Schio, sindaco Orsi chiama “idioti” 14enni vandali. De Zen e Cunegato: “cosa fa Comune contro disagio giovanile acuito dal Covid?”

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Il sindaco di Schio Orsi secondo quanto riportato dalla stampa locale avrebbe definito “idioti” dei quattordicenni che hanno commesso degli atti vandalici nei giorni scorsi a Magrè, ma i consiglieri comunali di Coalizione Civica di Schio Giorgio De Zen e Carlo Cunegato (foto) non ci stanno e pensano che il disagio giovanile vada capito e risolto in altri modi e non con la repressione. “Intendiamoci, non si tratta assolutamente di giustificare tali atti: è evidente che il problema del disagio giovanile c’è e va valutato nella sua interezza anziché fare come al solito del facile populismo – affermano i consiglieri di opposizione -. La solidarietà agli esercenti coinvolti non solo è d’obbligo ma andrebbe anche rafforzata da atti politici consoni al ruolo che la politica dovrebbe ricoprire”.

“Tuttavia le parole creano mondi. La settimana scorsa abbiamo assistito alle dimissioni di una consigliera perché sottoposta ad un processo di consiglieri della maggioranza che la intimavano di non scrivere “perché mi son fascista” o di essere snob perché pretendeva che un ascensore, l’abbattimento delle barriere architettoniche, fosse un diritto e non un privilegio. Le parole creano mondi. Vogliamo ricordare al nostro sindaco che non può esprimersi come Napalm51, il famoso hater portato in tv da Crozza, ma che il suo compito sarebbe quello di costruire una città che sappia rispondere ai problemi che stiamo vivendo. Un sindaco non può dare pubblicamente dell’idiota ad un bambino di quattordici anni. Il leader di una comunità educante deve capire perché questo quattordicenne ha fatto questi atti. Qualcuno di noi lavora con ragazzi che hanno fatto degli errori, con pazienza li si accompagna, quando serve li si rimprovera, ma si cerca di aiutarli a riprendere il cammino. Spesso i risultati arrivano, ed è un bene per tutti, anche per la sicurezza”.

“Che ci siano difficoltà sociali non lo scopriamo certo noi, eppure se andiamo a vedere i programmi delle politiche giovanili sono sempre gli stessi da anni ormai. Quali sono i risultati? Con la pandemia non si poteva fare di più? Forse bisognerebbe capire, senza voler giustificare alcunché, che dei quattordicenni che manifestano in quel modo il loro disagio sono un problema per tutta la comunità e quindi, a maggior ragione, per una giunta che dovrebbe essere al servizio di tutti. Tra l’altro il sindaco, definendo in questo modo dei ragazzini, usa un termine da un lato improprio (idiota è una persona ignorante, persona di scarso discernimento dice la Treccani) dall’altro usa un linguaggio che con la comunicazione non ostile che lui stesso ha votato non dovrebbe usare. Soprattutto nei confronti di ragazzini che la nostra società dovrebbe avere il compito di recuperare facendogli capire la gravità delle azioni commesse, anziché giudicare e punire soltanto. Perché ad esempio, non coinvolgerli in qualcosa di socialmente utile? Sarebbe un buon modo per costruire una comunità che sappia includere anche chi sbaglia, a meno che non vogliamo fare come Napalm51 e chiedere di buttare via le chiavi per ogni gesto fuori norma. Chi si confronta con gli psicologi sa che la pandemia ha esasperato fenomeni di isolamento e di solitudine, sta creando dipendenze patologiche dai dispositivi. In un momento come questo l’amministrazione chiude Arcadia, un luogo di ritrovo, che faceva concerti ogni fine settimana per fare un magazzino. Questa non è miopia, ma cecità, perché in un momento come questo bisognerebbe aprirne tre di spazi così, non chiudere l’unico che c’è. Siamo arrivati ad avere una struttura preziosa come il Campus, che però rimane un contenitore senza contenuti, uno spazio che non prende vita”.

“Da un Sindaco ci aspetteremmo una capacità costruttiva diversa, ma purtroppo vediamo che a livello di giunta non c’è nessuna visione del problema del disagio giovanile che il Covid ha certamente ampliato. Le responsabilità sono sempre individuali ma una comunità deve essere guidata con lo spirito del buon padre di famiglia che sappia anche guardare oltre. Quella capacità di visione che a Schio sta mancando in molti ambiti, dalla situazione dentro Ava alla fusione per incorporazione della nostra vecchia Ulss. E’ facile dare dell’idiota ad un quattordicenne senza chiedersi perché, in una città che amministri da anni e dove spazi di ritrovo per i giovani sono sempre meno – concludono De Zen e Cunegato – questi giovani perdono le giornate bighellonando e arrivano a fare questi errori.