Variante Omicron Covid, Antonella Viola: “meglio fermare virus nel mondo che terza dose a ventenni sani”

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Antonella Viola
L'immunologa Antonella Viola in diretta da Padova

 

La parola pandemia deriva dal greco ed è composta da due termini, pan e demos, che si traducono con “tutto” e “popolo”, ad indicare una malattia così diffusa da interessare l’intera umanità e non solo una sua parte. La pandemia Covid19 è quindi un problema che non riguarda solo una regione del mondo ma la sua globalità e che, proprio per questo motivo, andrebbe affrontata come un problema di salute globale. Da quando i primi vaccini si sono resi disponibili, molti scienziati, medici e intellettuali hanno sottolineato come la corsa ad accaparrarsi tutte le dosi da parte dei Paesi ricchi fosse non solo eticamente ingiusta ma anche strategicamente sbagliata. Mentre nel mondo benestante si stanno vaccinando con le terze dosi anche i giovani sani, in Africa solo l’11% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, con Paesi come il Mali o il Burkina Faso che non raggiungono il 3% e il 2%, rispettivamente. Da tempo gli scienziati lanciano un chiaro allarme: non inviare vaccini ai Paesi poveri significa condannarsi a inseguire le varianti del SARS-CoV-2. E, ormai lo sappiamo, inseguire non è la soluzione giusta perché il virus corre molto più veloce di noi. Spesso, a chi si occupa di scienza tocca il ruolo di Cassandra, e anche questa volta è andata così. La nuova variante del SARS-CoV-2, denominata dall’OMS “Omicron”, è purtroppo la dimostrazione che quel grido di allarme non era infondato. Omicron è stata identificata per la prima volta a novembre dai ricercatori sudafricani e, da subito, ha destato preoccupazione, per diverse ragioni. Prima di tutto perché questa variante presenta moltissime mutazioni, alcune delle quali già note per conferire al virus maggiore trasmissibilità e immunoevasione, cioè mutazioni che rendono il nuovo coronavirus più contagioso e meno controllabile dal sistema immunitario e dai vaccini. In questo caso, però, le mutazioni sono tutte insieme, in una combinazione che potrebbe essere potenzialmente molto pericolosa. La seconda ragione di allerta è dovuta al fatto che Omicron si sta diffondendo con grandissima velocità in Sudafrica, dove in pochi giorni ha rimpiazzato la variante Delta, già di per sé molto trasmissibile. Gli scienziati di tutto il mondo sono all’opera per capire che caratteristiche ha questa variante: è davvero più trasmissibile? viene neutralizzata dai vaccini? causa una malattia diversa dalle varianti precedenti? Tutte domande importantissime, alle quali troveremo risposta nelle prossime settimane. Nell’attesa, senza lasciarsi andare al panico e senza prendere decisioni affrettate, è però importante riflettere e cambiare strategia, indipendentemente da come andrà con questa variante.
La partita che stiamo giocando ha tre giocatori, tutti importanti: la scienza, che finora ha fatto la sua parte, bene e in tempi eccezionali; il virus che, moltiplicandosi e facendo errori di copiatura che diventano mutazioni e varianti, fa anche lui la sua parte; e la politica che finora ha solo inseguito il virus con misure tardive e che deve invece cambiare passo. Per smettere di arrancare dietro al virus bisogna fare gioco di anticipo e di squadra, per esempio valutando in un’ottica globale quale sia il miglior utilizzo dei vaccini che abbiamo a disposizione, e cioè se sia più urgente vaccinare con tre dosi i ventenni europei o assicurarsi una minore circolazione del virus nel mondo. O chiedendo la sospensione temporanea dei brevetti, per produrne di più e far fronte a tutte le esigenze senza troppi compromessi. O, ancora, destinando la spesa militare alla solidarietà, acquistando vaccini per chi non può permetterseli, piuttosto che nuove armi. Una politica incapace di fare la sua parte, di guardare oltre il proprio recinto o di prendere decisioni coraggiose, è un giocatore inadeguato e rischia di farci perdere la partita.

Antonella Viola su La Stampa