo di Paolo Rossi, “un grande calciatore, un idolo per me tifoso juventino, ma soprattutto una persona in grado di rappresentare al meglio i valori più nobili dello sport. E per noi, che con una Legge regionale abbiamo promosso la ‘Carta Etica dello Sport’, è un orgoglio ospitare la mostra che gli rende il dovuto onore. Rossi ha avuto la forza di rialzarsi anche dalle situazioni più difficili, sfruttando la sua arma più potente: la fiducia. Questo è un grande insegnamento sociale. Paolo ha saputo essere un collante per la nostra società e un modello positivo per tanti giovani”.

Per l’Assessore del Comune di Padova con delega allo Sport, Diego Bonavina, “l’allestimento nel cuore della città di questa mostra di altissimo livello è un grande onore, un prestigio, anche per tutto il Veneto. È un’occasione meravigliosa, perché Paolo ha saputo unire tutti i pensieri, non solo quelli degli sportivi. Non ha mai avuto una squadra, una tifoseria di appartenenza, ma è sempre stato un eroe nazionale che tutti noi ancora serbiamo nel cuore. Mi piace citare una frase di Nelson Mandela: ‘Non c’è nulla al mondo che unisce come lo sport’…e sicuramente non c’è uno sportivo che abbia saputo avvicinare le persone come Pablito. Ringrazio pertanto la Regione del Veneto, tutti i partner coinvolti nel progetto, la ‘Paolo Rossi Fundation’, Whitebox, perché da Padova partirà un percorso che tutta Italia aspetta e desidera”. “Da ex calciatore, con tanti anni di professionismo alle spalle, a Paolo ho sempre invidiato l’opportunismo, sicuramente la chiave vincente che lo ha portato alla ribalta mondiale – ha confidato Bonavina – Per me, giovane calciatore, è stato il mio punto di riferimento, anche se, nelle prime tre partite di qualificazione del Mondiale di Spagna, non capivo proprio perché al suo posto non giocasse ‘Spillo’ Altobelli, ma sono tifoso interista e lui era il mio idolo di allora… Tuttavia, Bearzot seppe dargli fiducia, poi ampiamente ripagata. Questo rappresenta un grande insegnamento sociale: si può anche sbagliare nella vita, ma il futuro è sempre di chi alla fine merita veramente”. “Chiudo con un appello: da martedì 21 dicembre, tutti potranno visitare la mostra che però avrà ingressi contingentati, massimo 150 persone per turno. E’ fondamentale rispettare tutte le regole di igiene e sicurezza anti Covid: mascherina e Green Pass rafforzato, e munirsi di pazienza. Nell’attesa di poter entrare all’esposizione, i turisti avranno modo di impiegare il tempo per ammirare le numerose e straordinarie bellezze di Padova”, ha concluso l’Assessore Bonavina.

Federica Cappelletti, Presidente della ‘Paolo Rossi Fundation’, ha espresso “grande soddisfazione per l’allestimento della mostra a Padova, nel cuore del Veneto, una regione che mio marito sentiva propria e amava molto. Da qui mio marito ha spiccato il volo, e ci vive mio figlio Alessandro. L’esposizione celebrerà i successi sportivi del campione del mondo ma anche l’uomo. Invitiamo tutti a visitarla: è ricca di oggetti, ricordi, particolari inediti, anche sul Mundial 1982”. “Sono affezionata a tutti i cimeli raccolti, sia a quelli che rappresentano il calciatore Rossi, forse la dimensione che ho vissuto meno da vicino, sia a quelli che raccontano l’uomo, il mio Paolo, la sua positività, il suo ottimismo contagioso, la forte tenacia che, come ha sottolineato il presidente della FIFA Infantino, lo ha portato a rappresentare la vittoria, il riscatto di una Nazione intera. Sarà un percorso emozionale molto toccante”, ha confessato Federica. “Ho appena terminato di scrivere il libro ‘Per sempre noi due, le nostre parole d’amore’, edito da Rizzoli – ha ricordato con emozione la moglie del grande calciatore – Il volume racconta il nostro sentimento, i tanti momenti belli che abbiamo vissuto assieme, ma anche i nove mesi intrisi di dolore, il nostro mondiale che non siamo riusciti a vincere. Ho pianto tanto scrivendo, ma ho voluto mantenere una promessa fatta a mio marito: fare di tutto per non disperdere il nostro amore”.

Sharon Ritossa, curatrice e direttrice artistica della Mostra, ha spiegato che “da Padova prende avvio un racconto, anche multimediale e sensoriale, della vita personale e professionale di Paolo Rossi, dagli esordi fino al suo lascito. L’esposizione itinerante, che attraverserà l’Italia e approderà anche all’estero, sarà arricchita da interviste a personaggi del mondo del calcio, come Maradona e Pelè, e dello Spettacolo. Ci sarà spazio anche per la realtà virtuale: con una visione a 360 gradi, da tre punti di vista differenti, potremo rivivere, come se fossimo in campo, la storica tripletta rifilata al Brasile… E non mancheranno le numerose lettere scritte dagli ammiratori, perché Paolo Rossi è stato un ragazzo d’oro, non solo per lo spessore dei trofei vinti, dal pallone alla scarpa di super cannoniere, ma soprattutto in quanto ha saputo farsi amare dalla gente, anche grazie alla sua tenacia e forza di carattere. Il pubblico si potrà emozionare vedendo un video clip che raccoglie istantanee di vita professionale e familiare di Paolo, con in sottofondo la canzone di Antonello Venditti ‘Giulio Cesare’, dedicata a Pablito, ‘un ragazzo come noi…’”.