Schio, studenti fuori dalle scuole contro la didattica a distanza

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Schio studenti scuole
Schio studenti scuole

I ragazzi e le ragazze del coordinamento studentesco dell’altovicentino questa mattina hanno protestato, come altri in molte città della regione, seguendo le lezioni in didattica a distanza di fronte alle scuole. Anche a Schio oggi dalle 8:00 si sono organizzati con tavoli, presa della corrente e i propri computer per seguire tutti insieme le lezioni online davanti al Faber Box.

“Siamo qui in più di venti ragazze e ragazzi – scrivono in una nota – per ribadire, ancora una volta, che Venerdì scorso è stata lanciata un’assemblea pubblica telematica che è stata largamente partecipata sia dalla componente studentesca ma anche da genitori che vivono sulla loro pelle tutte le problematiche che derivano dall didattica a distanza. Ne sono emersi interessanti spunti sia sulle cause e conseguenze della DAD sia riflessioni sul ritorno a scuola in presenza di gennaio”.

“Riteniamo, non solo come coordinamento studentesco ma come insieme di persone che hanno discusso su queste problematiche, che da subito, nel programmare il piano di rientro di gennaio, venga affrontato il tema dell’inclusione, dei trasporti e della salute degli student* interpellandoli direttamente e interpellando anche insegnanti e presidi. Lo scorso semestre la DAD si è rivelata come uno strumento per affrontare una situazione emergenziale, ma ora e in futuro l’istruzione deve essere basata sui concetti di cura collettiva, rispetto ed equità. In un paese democratico, la DAD si sta rivelando come uno strumento antidemocratico e anticostituzionale perché non rispetta l’art. 34 della costituzione “la scuola è aperta a tutti””.

“A non poter benificiare del diritto all’istruzione sono: famiglie, in condizioni socio-economiche svantaggiate, che non hanno la possibilità di: garantire un dispositivo per ogni componente, 23% delle famiglie italiane non ha accesso a internet (dati istat 2019), 1/4 degli studenti non ha la possibilità di partecipare alla DAD con strumenti idonei, coloro che vivono in zone periferiche marginali dove la rete internet è scarsa e assente, senza dimenticare le difficoltà degli alunni e alunne disabili e di quelli con bisogni educativi disabili, per i quali le famiglie non hanno sempre potuto provvedere agli stessi servizi offerti dalla scuola. Inoltre l’isolamento e il lockdown ha generato in noi giovani problemi di salute fisica ma soprattutto quella mentale. I soggetti più a rischio sono coloro che vivono in ambienti difficili, o che non hanno sostegno sociale”.

“Il governo ha chiuso la scuola perché considerata vincolo del contagio, ma sappiamo perfettamente che la mala gestione del trasporto pubblico non è da meno. Anzi, a settembre, quando le scuole si sono attrezzate alla riapertura, i mezzi di trasporto pubblico garantivano una capacità di capienza del 80%. Se da una parte gli studenti e le studentesse di Schio mantenevano le distanze fisiche in classe, dall’altra erano schiacciati come sardine nei mezzi pubblici. Il ritorno a scuola deve ripartire dal miglioramento dei trasporti pubblici”.

“Ritornare a scuola in sicurezza si può! Non siamo disposti a rinunciare alla vera essenza della scuola, alla socialità e alla formazione del nostro futuro consapevoli che le soluzioni esistono, ma vengono ignorate. La scuola si-CURA – concludono -non si chiude”.