Processo BPVi rischia prescrizione, il presidente Lorenzo Miazzi lascia: incompatibilità con la sorella Maria Luisa un cui collega difende Sorato civilisticamente?

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Il giudice Lorenzo Miazzi con Deborah De Stefano nell'udienza BPVi del 13 giugno scorso
Il giudice Lorenzo Miazzi con Deborah De Stefano nell'udienza BPVi del 13 giugno scorso

Mentre stavamo per scrivere della notizia bomba ufficiale (primo inserimento alle 14.50) data agli avvocati delle parti con un documento (clicca qui) che ufficializza la cosiddetta “astensione” dal processo BPVi per non precisati motivi di Lorenzo Miazzi, Presidente del collegio giudicante (nella foto nell’udienza del 13 giugno), e, poi, la sua conseguente sostituzione nel collegio con Camilla Amedoro e con la “promozione” a presidente di Deborah De Stefano confermata nel collegio insieme a Elena Garbo, il primo lancio sui media nazionali è stato quello di Rai News 24 che riportiamo di seguito per semplicità e per sintesi.

Dopo 20 udienze colpo di scena al processo per il crac della Popolare di Vicenza. Il presidente del collegio, Lorenzo Miazzi, non porterà a sentenza il procedimento contro Gianni Zonin e gli altri imputati coinvolti nel crac della banca vicentina. Un’astensione accolta dal presidente della Corte d’Appello. Stupore, sconcerto fra gli avvocati.

Nulla si sa (per ora) dei motivi che hanno spinto il magistrato a fare un passo di lato. Il processo, che riprenderà il 3 luglio, avrà come nuovo presidente sarà Deborah De Stefano. Resta in collegio Elena Garbo, nuova entrata Camilla Amedoro“.

La voce più ricorrente e accreditata – aggiungiamo noi – sarebbe quella di un documento depositato dalla procura di Vicenza “comprovante che la sorella di Miazzi, anche lei legale, fa parte di uno studio legale un cui partner, suo collega, difende Samuele Sorato nella causa per l’azione di responsabilità intentatagli dalla Popolare di Vicenza”.

In questo caso, se la voce sarà confermata ufficialmente, lo studio sarebbe quello Miazzi Cester Rossi di Padova e l’avv. Maria Luisa Miazzi, che lì opera col partner Francesco Rossi, ex presidente dell’Ordine degli avvocati di Padova, sarebbe la sorella di Lorenzo Miazzi per la quale la procura avrebbe ravvisato una possibile incompatibilità dell’ormai ex presidente del collegio giudicante con la sua funzione.

Le prime reazioni, tutte condite dalla parola “sorpresa“, fanno aleggiare specialmente tra le parti civili il timore che il cambio in corsa, più o meno meno volontario del presidente Lorenzo Miazzi, sia collegabile con un allungamento dei tempi della sentenza, che lui aveva assicurato che avrebbe emesso entro il 2020 per ridurre al massimo i rischi di prescrizione.

Per i reati ad oggi adombrati la prescrizione scatterebbe a metà 2021 per quello “più grave”, l’aggiotaggio, che è, idealmente, alla base anche della motivazione della concessione degli indennizzi ai risparmiatori truffati dalla Banca Popolare di Vicenza e, soprattutto, tecnicamente, delle costituzioni di parte civile per i relativi danni, che, in caso di prescrizione di questo reato insieme a quello di falso in prospetto per gli aumenti di capitale del 2013 e 12014, non sarebbero più definibili.

Se il tribunale di Vicenza ha, infatti, provveduto con celerità a riformare il collegio, non si possono escludere, al momento e con la scarsa conoscenza dei fatti e degli antefatti, che gli avvocati degli imputati possano utilizzare questa modifica in corsa per chiedere di ripartire da zero.

In attesa di comunicazioni ufficiali abbiamo contattato via mail il giudice Miazzi (che non ha “nulla da aggiungere a quello che ha detto e dirà il presidente del tribunale“) e lo studio Miazzi Cester Rossi.

Aggiornamento delle 16.26. L’avv. Francesco Rossi, partner dello studio Cester Miazzi Rossi, ci ha appena contessente contattato per confermare quanto da noi anticipato, meno l’essere marito dell’avv. Miazzi, voce che ricorreva nei primi tam tam: “è dal luglio 2015 che tutelo il dr. Sorato, prima per una vertenza di lavoro, poi anche per l’azione di responsabilità intentata dalla BPVi“.

C’è da aggiungere, poi, che se il dr. Lorenzo Miazzi si è trasferito a Vicenza nel novembre 2016, dopo il primo incarico che Sorato ha conferito all’avv. Francesco Rossi, non esistono, secondo vari legali che abbiamo interpellato, ragioni giuridiche di incompatibilità ma solo di “opportunità”, e questa sarà stata la valutazione dell’ormai ex presidente del collegio giudicante nel decidere di “astenersi” dopo la segnalazione della Procura.

Cui prodest? A lui e alla sua reputazione, diremmo, di sicuro, agli imputati e alla loro attesa della prescrizione anche, forse…