Tentato stupro ad una 35enne autista bus: i cittadini di Vicenza (anche una bimba) lo fanno scappare e arrestare

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l'uomo poco dopo il tentato stupro

Il nigeriano clandestino 33enne Isah Ogboe, già protagonista dell’aggressione agli agenti Polfer in stazione dei treni a Vicenza due settimane fa, è stato portato in carcere a Vicenza con l’accusa di violenza sessuale aggravata e interruzione di pubblico servizio.

Sì perché la sua vittima questa volta è una autista donna di un autobus di linea (pochi giorni fa avevamo scritto proprio un articolo sulle conducenti femminili dei mezzi pubblici). La 35enne intorno alle 9.30 di mattina era in sosta a Vicenza, dopo la conclusione della sua tratta, con il bus parcheggiato in via del Carso. Lo stava pulendo all’interno prima di ripartire, quando ha notato una persona che pareva in difficoltà e stava camminando nei pressi.

Le chiede di cosa avesse bisogno, ma lui sale repentinamente sull’autobus e la afferra per tentare un primo contatto fisico. La donna lo respinge, ma muovendosi all’indietro cade all’esterno del mezzo attraverso le scalette.

A terra con la schiena e dopo aver colpito anche la nuca sull’asfalto, l’aggressore approfitta dell’autista e si mette sopra di lei a cavalcioni, palpeggiandola continuamente.

Sentendo le grida della vittima è accorso un coraggioso passante di 72 anni che riesce a farlo desisistere dal tentativo di stupro, colpendolo con freddezza a calci e pugni e in più fotografandolo mentre si allontana. Nella foto si distingue bene l’abbigliamento, servito poi per identificarlo.

Una volta chiamata la polizia, le due Volanti accorse sul posto si sono dirette nella vicina via Battaglione Aosta, grazie anche alla segnalazione al 113 di una bambina di 10 anni, a casa da scuola per malattia, in compagnia della nonna, anziana classe 1931 poco prima urtata a terra dall’uomo in fuga. Nel frattempo un altro cittadino vede entrare il fuggitivo nel cortile di un condominio, finendo così in un vicolo cieco.

Ogboe è stato arrestato e portato a gran fatica in Questura, dato che ha cercato di colpire a ripetizione gli agenti. Solo attraverso lo spray urticante sono riusciti a immobilizzarlo.

Poi si è rifiutato di dare generalità e di farsi fotosegnalare, ma gli uffici di viale Mazzini sono riusciti a risalire alla sua persona: già con diversi precedenti e richiedente asilo nel 2013 con permesso di soggiorno rilasciato a Verona, la sua istanza è stata più volte rigettata.