Utili Agsm Aim: presidente Testa scrive a sindaci Verona e Vicenza, i 3 vicentini del cda lo attaccano. Se “pro vita” azienda voterebbe Possamai

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Agsm Aim, presidente Federico Testa e vice Gianfranco Vivian
Agsm Aim, presidente Federico Testa e vice Gianfranco Vivian

Oggi, a due giorni dal voto per il ballottaggio del 28 e 29 maggio tra Giacomo Possamai, candidato del centrosinistra allargato, e il sindaco uscente Francesco Rucco, ricandidato dal centrodestra, hanno riaperto la questione degli utili distribuibili da Agsm Aim, diventati campo di battaglia politica, Il Giornale di Vicenza, prima, e, poi, un comunicato stampa, a dir poco “irrituale”, per giunta arrivato dalla mail aziendale del vicepresidente a nome dei tre membri del cda della multiutility veronese-vicentina (lo stesso vice Gianfranco Vivian, Anna Massaro e Fabio Sebastiano) a nomina del Comune di Vicenza, socio al 38,8%, mentre gli altri 3 sono espressione del socio di maggioranza, al 61,2%, l’Amministrazione comunale di Verona a guida Damiano Tommasi, di centrosinistra

Il comunicato è stato inviato e, quindi, ci è pervenuto su carta bianca senza firme originali apposte, se non l’elenco dei possibili firmatari dalla mail aziendale del vicepresidente Vivian, da sempre vicino alla Lega, per cui scriviamo del suo contenuto e dei suoi firmatari sotto la responsabilità di Vivian che non avrà avuto il tempo di incontrarsi con i suoi colleghi per farli firmare, cosa che avremmo preferito, ma sarà stato impegnato in altro come parrebbe anche da quello che scriveremo.

Pensavamo di non dover tornare sulle liti in corso dai tempi del caso Compago, comunque la si veda a danno di Agsm Aim, una grossa azienda pubblica, di proprietà, come suol dirsi, dei vicentini e dei veronesi, ma in cui, non lo si può trascurare, il peso decisionale poi ricade su Verona, socia di maggioranza, con cui Vicenza deve trovare il modo di convivere.

Pensavamo fosse tutto chiaro dopo la narrazione degli utili che andrebbero a percepire a vantaggio dei propri bilanci le due comunità, utili valutati prudenzialmente da Verona (sono i documenti che abbiamo pubblicato a parlare), che nel suo bilancio previsionale ha inserito, in via prudenziale, la cifra minima percepibile, mentre Vicenza ha inserito la massima, comprensiva di importi che andrebbero a toccare le riserve ma che potrebbero essere deliberati su decisione dell’assemblea dei soci (dove a decidere è… Verona) e su autorizzazione trattata, ovviamente in maniera onerosa, con le banche.

Tutto questo lo avevamo riassunto nel nostro articolo del 22 maggio titolato «AGSM AIM dalle banche per dividendi aggiuntivi che Rucco ha promesso ad anziani e sportivi di Vicenza? A meno che Tommasi non diventi Cicero», con link interni anche agli articoli precedenti, tra cui quello sui dati ufficiali di bilancio approvati dal cda e da sottoporre all’assemblea dei soci, che avevano descritto la sequenza dei fatti in base ai quali nel bilancio di previsione 2023 di Vicenza era stata postata una cifra maggiore di quella “sicura” per 2,3 milioni, contabilmente in maniera lecita, ma, politicamente, discutibile quando il sindaco uscente Rucco ma ricandidato ne ha fatto uso, per un importo complessivo di 2 milioni, per promettere in campagna elettorale il suo utilizzo per iniziative a favore di anziani e sportivi.

Cos’è successo allora oggi tra articolo, ben documentato e articolato, del Giornale di Vicenza, che riportiamo integralmente a seguire* per i nostri lettori, e la “risposta pubblica” del vice presidente Vivian e degli altri due membri vicentini da lui elencati anch’essa completa dei dati, che non ci sembrano contrastanti con quelli della lettera ufficiale del presidente Testa ai sindaci di Verona e Vicenza, che pure riportiamo di seguito totalmente e sempre per trasparenza**?

Di fatto, nella sostanza dei numeri e del loro uso elettorale, nulla o ben poco, mentre la nota di Vivian (& C.?) appare come una vera e propria dichiarazione di guerra interna, con anche dei possibili risvolti legali e amministrativi relativi al modo di comunicare personale scelto.

