Rigato (Autobus Operator): settore veneto ha già perduto 250 milioni e stop durerà

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Quasi 3.200 dipendenti in cassa integrazione, 250 milioni di mancati ricavi per i soli mesi di marzo aprile e maggio ed una prospettiva di mercati bloccati almeno sino a fine anno. Sono i numeri, oggi drammatici, del comparto del trasporto privato in regione Veneto, tra attività di bus operator e transfer vari. Stime che riguardano 340 imprese per 2.981 autobus effettivi in servizio (Fonte: registro Legge Regionale 3 aprile 2009 n. 11). Mezzi fermi, bloccati nei rispettivi depositi. Lo stop di fine febbraio a qualunque spostamento, dal turismo agli eventi aziendali sino agli incontri sportivi, dalle mostre alle scuole, ha infatti bloccato tutti i possibili mercati. E l’ha fatto nel periodo stagionale in cui, notoriamente, viaggi organizzati, gite di gruppo e turismo in genere sarebbero state in pieno boom.
“Chi sta sopravvivendo lo fa solo grazie ai risparmi personali – ammette il Presidente regionale del settore Daniele Rigato – la maggior parte delle aziende è letteralmente ferma da quasi 3 mesi e senza prospettive per almeno un anno: ci sono aziende che con i servizi scolastici potranno, forse, riprendere a settembre. Ma tutte le altre – quelle più piccole – che vivevano solo dei viaggi organizzati hanno davanti un futuro davvero incerto. Primavera ed estate, peraltro, sono l’alta stagione di questo comparto”.
I dati sul turismo dicono che solo marzo ed aprile portano in Italia l’11,3% delle presenze turistiche dell’anno. Nelle tre regioni fin da subito interessate maggiormente dall’emergenza coronavirus, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna si concentra un terzo (34,7%) delle presenze turistiche nazionali, valore che sale al 37,5% nel caso delle presenze di stranieri. Solo per dare una idea di quello che sta accadendo, basta guardare agli arrivi italiani e stranieri nei mesi di Marzo, Aprile e Maggio del 2019. In Regione erano arrivati 4 milioni e mezzo di persone (il 63% stranieri) per un totale di 15 milioni e 700 presenze.
“Immagiate tale flusso di persone quanti mezzi al giorno movimentano – afferma Rigato -. Durante questi mesi si faceva il 60% del fatturato annuo. Ora stiamo ricevendo solo richieste di cancellazioni. Il problema maggiore, è la riprogrammazione, difficilissima vista la completa assenza di prospettive su come e dove ci si potrà muovere. Le stime – al ribasso – parlano di attività ridotte anche del 100% e mancati guadagni, per un’azienda media, di almeno 500 mila euro”.
“Un paio di settimane fa – prosegue- assieme alle altre organizzazioni di categoria, come Confartigianato Imprese Veneto abbiamo chiesto all’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti di valutare l’impiego dei mezzi delle ditte private per supportare le aziende di trasporto pubblico locale, in cui solo pochissime aziende private sono già normalmente impiegate. Auspichiamo che tale proposta venga accolta in modo da integrare i servizi delle aziende municipalizzate nel momento in cui, se non vi saranno cambiamenti rispetto ai protocolli di sicurezza, gli spostamenti inizieranno a tornare alla normalità. Quel che è certo è che la nostra categoria non ha mai richiesto aiuti -conclude Rigato- ma ora è giunto il momento che questi aiuti arrivino”.