Processo d’appello BPVi 15 giugno: il ciclone Giustini si abbatte su Zonin, ex amministratori, dirigenti e funzionari della Banca Popolare di Vicenza

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Processo appello BPVi: Giustini e Zonin (immagine di repertorio)
Processo d'appello BPVi: Giustini e Zonin (immagine di repertorio)

Udienza attesa oggi 15 giugno 2022 in aula bunker a Mestre nel processo d'appello BPVi a carico dei vertici della BpVi Zonin (condannato in I° grado a sei anni e sei mesi più sanzioni e confisca), Giustini (sei anni e tre mesi etc.), Marin (sei anni etc.), Piazzetta (sei anni etc.) oltre che a carico di Zigliotto e Pellegrini, assolti in primo grado ma la cui assoluzione è stata appellata dalla Procura di Vicenza  (qui tutte le udienze, “qui “Banca Popolare di Vicenza. La cronaca del processo”, il libro/documento sul primo grado da noi pubblicato, ndr).

Davanti al presidente del Collegio veneziano Francesco Giuliano, con i giudici Alberta Beccaro e David Calabria, all’accusa rappresentata dal sostituto Alessandro Severi, affiancato da Paola Cameran e col supporto dei pm del I° grado di Vicenza Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi e ai legali degli imputati e delle parti civili, infatti, è stato un fiume in piena Emanuele Giustini, ex vice direttore generale della BpVi dal 2007 con delega ai mercati che, questa è la sensazione di alcuni tra cui, di sicuro, la sua difesa, ha pagato in primo grado anche per conto del suo capo diretto, Samuele Sorato, assente in giudizio poiché la sua posizione era stata stralciata ed è solo da poco arrivata in aula a Vicenza sia pure tra mille ostacoli frapposti dai suoi legali.

Durante il lungo esame definito "auto ed etero accusatorio" dalla sua difesa (rappresentata in aula oggi dall'avv. Concetta Miucci dello studio del prof. Oreste Dominioni, altro suo difensore), è parso chiaro l'intento di perimetrare la consapevolezza delle operazioni baciate a partire dal presidente Zonin fino a tutti i responsabili di direzione della banca ed anche a tutti i livelli di essa oltre che di evidenziare la responsabilità della mente che le avrebbe strutturate e ne avrebbe richiesto l'avvio con operazioni commerciali in massa, a fine anno, perché si attuasse "lo svuota fondo" (riservato all'acquisto momentaneo di azioni proprie e da azzerare alla chiusura degli anni sociali) per non incorrere negativamente nei rilievi sulla insufficienza del patrimonio di vigilanza.

Giustini "denuncia", quindi, la consapevolezza condivisa e diffusa all'interno della banca di tale fenomeno attivato per l'incapacità di far fronte alla crescente richiesta di vendita delle azioni rispetto agli acquisti "naturali". Composto e sobrio Giustini sostanzia il suo esame in linea con quanto già anticipato nella sua memoria definita, appunto, auto ed etero accusatoria depositata nell'udienza del 30 maggio 2022.

L'ex vice dg specifica anche che negli anni in questione a Bce e a Banca d'Italia la banca vicentina comunicava solo le dinamiche positive al fine di  evitare reprimende della Bce per aver gonfiato il capitale tramite azioni frutto di operazioni correlate e consentire comunque di dar corso alle richieste di vendita dei soci..

In particolare e in merito a tali comunicazioni a conforto di quanto ammesso, Giustini riferisce di una mail a Sorato con un allegato "non illustrabile", ove di fatto erano visibili solo dati positivi, come ad esempio l'espansione dell'attività attraverso uno spostamento di incidenza del capitale sottoscritto da Vicenza e Veneto verso aree di nuovo insediamento ma celava a Banca d'Italia l'andamento degli ordini di vendita, tra fine 2011 al 2013, che evidenziava come gli acquisti "cedevano" rispetto agli ordini di vendita; ciò poiché l'ente vigilante avrebbe rilevato il grosso problema, reale ed esistente sul mercato secondario, di un prezzo delle azioni non congruo rispetto a cessioni e acquisti, svelando in questo modo un'operatività irregolare 

Nell'occhio del ciclone scatenato da Giustini finisce, quindi, il presidente Zonin, deus ex machina, decisionista e ingerente in ogni aspetto della attività bancaria sino ad intervenire puntualmente chiedendo ai consiglieri e alle aree soprattutto del nord di convincere i soci a non vendere le azioni e, nel caso, di finanziarli per mantenerle con l'obiettivo di sostenere il prezzo delle azioni e, di fatto, le rielezioni a presidente dello stesso Zonin nelle assemblee societarie.

