Nuovo front-office e polemiche CUB Vicenza. Le risposte dell’assessore Filippo Zanetti

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I nuovi sportelli comunali di viale Torino hanno ufficialmente aperto oggi, mercoledì 2 maggio. Oltre ad i primi utenti, all’entrata dello stabile si è visto anche un presidio di CUB Vicenza, capitanato da Maria Teresa Turetta, sin da subito ferma oppositrice del progetto. Davanti agli sportelli si è accumulato un discreto numero di utenti, ma l’impressione è che la situazione fosse ben gestita. In risposta alle critiche mosse dal sindacato, abbiamo chiesto l’opinione dell’assessore competente Filippo Zanetti.

Come prima cosa, in relazione alla fretta, “sospetta” secondo Turetta, con la quale si sono conclusi i lavori, Zanetti ricorda che quello dello spostamento del front-office è un impegno preso ancora durante la campagna elettorale e “se si è arrivati a terminare i lavori un po’ di corsa è stato semplicemente per rispettare quanto promesso“. Non si tratta certo di un modo di lasciare un ultimo ricordo dell’amministrazione uscente, come sostiene l’esponente di CUB Vicenza, né di emulare quanto ha fatto il Comune di Parma con i propri uffici comunali.

Zanetti ribadisce che quello di viale Torino è un lavoro di qualità, in termini di infrastrutture ma anche a livello organizzativo. Si tratta di un investimento da un milione e mezzo di euro per cui non avrebbe il minimo senso tornare indietro, così come si augurano gli esponenti di CUB Vicenza. Oltretutto, ha spiegato l’assessore, quella aperta oggi è una struttura ben pensata e ben strutturata, con sportelli al piano terra e uffici al primo piano. Riguardo invece la questione sollevata da Turetta sulla difficile raggiungibilità di via Torino rispetto al centro, è stato chiaro: si tratta di un problema inesistente. Via Torino è raggiungibile in autobus tanto quanto lo è il centro. Senza considerare la presenza, nelle immediate vicinanze, dell’ampio park Cattaneo. 
Zanetti ha anche commentato l’ipotesi dello spostamento degli uffici comunali come possibile veicolo di desertificazione del centro storico. In risposta a questa critica, l’assessore ha spiegato che l’inserimento in piazza Biade dell’Ufficio Patrimonio mantiene sostanzialmente invariato il numero dei dipendenti comunali che lavorano in centro, ma che, soprattutto, “il centro storico non vive su certificati anagrafici“. La sede di Palazzo San Biagio, “dove se si rompe una caldaia bisogna spendere 400 mila euro“, è stata chiusa e sostituita con un’altra, più funzionale e con costi di manutenzione nettamente inferiori, ha aggiunto l’assessore.
Zanetti ha infine concluso dicendo: “arrivare ad un front-office unico significa migliorare i servizi ai cittadini, che possono usufruire di un ambiente nuovo e più curato“.