Tragedia di Genova: il lutto più responsabile lo esprima il silenzio operoso

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Leggo su Il Corriere della Sera del 18 c.m. in un articolo di Paola Pica il seguente capoverso: “In un editoriale apparso ieri sul Financial Times viene osservato come «un’impresa coinvolta in un disastro serio come quello del crollo del ponte di Genova, dovrebbe rispondere in un solo modo: esprimere profondo rammarico, assistere le autorità e le vittime, e lasciare la propria resa dei conti ad un momento successivo. La reazione di Autostrade si concentrava invece «sulle regole contrattuali e le ripercussioni sugli investitori»“. Ritengo che molto di quanto è stato detto e contraddetto sia da parte di esponenti importanti del Governo, sia da altri soggetti, questi in una, probabilmente non richiesta, difesa ad oltranza della famiglia Benetton e di Autostrade per l’Italia, avrebbe potuto essere taciuto oppure espresso con parole assai più caute.

Ma solo oggi, 18 agosto, appare, sempre su Corsera l’eventualità che la famiglia Benetton esprima delle scuse. Lo si legge nel titolo dell’articolo sopra citato: “Autostrade, lo choc dei Benetton e la pressione sui manager. Che oggi a Genova chiederanno scusa.“.

Da quanto si è letto sulla stampa e ascoltato dalle TV, gran parte dell’informazione si è soffermata sugli effetti, anche economici, della tragedia. Sulla revoca della concessione ad Autostrade, ormai avviata da parte del Governo Conte, si sono consumati infiniti riti televisivi e si sono pronunciati non pochi giudizi spesso negativi, in qualche modo dando l’impressione di una campagna pro Autostrade, sia di lettori di testate con i loro commenti, sia di personalità della economia e della finanza, del giornalismo e perfino di Oliviero Toscani che usa un linguaggio definibile “pittoresco”.

Personalmente ritengo che abbia ragione il Financial Times. Davanti a una tragedia di questa enorme portata dovrebbe essere protagonista il silenzio operoso. Quello di un Governo che affronta la tragedia con ogni mezzo a sua disposizione anzitutto per lenire, per quanto possibile, il dolore e anche la rabbia di quanti hanno avuto danno da essa, sotto qualsiasi forma. Per cercare di dare sicurezza a tutti gli italiani e rassicurare sulla nostra capacità di superare lo choc anche il resto del mondo che ci osserva. E per quanto è nelle sue possibilità altrettanto dovrebbe fare la proprietà. Questi atteggiamenti non invadono la sfera di azione della Magistratura, anzi consentirebbero a questa di agire con maggior sicurezza, senza alcun genere di pressione. Noi tutti, colpiti nel profondo dei nostri migliori sentimenti, ancora una volta privati ulteriormente di qualche altra certezza, dovremmo poterci unire,spiritualmente, al dolore delle famiglie delle vittime, all’angoscia di quanti hanno perso congiunti oppure la loro casa e far giungere a quanti hanno il potere di scegliere e decidere del bene altrui, il più potente dei messaggi, quello che certamente è nel profondo di tutti i nostri cuori: mai più.