Brindisi, la “porta d’Oriente, seconda parte – La Via Francigena destinazione Roma, la 7ª tappa dal Sud

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Brindisi copertina
(Foto FB: La porta d'Oriente, BRINDISI)

Brindisi non smette di riservare sorprese, ricca com’è di storia e cultura. È un peccato, ma allo stesso tempo un orgoglio, dover scegliere tra le bellezze più significative da narrare tre le tantissime che questa città può vantare. Visitiamo altre due splendide perle brindisine.

L’area archeologica di San Pietro degli Schiavoni

Passeggiando per Brindisi è difficile non imbattersi nel teatro comunale, intitolato a Giuseppe Verdi. La struttura, dall’aspetto inconfondibilmente moderno, insiste su un luogo niente affatto qualsiasi, proteggendo e custodendo un’importantissima testimonianza storica.

Negli anni ’60 fu presa la decisione di riqualificare una località centralissima di Brindisi, che nei secoli precedenti era stato un quartiere abitato soprattutto da comunità slave provenienti dai Balcani (gli “Schiavoni”). Il fulcro di questa comunità, in Italia dal XV secolo, era la chiesa di San Pietro, di cui non restano tracce, ma che ancora oggi dà il nome all’area: San Pietro degli Schiavoni. Durante i lavori di abbattimento degli edifici fatiscenti che ormai costituivano buona parte del quartiere, le ruspe riportarono alla luce alcuni resti di epoca romana.

Alla fine degli anni ’50 era stata presa la decisione di sostituire il vecchio teatro, risalente solo ai primi del ‘900 ma danneggiato dalle bombe dell’ultimo conflitto. Il progetto originario del nuovo edificio subì apposite modifiche proprio alla luce del ritrovamento di vecchie strutture romane e di una strada.  Da allora, il teatro comunale Giuseppe Verdi ospita nel piano inferiore proprio i resti dell’antica città.

Santa Maria del Casale Brindisi
Dettaglio degli affreschi di Santa Maria del Casale

Santa Maria del Casale

Chiesa di Santa Maria del Casale (C13th)
La facciata (foto flickr: Simon)

In rappresentanza di tutte le sue splendide chiese, di cui Brindisi è ricca, merita una visita Santa Maria del Casale, capolavoro architettonico che mescola in sé elementi gotici, romanici e anche qualche vezzo di ispirazione orientale. La facciata e il perimetro del santuario hanno la particolarità di essere scanditi dalla bicromia geometrica ottenuta attraverso i materiali utilizzati. L’effetto è infatti dato dall’alternarsi di conci chiari e scuri.

Gli affreschi che impreziosiscono la chiesa all’interno raffigurano principalmente la Madonna con il bambino. Sulla controfacciata, invece, è possibile ammirare una splendida interpretazione medievale del Giudizio Universale di Rinaldo da Taranto.

Oltre che per la sua particolare bellezza, la chiesa di Santa Maria del Casale ricopre un ruolo fondamentale nella storia brindisina. Nel 1310 ospitò, insieme con il Castello Svevo, uno dei più grandi processi ai Cavalieri Templari del Regno di Sicilia.

Brindisi, la “porta d’Oriente”

Siamo quindi giunti a una tappa fondamentale del nostro viaggio verso Roma. Non è un caso che Brindisi sia conosciuta come “La porta d’Oriente”: dal suo porto, nel corso dei secoli, sono partite migliaia e migliaia di persone, pellegrini, crociati, sovrani. Molti di loro avevano seguito l’antica via Francigena, che qui, secondo molte testimonianze, terminava (o iniziava) nel suo tratto che portava da Roma a Gerusalemme, e viceversa. Per i pellegrini più devoti, Brindisi segnava l’inizio di un nuovo capitolo del proprio cammino di fede tra le due città principali della cristianità.