Referendum taglio parlamentari, le opinioni dei candidati alle regionali in Veneto Guadagnini e Cappelletti

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Referendum sul taglio dei parlamentari
Referendum sul taglio dei parlamentari

Il referendum sul taglio dei parlamentari, che si terrà a settembre, divide i partiti al loro interno al di là di destra e sinistra. Se vincerà il sì avremo un parlamento più “snello”. Quello che preoccupa esponenti politici e comitati cittadini, però, è che senza un’adeguata riforma elettorale e strutturale, questo taglio indebolisca l’organo democratico par excellence che in Italia è appunto il parlamento. Gli italiani quando votano non eleggono il presidente del Consiglio, né quello della Repubblica, ma eleggono i loro rappresentanti in parlamento. Se già adesso ci si lamenta che il voto degli italiani non viene rispettato, che il popolo non viene ascoltato, una riduzione drastica senza una riforma non può che peggiorare la rappresentanza e quindi il funzionamento della democrazia. I cittadini, chiamati ad esprimersi,saranno paradossalmente ancora più tagliati fuori. Questa in sintesi è la tesi del no. Il fronte del sì ha invece un unico cavallo di battaglia: si risparmiano soldi.

Prosegue l’iniziativa di VicenzaPiù per dare spazio alle voci del sì e del no. Questa volta abbiamo sentito alcuni candidati alle elezioni regionali, che si terranno lo stesso giorno del referendum, assorbendone tra l’altro l’attenzione mediatica. “Io sarei favorevole ad un taglio dei costi – ci spiega Antonio Guadagnini candidato presidente del Partito dei Veneti – ma il rischio concreto è che alcune zone, come Belluno, non abbiano nessuna rappresentanza dopo il taglio dei parlamentari. Piuttosto dimezzerei i dipendenti di Camera e Senato, ridurrei gli stipendi, mandarei a casa – scherza Guadagnini – chi chiama libici gli abitanti del Libano (il riferimento è al sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e al suo messaggio dopo la tremnda esplosione di Beirut, n.d.r.) . Il parlamento ci costa più di un miliardo, questo taglio ci farebbe risparmiare 35 milioni alla Camera e 20 milioni al Senato, ma riducendo di un terzo i dipendenti di Camera e Senato, che sono 1500, e risparmiando quindi sulle loro pensioni e sui loro stipendi, che sono il vero grande costo del parlamento e stiamo oltretutto parlando di persone non elette dai cittadini e il cui lavoro non incide sull’efficienza del sistema, potremmo ricavare 150 milioni alla Camera e 70 al Senato. Questo sì – conclude Guadagnini – sarebbe un bel risparmio”.

Non la pensa allo stesso modo Enrico Cappelletti, candidato presidente del Movimento 5 Stelle, che accusa gli altri partiti di aver inseguito il Movimento sul tema del taglio: “accusano noi di essere attaccati alle poltrone – ci ha spiegato –. Ma noi le poltrone le tagliamo. Altri, come Zaia, le aumentano per consentire di accontentare più amici degli amici. È infatti paradossale che la Lega in Veneto chieda ai cittadini di votare per ridurre i seggi a Roma e contemporaneamente di votare per aumentare il numero di poltrone a Venezia, visto che Zaia ha appena aumentato il numero di assessori regionali “esterni” di 10 unità”.

Cappelletti insiste sul risparmio economico derivato dal taglio dei parlamentari: “con la nostra riforma i senatori diventeranno 200 e i deputati 400, con un risparmio di 1 miliardo di euro ogni due legislature. Un Parlamento con meno politici sarà un Parlamento più veloce, efficiente e produttivo”.

E cosa risponde a chi parla di un problema democratico in relazione soprattutto alla rappresentanza? “Rispetto all’obiezione che viene fatta, relativamente alla supposta ‘ridotta democrazia’ conseguente alla riforma, ricordo che in Germania il Parlamento conta circa 700 membri; nel Regno Unito 650; in Francia 577; in Spagna 558 e negli Stati Uniti 535 membri. Perché gli italiani devono ancora “mantenere” quasi mille politici, assieme ai relativi stipendi, rimborsi spese, staff?”.

Insomma per Cappelletti i vantaggi di questa riforma sono evidenti e non ha nemmeno dubbi sull’esito del referendum: “abbiamo il Parlamento con il più alto numero di parlamentari elettivi in Europa. È tempo di avere istituzioni più moderne ed efficienti.Sarà un Parlamento più dignitoso agli occhi di chi paga le tasse, ma anche di chi ci guarda da fuori dai confini nazionali. E’ una battaglia “storica” del M5S e credo proprio che la vinceremo con un plebiscito di Sì“.

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