Sempre riferendo gli eventuali numeri (utili) migliorativi all’approvazione finale da parte dei soci e, quindi, ci ripetiamo, di Verona (oltre che delle banche…), Vivian dipinge un quadro che premettiamo rispetto all’articolo del GdV, che attinge di sicuro dalla lettera di Testa ai due sindaci, come si evince dalla parte finale del comunicato di Vivian & c., che pure vi invitiamo a leggere per concordare o meno con noi.

1 – Se Vivian & c. accusano il presidente e l’ad Quaglino di utilizzare il suo ruolo per “una contesa politica che dovrebbe stare fuori da queste stanze” il loro comunicato “personale” cos’altro è?

2 – se l’altra accusa è quella di “non condividere il principio di collegialità su cui si è definita la fusione tra i due soci“, principio “fondante che, se violato, impone ai rappresentanti del socio Comune di Vicenza di agire a tutela dei cittadini“, la mancata condivisione parrebbe limitarsi alla tempistica di comunicazione dei dati ufficiali ai due sindaci nei modi concordati nella data di lunedì 22 maggio, a cui fanno riferimento Vivian & c., modi che parrebbe sia stato impossibile concordare per la difficile (impossibile?) reperibità da quel giorno del vice presidente. Usiamo, ovviamente, il condizionale ma ce ne assicurano la dimostrabilità, però da noi non verificabile al momento, “fonti qualificate“, tanto per usare una formulazione apparsa sull’Ansa per un precedente attacco all’affidabilità ora sempre più mediaticamente minacciata e, quindi, danneggiata.

3 se tutto questo, e non solo, è vero, è chiara la frattura crescente tra Vicenza e Verona.

E allora?

Allora se vincerà al ballottaggio Francesco Rucco non si vede il modo per sanare le sempre più incancrenite querelles, tanto più che il sindaco di Vicenza ha accusato pubblicamente l’entourage del sindaco di Verona Tommasi di operare per Possamai come operava il famigerato (ma un bel po’ datato, no?) Soccorso Rosso.

E allora?

Si va per tribunali all’infinito? Si bloccano le decisioni strategiche del gruppo? Lo si indebolisce definitivamente per il disaccordo sempre più esibito del socio di minoranza, Vicenza, con quello di maggioranza, Verona? Lo si dovrà cedere a prezzi di saldo, magari, a qualche amico lupo, che so lombardo, che non ne vede l’ora, o quotarla in Borsa con buona pace dei legami con i territori che pure si invocano per le multiutility?

Se chiedessimo ad un analista aziendale, non politico, di come uscirne considerando le grandi potenzialità dell’azienda e il blocco imposto dallo scontro tra le due amministrazioni di colore diverso, con quella di Verona, tra l’altro più prudente sui numeri e quella di Vicenza più sbarazzina, per lo meno in campagna elettorale, voi come pensate che risponderebbe?

Così: «Se il blocco è, come evidente, politico, i soci di Vicenza, cioè i cittadini, devono solo augurarsi che allo spoglio dei voti lunedì 29 maggio prevalga Possamai che da rappresentante dei vicentini ha dimostrato già di saper parlare col rappresentante di quelli veronesi: solo così arriveranno utili e si potranno sviluppare insieme programmi di crescita!».

Ma, poi, chiederete all’analista aziendale, Rucco, poi sconfitto, che ha issato Vivian & c. sulla ciceriana “tolda di comando, da cui dovranno scendere (precipitare?), farà valere i  rapporti che esibisce con Zaia e Salvini per far sì che il presidente della regione Veneto e il vice primo ministro puniscano tutta Vicenza a sua semplice richiesta?

E l’analista, da persona esperta e concreta, ma anche un qualunque politico, purché serio, vi risponderebbero: «Intanto il nuovo sindaco con cui relazionarsi per 5 anni sarebbe Possamai e, poi, non ricordo casi in cui le Istituzioni, quelle con la I maiuscola, siano andate contro le legittime esigenze di città che hanno espresso maggioranze diverse dal loro colore, in cui vivono anche tanti propri elettori. Altrimenti, che so, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, tanto per fare degli esempi, dovrebbero cambiare sindaci perchè il Paese o le singole regioni sono governate da maggioranze diverse?».

Insomma, prima di tutto andate a votare, vi dice il vostro umile direttore, ma prima di entrare nella cabina valutate tutto – equilibrio, linearità e credibilità dei candidati in primis -, perché la vostra scelta non possa…mai essere sbagliata.

Ne va di Vicenza e del suo futuro, che verrà scritto anche grazie alle risorse che potranno arrivare dall’ultima grande proprietà pubblica dei vicentini, una Agsm Aim pacificata e fatta, crescere, senza ulteriori giochi di corridoio.


