Abbiamo riferito ieri, 8 ottobre, della deposizione pomeridiana di Leonardo Finocchiaro, maresciallo della Guardia di Finanza della sezione reati valutari di Roma che ha seguito filoni importanti delle indagini per conto dei pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, che ha posto l’accento «sui fondi lussemburghesi e sui ventilati interessi di Sorato e Piazzetta» e che ha occupato «la scena principale nell’udienza del processo BPVi davanti al collegio presieduto da Deborah De Stefano con con giudici a latere Elena Garbo e Camilla Amedoro, ai legali al completo delle difese (tra cui gli avvocati Ambrosetti, Roetta e Manes) e agli unici due sparuti rappresentanti dei risparmiatori “offesi” che hanno preso la parola anche oggi, gli avvocati Michele Vettore e Renato Bertelle.»
Di mattina era stato interrogato Nicola Ferrero (area contenzioso con i clienti) di cui riferiremo e mostreremo il video a parte mentre a cavallo del pranzo per quattro ore è toccato a Filiberto Romio, a lungo responsabile dell’ufficio soci, rispondere al fuoco di fila dell’accusa, prima di fornire elementi anche alle sparute parti civili (gli avvocati Bertelle e Vettore, questa come quasi sempre) e alle difese.
Queste anche nell’udienza di ieri del processo BPVi si sono arroccate nella loro strategia che, ad esempio noto e stranoto, per Zonin punta sistematicamente a escludere la «consapevolezza» del presidente di quanto accadesse nella banca affidata a lui e al suo cda dalla fiducia dei soci che mai avrebbero pensato che lui, invece, l’avrebbe consegnata in mano, a sua sostanziale detta, a degli incapaci e per giunta spregiudicati dirigenti.
Romio, invece, testimoniava che «Zonin non era certo un presidente pro-forma» e che «gli armadi erano pieni di richieste di vendita azioni» come titola Il Corriere del Veneto di oggi a firma della collega Benedetta Centin, della cui cronaca, che riportiamo di seguito, approfittiamo per sintetizzare il nostro video integrale visto che mentre Romio deponeva noi eravamo in un’altra aula per contrastare, questa volta con totale successo, come per noi sarebbe sempre giusto, un altro degli attacchi che VicenzaPiu.com e io, suo direttore, subiamo per farci chiuderci la bocca e tranciare le dita che battono su questi tasti solo quello che vedono e quanto documentano.
Se in futuro racconteremo di questa nuova battaglia vinta in una guerra ancora tutta da combattere con certi potenti, oggi, come dicevano, approfittiamo di Benedetta Centin di cui riportiamo la fedele sintesi su Il Corriere del Veneto dell’interrogatorio di ieri a Filiberto Romio nell’udienza del processo BPVi dell’8 ottobre.
«Bpvi, Zonin non era certo un presidente pro-forma»
Il capo dell’ufficio soci: «Gli armadi erano pieni di richieste di vendita azioni»
Gianni Zonin era «il padre-padrone» della banca, quello «senza il cui consenso non si muoveva foglia». Un presidente «che sollecitava in ogni utile occasione la vendita delle azioni Bpvi», un presidente, come ha detto ieri, «molto forte e sempre presente, sul pezzo; non una figura formale e basta». Lo aveva riferito già nel 2015, sentito dalla procura, Filiberto Romio; e lo ha confermato e spiegato ieri in aula, nel corso dell’udienza del processo per il crac Banca Popolare di Vicenza.
Seduto sul banco dei testimoni, essendo stato dall’estate 2010 responsabile dell’ufficio soci, l’ex dirigente ha chiarito però che non aveva direttamente a che fare con il presidente (presente in aula) ma con il direttore generale Samuele Sorato che, ha spiegato, «mi contattava in ferie e nei weekend per sapere dei soci. Dati, questi, sensibili». Soci storici definiti «i clienti migliori della banca». Come la famiglia Zambon, per la quale Zonin (c’è una mail di Romio ad attestarlo) «dice di incrementare il possesso con 3983 azioni a testa (a Margherita ed Elena Emilia)».
E poi, nel corso della sua lunga audizione, Romio ha riferito dei problemi via via crescenti con le azioni. A partire dal 2013, quando «arrivavano montagne di richieste di vendita di azioni». Detto che c’erano state anche negli anni precedenti; ma mai così come da allora. Romio gesticola mentre racconta: «Avevamo armadi di domande di compravendita» e spiega che tra queste c’erano anche quelle di acquisto azioni, per quanto limitate: «Già dal 2010 le richieste di vendita azioni erano sempre superiori a quelle di acquisto».
Una falla da arginare: «Dovevamo frenare la vendita e agevolare l’acquisto», sono le parole del testimone che presentava le pratiche al comitato soci. Necessario correre ai ripari: «Se si trasmettevano troppe richieste di vendita rimanevano ferme, stoccate, e per noi la date, l’ordine cronologico, dal 2011, è diventato irrilevante».
E si scremava: «Venivano portate in comitato soci (che si riuniva sempre più di frequente e a ridosso del cda) quelle richieste che la linea gerarchica aveva deciso. In quantità contingentata da quando si era verificato un aumento esponenziale – le parole di Romio – Dal 2011 si limitavano, dovevano essere tagliate per non creare problemi al fondo di acquisto azioni, arrivato a 240 milioni, a livelli preoccupanti, vicino al massimo. E al comitato soci non si diceva che parte delle domande di vendita erano state stoccate». Un’emorragia che la banca nel 2012 aveva tentato di frenare «offrendo finanziamenti a tassi agevolati a chi voleva liberarsi delle azioni».
E poi ci furono i fondi lussemburghesi. Operazione per certi versi persino troppo semplice da capire. «A fine 2012 Sorato fornì indicazioni al vicedirettore Emanuele Giustini di azzerare il fondo di acquisto azioni – ha riferito Romio – Piazzetta mi cercò per mettermi in contatto con alcuni broker stranieri, per l’acquisto di azioni Bpvi a favore dei loro clienti». Operazioni, queste «da fare con una fretta terribile, da chiudere contabilmente entro la mezzanotte del 31 dicembre 2012» a sentire il testimone, secondo il quale «era evidente che erano operazioni mirate, esclusivamente mirate a svuotare il fondo».
N.B. Oltre che i verbali di udienza disponibili ora su bankileaks.com sezione Documenti & Files Premium, proponiamo i video integrali in esclusiva del processo BPVi dall’udienza del 13 giugno su questo mezzo, sul nostro canale YouTube e sul canale streaming VicenzaPiu.tv e LaPiu.Tv (qui il nostro palinsesto) visibili su Pc e tramite l’omonima App disponibile gratuitamente per l’ambiente iOs e Android.