Zonin, afferma Giustini, era il vero amministratore delegato della Banca, non c'era nessuna delibera che non passasse sotto il suo vaglio e approvazione e Sorato non muoveva nulla senza il benestare di Zonin il quale, attraverso Sergio Romano, responsabile dell'ufficio soci, interveniva anche sui reclami che venivano espressamente "tacitati" presso le filiali.

Il socio reclamante sul valore della banca e sulla congruità del prezzo delle azioni veniva, quindi, insiste Giustini, rassicurato cercando di conseguenza e per lo stesso soluzioni  alternative alla vendita delle azioni, come comprovato dalla numerosa documentazione sottoposta dall'imputato che ne dava contezza in udienza.

Pellegrini, Zigliotto, tutti, a detta di Giustini, erano parimenti consapevoli e a conoscenza della succitata prassi bancaria e delle sua portata ma motiva la loro acquiescenza a queste operazioni "sospette" perché "tutti ci siamo fidati delle parole di Sorato che ci rassicurava sulla pratica che definiva regolare (ndr operazioni baciate), ancorché ci invitasse a celarla, e, comunque, avallata e condivisa da Zonin".

L'ex dirigente della BPVi, quindi, non risparmia coinvolgimenti di nessuno degli altri coimputati circa la consapevolezza di quanto accadeva in BPVi per il capitale finanziato col il conseguente problema della vigilanza, ribadendo di voler solo "raccontare la verità" a prescindere dal fatto che tali fatti possano configurare ipotesi di reato.

Giustini punta sempre il dito principalmente su Gianni Zonin ricordando anche come fosse stato il presidente stesso la persona che aveva chiesto l'esclusione sua e di Piazzetta dalla banca nella riunione del 4 maggio 2015 nonostante l'avesse rassicurato sul problema da lui stesso sollevato circa la regolarità e l'impatto negativo sull'andamento dell'Istituto delle operazione baciate. Giustini non ha dubbi: l'uscita, non certo volontaria, di Sorato confermava che sicuramente Zonin guidava la Banca.

Passata la mano, per l'accusa, alla Procura, Giustini viene condotto ad affermare l'imponenza della pratica delle note operazioni baciate o correlate trattate come operazioni commerciali che coinvolgevano circa 3.000/3.500 persone partendo dall'input dei vertici fino a raggiungere nella struttura piramidale bancaria i singoli operatori delle singole filiali, coinvolgendoli, quindi, capillarmente nell'attuare il piano delle baciate.    

Il prof. Ambrosetti, per la difesa di Zonin, anticipa a questo punto un contro esame di Giustini supportato anche dalle mail della presidenza della banca in corso di stampa, chiedendo ripetutamente la trascrizione, ammessa dalla Corte a carico delle parti interessate, di file audio introdotti dalla difesa Giustini per ampliarne ed esaminarne il contesto estrapolato.

Il processo d'appello BPVi proseguirà, ora, a ritmi serratissimi: il 17 Giugno dalle ore 10,00 sarà il turno del contro esame di Giustini da parte delle difese degli imputati, quindi il 20 Giugno vi saranno le richieste istruttorie che avevano subito una brusca interruzione a seguito della richiesta di esame dell’ex dirigente della Banca.

Il calendario a seguire sin qui fissato prevede, quindi, le seguenti udienze : 22-24 Giugno. 1-5-8-13-14-15-18-19-20 luglio, il tutto, salvo altri colpi di scena, per scongiurare il rischio incombente di prescrizione per alcuni reati.

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L'articolo è a firma dell'avv. Marilena Bertocco e si avvale per questa udienza della collaborazione dell'avv. Fulvio Cavallari, cosa che avviene a parti invertite per altre udienze a seconda delle reciproche esigenze organizzative e professionali.

Entrambi sono esponenti di Adusbef Veneto e rappresentanti di parti civili ma la massima loro attenzione deontologica ai fatti rappresentati in udienza e la loro specifica competenza legale sono le ragione per cui abbiamo affidato a loro e non a colleghi giornalisti la cronaca delle udienze, pur se con la dovuta supervisione del direttore responsabile di ViPiu.it, che è sempre disponibile a raccogliere e rendere note eventuali osservazioni di ogni tipo di tutte le parti interessate.

Il direttore

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