*Venerdì 26 Maggio 2023, Il Giornale di Vicenza

HOLDING Ora tocca all’assemblea dei soci
Utili Agsm Aim I paletti del Cda sui dividendi
Il presidente ha scritto ai Comuni Per Vicenza in bilico 1,9 milioni

Trentadue milioni di euro di dividendi con la possibilità di mettere sul piatto al massimo altri 1,1 milioni pescati dalle riserve e non i 6 ipotizzati a dicembre. Per il Comune di Vicenza significherebbero dunque 1,9 milioni in meno rispetto a quanto considerato per il bilancio 2023. Agsm Aim ieri è tornata sul nodo utili destinati ai soci, ossia Comuni di Verona (61,2% delle quote) e di Vicenza (38,8%), stavolta con una lettera del presidente Federico Testa alle amministrazioni. Una mail certificata con le previsioni dei dividendi che segue l’approvazione in Cda, il 22 maggio, della Relazione finanziaria annuale 2022, comprensiva del bilancio consolidato del Gruppo e il progetto di bilancio separato Agsm Aim. Nella lettera, a nome del Cda, si comunica «che l’importo di dividendi distribuibili nell’anno 2023, attingendo anche alle riserve di utili dell’anno 2021, è pari a 32 milioni» e anche che «l’importo di dividendi è incrementabile di ulteriori 1.117.000, per un importo complessivo pari a 33.117.000». In merito alla possibilità della «potenziale distribuzione – attingendo alle riserve – di un ulteriore importo evidenziamo che non è, allo stato, possibile considerati i convenants finanziari attuali, per l’eventuale cambiamento dei quali è necessario richiedere agli istituti bancari esplicita autorizzazione in deroga rispetto a quanto attualmente previsto. Nel nostro ruolo di Amministratori dobbiamo comunque rappresentare ai Soci la necessità di considerare i fabbisogni finanziari della Società e del Gruppo nella prospettiva di significativi investimenti di sviluppo». Sul punto si esprimerà nelle prossime settimane l’assemblea dei soci, ossia i sindaci dei due Comuni; intanto però l’indicazione del Cda è messa nero su bianco. Nei giorni scorsi il consigliere delegato di Agsm Aim Stefano Quaglino aveva scritto ai Comuni per sottolineare che i dividendi 2023 sarebbero stati di 32 milioni, da dividere poi in base alle quote societarie (circa 12,4 milioni per Vicenza e 19,7 per Verona). Una precisazione arrivata perché Vicenza aveva fatto affidamento anche su altri 6 milioni di riserve, indicati dall’azienda come “potenziali”, per un tesoretto extra di 2,3 milioni. Ora si parla di un milione in più ma anche così Vicenza potrebbe contare in totale su 12,8 milioni di dividendi, comprensivi di 400 mila euro di riserve, e non più sui 14,7 preventivati a bilancio 2023.


**Alla cortese attenzione del Caporedattore

COMUNICATO STAMPA: IN AGSM-AIM STA MANCANDO IL PRINCIPIO DI COLLEGIALITÀ 

Nel corso del Consiglio di Amministrazione del 7 dicembre 2022, il consigliere delegato, Stefano Quaglino rappresentava che le previsioni a finire stimavano in euro 7,4 milioni il risultato 2022 della Corporate (ovvero “indicativamente, ad Euro 11,8 mln con e ulteriore apporto al risultato potrà essere fornito dalla distribuzione di Riserve da parte di AGSM AIM Smart Solutions Srl”).

Su quel risultato si dichiarava d’accordo sulla distribuzione di un dividendo sino a € 32 milioni. Su richiesta della maggioranza dei consiglieri (e con l’astensione del consigliere Vanzo ed il voto contrario del consigliere Quaglino) veniva approvata la comunicazione ai soci (inviata il 16.12.2022) di una distribuzione di dividendi per ulteriori potenziali 6 milioni, e quindi sino a 38 milioni e, più precisamente veniva comunicato che “l’importo massimo di dividendi eventualmente distribuibili nell’anno 2023 è pari a 32 milioni. Il Consiglio di Amministrazione ritiene di comunicare la potenziale distribuzione attingendo alle riserve di un ulteriore importo di euro 6 milioni, con la precisazione che la distribuzione potrà avvenire in coerenza con i covenant bancari”.

