Tassa di scopo per il Mose, i consiglieri Guarda, Ruzzante, Bartelle: “per Pedemontana la propose Zaia…”

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Zaia e Salvini
Zaia e Salvini

«Zaia dovrebbe spiegare come mai la tassa di scopo ai veneti andava benissimo per la Pedemontana, con un’addizionale che avrebbe colpito anche i redditi medio bassi». I consiglieri regionali* sottolineano – in un comunicato – le contraddizioni del governatore che ieri ha tuonato contro l’emendamento del ministero delle Infrastrutture inserito nello Sblocca cantieri per la manutenzione del sistema di dighe mobili nella laguna di Venezia.

«Era stato proprio Zaia a proporre l’addizionale Irpef per i redditi da 28 mila euro in su in modo da trovare i 300 milioni per sbloccare i cantieri di un’opera mastodontica con un impatto pesante sul territorio per il consumo di suolo e non solo. Non parli quindi di Veneto ‘punito’ da Roma cattiva, perché la soluzione della Lega per far quadrare i conti della Pedemontana era identica, anzi peggiore: pesa ancora solo sui Veneti, che dovranno pure pagare i pedaggi a peso d’oro, oltre ai 300 milioni di soldi delle tasse dei veneti, privati a sociale, cultura, turismo, ambiente nei bilanci regionali del 2018 e 2019 ed i 12 miliardi di canone per i prossimi 39 anni. Abbia almeno il buongusto, una volta tanto, di non prenderci in giro».

*Cristina Guarda (Lista AMP), consigliera regionale
Piero Ruzzante (Liberi E Uguali), consigliere regionale
Patrizia Bartelle (Italia In Comune), consigliera regionale