Rosà, Operazione Far West dei carabinieri: smantellata associazione a delinquere che chiedeva il “pizzo” a connazionali rom

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pusher Carabinieri di Bassano e Rosà durante un controllo
Carabinieri di Bassano e Rosà durante un controllo

Nella giornata di ieri militari della Stazione Carabinieri di Rosà unitamente al Nucleo Operativo dei Carabinieri di Bassano del Grappa hanno proceduto a dare esecuzione all’ ordinanza del GIP del Tribunale di Vicenza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di S. A., alias “Guntu”, C. I., alias “Pipi Lugoj”, V.B., alias “Bretian Cirpaci”; nonché della misura degli arresti domiciliari nei confronti di R. T., alias “Tibi Darynca”, N. A., alias “B. C.”, 11, B.S., alias “Momi Bot”, C. I., alias “Zoran Zis Zoran”, S. B., alias “Beni” e C. S. D., alias “Sebi” (scarica da  qui le slides dell’Operazione FAR WEST, ndr).

Trattasi di soggetti di etnia rom, appartenenti a diverse famiglie provenienti dalla città rumena di Lugoj, dimoranti in Italia – in particolare in Rosà e Ravenna – e all’ estero, i quali avevano costituito e partecipavano ad una associazione per delinquere fondata sul vincolo familiare e su una sorta di gerarchia/venerazione verso i “capi” del gruppo, finalizzata a mantenere – tramite una capillare organizzazione operativa anche in territorio estero – un ruolo di supremazia nella città rumena di Lugoj e ad estendersi nei diversi Stati europei in cui si erano trasferiti i concittadini di etnia Rom, avvalendosi di un numero considerevole di adepti e fondando la propria azione su intimidazioni, violenze ed estorsioni di denaro.

L’indagine coordinata dalla Procura di Vicenza ha preso le mosse da numerose denunce presentate da una famiglia di etnia rom residente nel territorio vicentino, a partire dalle quali si è ha avuto modo di accertare come il metodo estorsivo utilizzato dagli indagati nei confronti di tali soggetti era ampiamente rivolto nei confronti di molti connazionali, residenti in Italia ed all’ estero, dai quali ottenevano il pagamento di somme di denaro per consentire loro di permanere – senza ritorsioni – nei territori nei quali si erano stabiliti.

L’azione intimidatoria avveniva mediante richieste estorsive formulate anche con ostentazione di armi e munizioni, poste in essere principalmente attraverso l’utilizzo di socialnetwork – visibili dall’ intera Comunità – e finalizzate alla corresponsione di un vero e proprio “pizzo” da parte dei connazionali, oltre che tramite l’ esecuzione di una serie di organizzate azioni incendiarie e di danneggiamento ai danni di coloro che rifiutavano di corrispondere le somme di denaro richieste.

Al vertice dell’organizzazione, con un ruolo di promotori e capi della stessa, è stato individuato CIURARIU Ionel, alias “Pipi Lugoj”, mentre un ruolo di rilievo è emerso con riferimento agli indagati SAIN Alexandru e VARGA Bratian, elementi organici dell’associazione, presenti ed attivi in tutti i momenti più rilevanti dell’attuazione del programma criminoso dell’organizzazione stessa, in funzione di esecutori materiali delle pretese estorsive.

L’ordinanza cautelare ha interessato anche altre persone di etnia rom – capi e/o partecipi dell’associazione – le cui ricerche, anche in ambito internazionale, sono in corso di svolgimento.