Quattro braccianti africani morti: non è un incidente stradale, è tragedia del lavoro

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Riporto due articoli (uno di Ansa e uno di Repubblica) sul terribile incidente stradale che, ieri in Puglia, ha stroncato la vita di quattro braccianti africani (altri quattro sono feriti). Dalle fotografie dell’incidente si vede chiaramente che viaggiavano su un furgone chiuso, cosa, questa, che spiega le condizioni di lavoro e di vita che dovevano accettare per poter lavorare. Condizioni che sono un’ulteriore dimostrazione di come il lavoro nel nostro paese sia sempre più precario, come la vita stessa di chi lavora sia precaria e insicura.

Questo non è un tragico incidente stradale, una fatalità che ha stroncato la vita di quattro giovani. E’ l’ennesima tragedia del lavoro dovuta ai livelli di sfruttamento ai quali il nostro “bel paese” ormai si è abituato.
Sfruttamento, schiavitù, caporalato, retribuzioni nulle o insufficienti, precarietà come principale condizione per poter lavorare sono cose normali. Di fatto obiettivi da raggiungere per “essere competitivi”, per accumulare ricchezze personali … 
Nel nostro “bel paese” chi lavora può morire in ogni istante. Altro che “pacchia”.

 

ANSA 4 agosto 2018 ? ore 20.39

E’ salito a quattro il numero delle persone morte nel violento scontro che si è verificato sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri nel foggiano. Tre extracomunitari – si è appreso – sono morti sul colpo ed un quarto è morto in ospedale. Le vittime sono cittadini nordafricani. Altre quattro persone sono ricoverate in prognosi riservata. Una quinta persona, a quanto sembra si tratta del conducente del tir, è rimasta ferita ma non in modo grave.

 I quattro uomini morti nel terribile incidente stradale avvenuto nel pomeriggio sulla strada provinciale 105, nei pressi di Castelluccio dei Sauri, nel Foggiano, sono braccianti impiegati nella raccolta dei pomodori. Al momento le vittime non sono state identificate perchè – a quanto si è saputo – non avevano indosso documenti. Pare che a bordo del furgone vi fossero complessivamente otto persone: quattro sono morte e le altre quattro, tutte in gravissime condizioni, sono state ricoverate negli Ospedali Riuniti di Foggia. Ferite lievi sarebbero state riportate dal conducente del tir che, a quanto sembra proveniva da Foggia.

 

REPUBBLICA (bari.repubblica.it)

FOGGIA – S’indaga per accertare se i quattro braccianti di nazionalità africana morti e gli altri rimasti feriti in un incidente stradale nel Foggiano, sulla strada provinciale 105 che collega Ascoli Satriano a Castelluccio dei Sauri, fossero lavoratori assunti regolarmente o invece vittime del caporalato nelle campagne. Gli investigatori stanno appurando in quale area agricola della zona stessero lavorando.Nonostante le tante leggi e le tante iniziative contro il lavoro nero, nelle campagne nel Foggiano moltissimi braccianti, soprattutto migranti, vengono impiegati irregolarmente nella raccolta del pomodoro e in altri ortaggi. Gli investigatori hanno controllato le campagne della zona alla ricerca di qualche informazione utile per capire qualcosa in più sul lavoro delle vittime. Non è escluso che possano sentire qualcuno dei feriti per approfondire la vicenda.

Una prima ricostruzione della tragedia dice che il gruppo di lavoratori africani stava tornando in città, dopo aver trascorso una intera giornata, sotto il sole cocente, a raccogliere pomodori nelle campagne del Foggiano. Erano su un furgone che, per cause ancora da accertare, è stato travolto da un autotreno carico di pomodori. Esprimiamo cordoglio e sconcerto per  la morte dei quattro braccianti” dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil. “I braccianti di nazionalità straniera tornavano da una giornata di lavoro nei campi. Aspettiamo di sapere meglio la dinamica dell’accaduto, ma anche questo incidente gravissimo – osserva-  allunga la lista dei morti sul lavoro e delle condizioni di poca sicurezza anche in itinere. Conosciamo bene le campagne del foggiano e la condizione precaria (se non in mano ai caporali) del trasporto di centinaia di lavoratori per i quali torniamo a chiedere un sistema di trasporto pubblico, non solo in nome della legalità ma anche della sicurezza e incolumità dei lavoratori”.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.