Proposta di non votare nelle scuole a settembre, Sbrollini (candidata presidente in Veneto): silenzio assordante di Lorenzoni e Zaia

69
Sbrollini con Renzi
Sbrollini con Renzi

Ieri a Padova, presentando la sua candidatura a presidente della Regione Veneto, Daniela Sbrollini, come si legge nella nota che pubblichiamo, aveva chiesto apertamente agli altri candidati in corsa di rispondere al suo appello per trovare  tutti i luoghi di proprietà dello Stato, della Regione, dei Comuni e delle Province per votare a settembre senza chiudere le scuole appena aperte da 4 giorni.

“Mi spiace dover prendere atto che nessun candidato ha risposto e tantomeno il Presidente attuale della Regione e il candidato del centrosinistra”, dichiara Sbrollini, “evidentemente queste due coalizioni, la lega con la destra e la sinistra più sinistra, non sono interessate per nulla al rischio che corrono i bambini di tornare a scuola il 14 settembre dopo 6 mesi senza scuola e poi di doverla interrompere per 4 giorni per lasciare le scuole alle operazioni di voto”. Ieri inoltre una cosiddetta lista civica del  centro sinistra si è fatta notare per degli attacchi personali che “spiegano tutto del sessismo che ancora in una coalizione conservatrice e non riformista come quella veneta rimane nel DNA.” Prosegue Sbrollini “Io ho detto che noi siamo l’alternativa a due forze conservatrici come la lega e centrosinistra  che hanno governato o fatto male l’opposizione per 25 anni e loro hanno tradotto che invece io avrei elogiato la lega di cui ho dichiarato invece tutte le ragioni per esserne alternativi.” I civici di centrosinistra hanno poi chiesto le dimissioni della senatrice Sbrollini che ricorda “il loro candidato presidente è stato indicato esattamente 4 mesi e mezzo fa e erano state promesse le sue dimissioni già alla fine di febbraio e invece ancora a giugno dichiarava che non aveva scadenze per dare le dimissioni come le mozzarelle.” L’atteggiamento iniziale è esattamente l’opposto di quanto la candidata Sbrollini ieri ha voluto augurarsi e va verso il rifiuto al dialogo su proposte concrete quando non arriva addirittura ad attacchi diretti dimostrando come certa sinistra sia “esattamente come la lega che fingono di combattere, ma alla quale somigliano tantissimo.”