Con una successiva comunicazione del 12 maggio 2023, il consigliere delegato Stefano Quaglino, senza aver condiviso alcunché con il CdA e senza alcuna delibera del consiglio, ha comunicato ai Soci Comune di Verona e Comune di Vicenza che “In realtà, con la nota del 16.12.2022, inviata ai Soci Comune di Verona e Comune di Vicenza, la scrivente Società ha comunicato che “a seguito delle richieste che avete inviato, il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 7 dicembre 2022, all’esito delle verifiche svolte sulle previsioni di chiusura dell’esercizio 2022 e degli approfondimenti sugli aspetti finanziari, unanimemente concorda che l’importo massimo di dividendi eventualmente distribuibili nell’anno 2023 è pari a euro 32 milioni”.

Dal bilancio 2022 emerge che il risultato, di euro 14.242.469, è stato significativamente superiore, così come nel bilancio consolidato, alle attese rappresentate di dicembre, con soddisfazione di tutti; anche la situazione finanziaria è sensibilmente migliorata.

Nel corso del Consiglio di Amministrazione del 22 maggio 2023 in sede di approvazione della bozza di bilancio 2022, è stato ricordato che la società può liberamente distribuire le riserve (di utile e al limite di capitale, fatto eccezione alcune minori) con il solo vincolo, non normato, del rispetto dell’equilibrio finanziario.

E’ stato altresì rappresentato nel CdA del 22 maggio scorso che il documento di bilancio presenta i seguenti numeri :

  • totale Patrimonio Netto € 579.148.149, con riserve per € 456.178.914 ed utili a nuovo per € 340.000;
  • totale Patrimonio Netto di Gruppo è € 158 mila – leggasi 158 MILIONI, ndr – ed il Risultato d’esercizio consolidato € 46.452 mila – anche qui leggasi 46,453 MILIONI, ndr-  (in altri termini il gruppo ha un utile che è più di tre volte l’utile della Società);
  • che la situazione finanziaria è significativamente migliorata rispetto a dicembre, come riportato dalla relazione dell’ultimo Consiglio.

In sintesi nel corso dell’ultimo CdA è emerso che l’utile, le riserve, la situazione finanziaria ed il risultato consolidato evidenziano la capacità da parte della società di distribuire un dividendo ben superiore a quanto fosse ipotizzabile il 7 dicembre u.s.. sempre in coerenza con i covenants bancari e che in ogni caso non spetta al CdA stabilire quale sia il dividendo per i soci essendo questa una decisione che devono prendere i soci in assemblea di approvazione del bilancio.

In data 25 maggio 2023 il Presidente del CdA, prof. Federico Testa, ha comunicato ai Soci i dati di chiusura dell’esercizio 2022 ed ha anche – in modo del tutto arbitrario e contrariamente a quanto deciso nella seduta del CdA del 22 maggio in cui si era deciso che tale comunicazione venisse condivisa con il Vice-presidente dott. Vivian – comunicato che “Chiuso l’esercizio, a nome del Consiglio di Amministrazione confermiamo quanto comunicato con la suddetta nota del 7 dicembre 2022 ovvero che l’importo di dividendi distribuibili nell’anno 2023, attingendo anche alle riserve di utili dell’anno 2021, è pari a euro 32 milioni. Informiamo, inoltre, sempre a nome del Consiglio di Amministrazione, che l’importo di dividendi è incrementabile di ulteriori euro 1.117 mila, per un importo complessivo pari a euro 33.117.000. Quanto alla potenziale distribuzione – attingendo alle riserve – di un ulteriore importo evidenziamo che non è, allo stato, possibile considerati i covenants finanziari attuali, per l’eventuale cambiamento dei quali è necessario richiedere agli istituti bancari esplicita autorizzazione in deroga rispetto a quanto attualmente previsto”.

Va precisato che, in verità, il CdA del 22 maggio si è limitato ad approvare la bozza di bilancio ed a rimettere all’assemblea la destinazione del risultato e la possibile distribuzione delle riserve e nel corso della seduta consiliare è stato rappresentato, discusso e confermato dai dati migliorativi presenti nel progetto di bilancio, che gli utili potenzialmente distribuibili possono rimanere quelli deliberati a dicembre scorso come richiesto dai soci, ai quali ad ogni modo spetta la decisione, sempre in coerenza con i covenants bancari esistenti.

In conclusione, appare evidente la scelta del Presidente del CdA e del consigliere delegato di non condividere il principio di collegialità su cui si è definita la fusione tra i due soci, la città di Vicenza e quella di Verona, principio fondante che, se violato, impone ai rappresentanti del socio Comune di Vicenza di agire a tutela dei cittadini, veri proprietari di AGSM-AIM e non, come sembra, considerato il particolare momento storico, una contesa politica che dovrebbe stare fuori da queste stanze.

Vicenza, 26 maggio 2023

Dott. Gianfranco Vivian

Dott.ssa Anna Massaro

Avv. Fabio Sebastiano


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